BELLA PARTITA, IL LECCE A COMO FA 1 A 1
(m.a.)______Il Lecce, alla sua prima uscita da capolista solitaria, per confermarsi; il Como per aggiungere un’altra soddisfazione al suo dignitoso e disinvolto campionato di matricola terribile.
Al Sinigaglia quel ramo del lago che arriva a ridosso dello stadio si gode gli ampi sprazzi di sole di un pomeriggio tranquillo, fresco e asciutto.
Tanta gente sugli spalti, i biglietti disponibili, limitati dalla vigente normativa, esauriti dal ieri; molti, coloratissimi ed entusiasti, i tifosi giallorossi arrivati dalle altre zone della Lombardia, dal vicino Canton Ticino e dalla Svizzera tutta.
Modulo 4-4-2 per i padroni di casa di mister Gattuso, che manda in campo: Facchin; Iovine, Scaglia, Varnier, Cagnano; Peli, Bellemo, Arrigoni, Gatto; Cerri, La Gumina.
Modulo 4-1-4-1 per gli ospiti di mister Baroni, che manda in campo: Gabriel; Calabresi, Lucioni, Gendrey, Gallo; Hjulmand; Strefezza, Faragò, Bjorkengren, Listkowski; Coda.
Pronti via, e c’è il vantaggio del Como. Pallone che arriva a Gigliozzi al limite dell’area, il suo tiro trova il braccio di Calabresi e l’arbitro fischia il penalty. E’ il primo rigore subito dal Lecce in campionato, prima o poi doveva succedere. Dal dischetto Cerri lascia partire un rasoterra preciso, Gabriel intuisce, ma non può arrivarci.
Colpito a freddo, Il Lecce concretizza una prima reazione apprezzabile solo al 10′, con un cross di Gallo e un colpo di testa di Coda che finisce fuori. Primo tiro nello specchio della porta due minuti dopo, botta di Strefezza dal limite e respinta a pugni chiusi di Facchin.
Poi, la pressione costante da alcuni minuti trova il suo sbocco subito dopo, quando, su cross basso dalla destra di Gendrey, Listkowski arriva per primo al limite dell’area piccola e calcia di prima intenzione un destro al volo che si insacca.
1 a 1.
Segue un quarto d’ora di pressione in attacco del Lecce, che, non appagato dal pareggio, confeziona una serie di tiri dentro e fuori, occasioni e manovre pericolose, senza però concretizzare.
I padroni di casa rifiatano in avanti solo al 29′ con una punizione in zona d’attacco, senza esito.
Cosa scatenato subito dopo, triplo dribbling e botta verso la porta, con l’estremo difensore lariano che si salva respingendo con i piedi.
Bella partita, il Como spavaldo che, dopo aver trovato il vantaggio in apertura, subisce la veemente reazione del Lecce e il pareggio, ma tiene campo e, sul dominio territoriale degli avversari, pare sempre pronto a ripartire in contropiede.
Al 41′ Cerri impegna Gabriel, che para facilmente il colpo di testa fiacco dell’attaccante.
Due minuti dopo se la vede brutta invece Facchin su una violenta conclusione da distanza ravvicinata ancora di Coda, ma il portiere in qualche modo si salva un’altra volta.
E arriva a breve il duplice fischio che manda le squadre negli spogliatoi per il meritato riposo.
L’inizio del secondo tempo vede crescere ulteriormente la pressione del Lecce, che colleziona calci d’angolo e occasioni su occasioni in azioni, poi un nuovo salvataggio provvidenziale dell’estremo difensore lariano su conclusione ravvicinata di Strefezza.
Il Como barcolla, ma non capitola, anzi, dopo dieci minuti da incubo, si riporta in avanti e va vicino all marcatura al minuto 55, quando Gliozzi si vede respingere dalla traversa una conclusione fulminante, con il pallone che gli ritorna fra i piedi al rimbalzo, senza che riesca a giocarlo in maniera migliore.
Poi comincia la girandola delle sostituzioni, in particolare Baroni fa tre cambi rivoluzionando l’intero centrocampo, mentre a distanza di pochi minuti Gattuso modifica l’intero reparto offensivo.
Ancora Facchin dice no alla conclusione perentoria di Coda al 63′.
Sull’altro fronte, i padroni di casa avrebbero voluto un altro rigore per un intervento in area di un difensore giallorosso, Gendrey, ma questa volta l’arbitro dice no, anzi fischia fallo all’attaccante, Blanco, e lo ammonisce.
Ora la partita, anche per effetto delle numerose sostituzioni a ripetizioni, cala di ritmo e di intensità, le squadre tirano un po’ il fiato, quando mancano dieci minuti più recupero alla fine.
Occasionissima per il Como al 76′, su uscita sbagliata di Gabriel, che però ha un riflesso provvidenziale nel ribattere sulla linea la conseguente conclusione di Parigi. Tre minuti dopo ancora un’opportunità per i padroni di casa, con Gabrielloni, che non inquadra la porta da posizione favorevole.
Proprio nel suo momento migliore, nel finale però il Como rischia di capitolare. su rigore assegnato al Lecce per un intervento falloso dell’estremo difensore in uscita su Gargiulo.
Dal dischetto, Coda, due centri su due finora. Ma questa volta il pallone finisce sul palo, a portiere spiazzato, e di nuovo miracoloso a seguire sulla conclusione che pareva decisiva di Strefezza.
Cinque minuti di recupero. Palla lunga e pedalare con le ultime energie rimaste ai protagonisti in campo.
Ma non succede più niente fino al triplice fischio.
Il film della partita dice di un Lecce per lunghi tratti dominatore, contro un Como che si conferma avversario orgoglioso, lucido e tignoso, anche se salvato in più circostanze dal suo portiere,
Brucia il rigore andato male, più che sbagliato, per Coda, ma questo è il calcio.
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