CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE / SVILUPPI SUCCESSIVI
(e.l.)_____Mario Lerario rimane nel carcere di Bari (nella foto). Questa la decisione del gip dopo l’udienza di convalida di ieri. Nelle motivazioni, il suo comportamento viene definito “mercimonio delle pubbliche funzioni”.
Ci sono altre due persone arrestate, due fra gli altri sette indagati. Si tratta degli imprenditori Luca Ciro Giovanni Leccese di Foggia e Donato Mottola di Noci, posti ai domiciliari.
Il primo, titolare della società Edil Sella, è quello della tangente da 10.000 di cui si è detto nei giorni scorsi.
Il secondo, titolare della società Dmeco Engineering, è accusato di aver consegnato il giorno prima a Lerario un’altra tangente da 20 mila euro, una “mazzetta” nascosta in un pezzo di manzo pregiato, “regalo di Natale”, come lo aveva definito.
Tutti e due sostengono di aver dato i soldi di propria iniziativa, come ringraziamento per i lavori che erano stati affidati loro.
Da quel che è emerso dalle indagini della Guardia di Finanza, i due avevano ottenuto da Lerario diversi appalti per un totale di cinque milioni e trecentomila euro – 2.800.000 euro il primo, 2.500.000 euro il secondo – che vanno dalla posa in opera di container nel centro di accoglienza per richiedenti asilo di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia che dovevano servire per l’isolamento dei migranti risultati positivi al Covid, alle strutture per l’ospitalità di migranti lavoratori stagionali, a prefabbricati mobili di emergenza per ospedali alle prese con la pandemia.
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LA RICERCA nel nostro articolo di ieri