IL COMMERCIO DEL VINO IN ETÀ ROMANA: A NARDÒ UNA CONFERENZA PER SCOPRIRE LE ROTTE E LE MERCI TRASPORTATE DAGLI ANTICHI NEL MEDITERRANEO
Come viaggiavano le merci nell’antichità? Quali erano le rotte predilette dai romani e quali erano i beni di prima necessità nell’Impero?
Questi saranno gli argomenti che verranno trattati giovedì 10 febbraio, alle ore 18, a Nardò, presso il “Museo del mare antico” in via Marinai d’Italia 5, dalla professoressa Rita Auriemma (nella foto), docente di Archeologia subacquea presso Unisalento e direttrice scientifica del museo, nella conferenza intitolata: “Il mare color del vino. Il commercio del vino in età romana”.
I fondali del Mediterraneo sono costellati da imbarcazioni salpate dalle coste italiche, egee, galliche, iberiche, nordafricane, che avevano solcato le rotte del mare “in mezzo alle terre” con carichi di vino trasportate nelle anfore.
Il Salento, in particolare nel II e I sec. a.C., è stato grande produttore ed esportatore di vini, come testimoniano i tanti relitti lungo le coste adriatiche e ioniche naufragati con le stive piene di anfore locali che contenevano vini di Taranto e di altre zone del Salento, che qualche secolo più tardi Ateneo di Naucrati apprezzerà perché “leggeri, privi di violenza e di forza, dolci e di facile digestione”.
Centomila litri di vini come quelli riempivano le migliaia di anfore a bordo della nave di S. Caterina, che non approdò mai a destinazione ma terminò il suo viaggio nel ventre di sabbia dove il mare la inghiottì in un momento di furia, nel II secolo a.C.
Solo centocinquanta di quelle anfore hanno rivisto la luce del sole e sono adesso esposte nel Museo del mare antico di Nardò. Ma tanti altri giacimenti sommersi – a Torre S. Sabina (Carovigno, Brindisi), presso le Isole Pedagne, all’ingresso del porto di Brindisi, a Porto Badisco, Torre Sinfonò – raccontano storie simili, di cui sono protagonisti coraggiosi navicularii e mercatores vinarii, di cui il mare serba gelosamente memoria.
La partecipazione all’incontro, che prevede anche la visita al museo, sarà riconosciuta come attività di formazione e aggiornamento per i docenti. Si accede muniti di green pass raffortato con mascherina ffp2, previa prenotazione da effettuare all’indirizzo mail: piavale@libero.it