NOVITA’ DISCOGRAFICHE / “Senza paura” DEI TUPAMAROS

| 23 Gennaio 2022 | 0 Comments

di Roberto Molle______

Mancano pochi giorni al festival di Sanremo che non guarderò regolarmente come faccio da ormai una decina di anni. Lo so che di tanto in tanto da quel calderone viene fuori qualche bravo musicista, ma per me resta inguardabile.

Fatto questo assunto (ho parlato del festival senza volerne parlare; ma ne stai parlando, qualcuno dirà…vabbè) vorrei raccontare del nuovo disco dei Tupamaros, un gruppo che ha fatto del folk-rock d’autore la sua ragione artistica.

Il disco si chiama “Senza paura” e dopo ripetuti piacevoli ascolti, meritava da qualche mese una recensione sulle colonne di leccecronaca.it.

Quello che segue è il resoconto di un fan che apprezza i Tupamaros più o meno dagli esordi (almeno venticinque anni) avendo avuto nel tempo anche l’opportunità di interagire col gruppo e contribuire in qualche modo allo stimolo per la realizzazione di “Senza paura”, album che esce dopo vent’anni dalla loro ultima produzione discografica (in mezzo tante cose, la più grave la scomparsa nel 2004 del bassista Marco Sghedoni) …Ma andiamo per gradi.

 

È il 1998, sono in giro per qualche concerto e mi imbatto nella distribuzione di una fanzine che si chiama Rockit. Si occupa prevalentemente di musicisti emergenti, è fatta molto bene e offre la possibilità di essere ricevuta per posta (da lì a poco la versione cartacea lascerà il posto alla versione web); in uno dei numeri di fine anno è allegato un cd-rom zeppo di canzoni in mp3 di gruppi e musicisti che popolano la scena alternativa in quel periodo. Di alcuni di loro non sentirò più parlare (Ned Lud, Perlamadre, Rosa Alchemica, Tacabanda), di altri invece si (Virginiana Miller, Julie’Harcuit, Valentinadorme), a fasi alterne hanno continuato con coerenza a muoversi entro spazi underground.

Su tutti, i Tupamaros mi colpirono molto. Uno dei loro brani presenti nella compilation di Rockit si chiamava “Quale è il prezzo”, una sorta di patchanka dove la fisarmonica dettava la linea musicale e le parole e la voce di Francesco Grillenzoni lanciavano un atto d’accusa diretto e potente nei confronti di una pratica che iniziava a prendere piede proprio in quel periodo: il turismo sessuale in alcuni paesi del sud-est asiatico.

 

I Tupamaros si formano nel 2015 a Carpi (Mo), sono Francesco Grillenzoni (voce e chitarra), Marco Sghedoni (contrabasso) e Stefano Garuti (fisarmonica). Sono in pratica una band combat-folk e s’inseriscono in quel contesto sonoro che includeva nomi come Modena City Ramblers, Gang e YoYo Mundi; compagini che per tutto il periodo degli anni novanta hanno realizzato dischi folk-rock che si avvalevano di testi ricchi di poesia e denuncia verso ogni tipo di sopruso e rivendicazione nel rispetto dei diritti civili.

Tra il 1998 e il 2000, i Tupamaros pubblicano per la “Gridalo Forte Records” tre album in studio (“Gente distratta” 1998, “Non è cambiato niente” 2000, “Sogni da coltivare” 2002) e due dal vivo autoprodotti (“Live!” 1999 e “Seduti” 2000).

Tengono tanti concerti in giro per l’Italia e spesso stringono rapporti di solida amicizia con le persone che li hanno organizzati. In Salento sono venuti a suonare più di una volta, nel 1999 ho assistito a un loro concerto nel campo sportivo di Castiglione d’Otranto, insieme a loro in cartellone c’erano i “Gang” e dei timidissimi ragazzi che si facevano chiamare “Crifiu” (da lì in poi faranno tanta strada) felici di suonare insieme a quelli che erano loro idoli.

 

Di recente Francesco Grillenzoni ha pubblicato “Tupamaros – Ad un passo dal traguardo”, la biografia della band. Tra le tante storie e aneddoti contenute nel libro è molto interessante quello che racconta a proposito della loro esperienza a Castiglione d’Otranto: “Una traversata di oltre 11 ore ci porta a Castiglione d’Otranto, dove ci attendono i ragazzi che hanno organizzato la serata. Da subito capiamo che son tipi speciali: oltre alla classica ospitalità quasi imbarazzante tipica del Sud qui notiamo qualcosa di diverso. Intanto sono tutti giovani, giovanissimi, e hanno il fuoco negli occhi, tipico di chi vuole a tutti i costi cambiare le cose e si sbatte per farlo. Insomma amore a prima vista con Donato e gli altri della “grande famiglia salentina” che avremo modo di frequentare ancora tante volte negli anni a venire. Ma torniamo alla nostra data e sfatiamo un luogo comune: al Sud no fa mai freddo davvero… sticazzi!

Il 22 dicembre 2000 a Castiglione d’Otranto non ci sono più di 4/5 gradi e in più spira un vento gelido che fa scendere la temperatura percepita almeno di un altro paio di gradi. Vabbè, ci diciamo noi davanti al camino acceso della casa che ci hanno messo a disposizione, tanto si suona al chiuso… Altra cosa da sfatare: non è che quando c’è scritto villa sia per forza una villa, a volte può essere… il parco di una villa.

Argh, suoniamo all’aperto!!! Ricki è piuttosto provato: ‘va bene i lacrimogeni – dice – ma con ‘sto freddo come si fa???’ In effetti la serata è freddina. Io suono con guanti di lana con le dita mozzate e Maxi sfoggia un cappellino tipo Manu Chao non per moda ma per necessità e tutti siamo bardati come se andassimo in montagna e non a suonare nel posto “più caldo che c’è”. Finito il concerto infreddoliti ma felicissimi, ci ritroviamo nella casa che ci hanno messo a disposizione; siamo stanchissimi e non vediamo l’ora di buttarci sui letti. Ma c’è (ancora!) una sorpresa: prima non ce ne eravamo accorti, ma la casa è priva di riscaldamento, unica fonte di calore è il grosso camino in sala, ma le camere sono al primo piano!!!

Siamo affranti, stanchi morti e per un po’ restiamo come zombie davanti al camino, ma abbiamo assoluto bisogno di dormire, domani ci aspetta il viaggio di ritorno e saranno altre 10/12 ore di passione. Ricki si alza con gli occhi spiritati. ‘Ho un’idea!’ dice… e vola in cucina a prendere un pentolone da 10 litri, poi comincia a riempirlo di brace. Quella notte rischiamo seriamente una intossicazione, ma le braci sotto il letto ci permettono di prendere sonno…”.

 

È il 2004 quando la tragica scomparsa del contrabassista Marco Sghedoni blocca ogni attività del gruppo.

Nel maggio 2016 i Tupamaros decidono di riformarsi intorno al “nucleo storico” della band (Francesco Grillenzoni, Stefano Garuti e Massimiliano Frignani) per realizzare lo spettacolo “Gente Distratta – chi ha cancellato gli anni ‘90” in cui, attraverso le canzoni della band, l’aiuto di immagini e con il contributo narrativo di Aldo Arbore viene raccontato il decennio che va dal 1990 al 2001 ( dalla Legge Mammì fino agli eventi di Genova – scuola Diaz) ricordando i movimenti e le spinte al cambiamento di quegli anni (la guerra in ex-jugoslavia, le prime immigrazioni-il commercio equo e solidale, la finanza etica ecc…).

Per lo spettacolo e nei concerti di questo periodo spesso la band vede l’apporto di Alessandro Po al basso e di Lele Borghi alla batteria. Nel frattempo dal 2015, Francesco e Stefano – sempre come Tupamaros – partecipano a diversi progetti di “teatro civile”. È di quell’anno infatti l’inizio della collaborazione con lo storico Giovanni Taurasi nell’History Telling “Dalla notte all’alba della democrazia”, sodalizio che si allargherà negli anni successivi alle attrici Elisa Lolli e Maria Giulia Campioli per gli spettacoli “Una storia sbagliata” e “Una valigia di sogni”. Nel 2018 accompagnano Claudia Bulgarelli nello spettacolo “Margherita tra le stelle” dedicato a Margherita Hack. Nel 2019 collaborano sempre con Claudia Bulgarelli alla scrittura di “Alfonsina corridora”, spettacolo sulla ciclista Alfonsina Morini Strada, per il quale scrivono diverse canzoni originali.

 

Il resto è storia recente.

Nel 2019 i Tupamaros registrano “Senza paura” una delicata ballata dedicata all’amico scomparso Marco Sghedoni. Il brano viene inserito nel cd del progetto “Il delicato mondo di Nick Drake”. Francesco Grillenzoni da me invitato a partecipare all’omaggio per Drake, mi dice: “abbiamo questo pezzo scritto per Marco, credo possa andare bene anche per Nick”.

 

L’album della ripartenza dopo tanto tempo esce a metà del 2021 e si chiama proprio “Senza paura”. È un disco bellissimo, fatto di passione e bellezza. Tanti amici musicisti hanno collaborato all’intero album, da Cisco bellotti (ex Modena City Ramblers) a Marino Severini (Gang), da Enrico Archetti Maestri (Yo Yo Mundi) a Mara Redeghieri (ex Ustmamo), poi Fabrizio Tavernelli, La banda Rulli Frulli, Gianluca Spirito, Luca Taddia e Simone Coppellini.

Undici brani uno più bello dell’altro.

Canzone d’autore tra folk e sonorità raffinate. Storie leggendarie (“Una donna una bici” duetto con Cisco Bellotti) e introspezioni sul filo di antichi valori (“Uomo tranquillo” con un parlato di Marino Severini in apertura con un respiro retrò che rispolvera ideali mai sopiti). Echi pop addolciti da una controvoce femminile (“Sarai quel che vorrei” ospita la dolce Mara Redeghieri) e amarcord felliniani (“Adesso che sono qua” cantata da Francesco insieme a Paolo Enrico Archetti Maestri), poi i temi civili tanto cari ai Tupamaros (“Carceri speciali” con la voce narrante di Fabrizio Tavernelli) e infine la title track che emoziona a ogni ascolto e riesce a far scendere qualche lacrima. Insomma, tanta roba che merita di essere ascoltata.

 

La formazione attuale dei Tupamaros: Francesco Grillenzoni (voce e chitarra), Stefano Garuti (fisarmonica, tastiere e cori), Massimiliano Frignani (chitarre e cori), Luca Verri (basso e cori), Simone Forghieri (batteria, percussioni e cori).

Da ormai quasi un anno (covid permettendo) la band è in giro per l’Italia a suonare le canzoni di “Senza paura” e di tutto il repertorio passato. Francesco ci tiene a dire: “I Tupamaros andranno a suonare in ogni angolo di mondo che vorrà ospitarli!”.

 

Per ascoltare i Tupamaros:

https://www.youtube.com/watch?v=vzUt3RqxIM0&ab_channel=Tupamaros-Topic

https://www.youtube.com/watch?v=Pyz0_H1UQkw&ab_channel=Tupamaros-Topic

https://www.youtube.com/watch?v=vRk3x2UF0Uc&ab_channel=Tupamaros-Topic

Category: Cultura

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