NOVITA’ AL CINEMA / ESCE “Diabolik”. PER leccecronaca.it E’ ANDATO A VEDERLO UN GIOVANE CINEFILO
di Giuseppe Mauro______
Tanta attesa per il nuovo film su Diabolik.
Con film così, la domanda da porsi è sempre la stessa: in Italia riusciamo a fare film di genere, non solo drammi d’autore o commedie popolari?
Abbiamo in mano una ricetta nostrana per realizzare i celeberrimi cinecomics?
Dopo le prove generali con Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti e 5 è il numero perfetto diretto dal fumettista Igort, il 16 dicembre è arrivato nelle sale, dopo una lunga attesa per pandemia Covid, quella che potrebbe essere la vera prova del nove al cinefilo quesito: “Diabolik”.
Già a sentire il nome facilmente si immagina la sfida che si porta appresso: adattare sul grande schermo le avventure del ladro in calzamaglia più famoso del fumetto italiano, quel criminale scaltro e glaciale creato dalla penna di Angela e Luciana Giussani che fin dai suoi esordi nel 1962 ha sconvolto la cultura pop italiana, diventando subito icona.
Infatti il cinema bussò alla sua porta: nel 1968 uno dei maestri del cinema italiano e internazionale di genere, Mario Bava, realizzò una versione all’epoca non macinatrice d’incassi, ma diventata nel tempo un vero cult visivo soprattutto all’estero. Dopotutto non è comune trovare un film capace di mescolare assieme pop art, optical art, psichedelia e futurismo.
Oggi a cogliere nuovamente questa ambiziosa sfida (basta vedere il budget a disposizione: dieci milioni di euro, notevoli per una produzione italiana) ci sono alla regia Marco e Antonio Manetti, in arte i Manetti Bros, gli unici oggi capaci di realizzare in Italia questo cinema tra tradizione e innovazione, come si può vedere nella serie tv L’ispettore Coliandro e il film Ammore e Malavita, che li ha consacrati a livello di critica, vincendo ai David di Donatello come miglior film.
Come definire in breve questo film?
Diabolik è profondamente un atto di coraggio, nel bene e nel male (mentre decidere di distribuirlo, dopo il rinvio, nello stesso periodo dell’attesissimo ‘Spiderman: No Way Home’, non è coraggio ma pura follia manageriale tipicamente italiana).
Coraggioso perché riesce, grazie all’ottimo comparto tecnico, a proporre fedelmente, quasi in maniera filologica, le atmosfere, le inquadrature e lo stile tipico delle vicende del Re del Terrore, innestando in essa ottime sfumature da noir d’annata miste a poliziottesco scult.
Coraggioso nel portarci in una Clerville (e Ghenf) gustosamente retrò, cartolina di un’Italia idealizzata piena di charme e nostalgia, e nel far agire qui la triade motore del film: un Luca Marinelli che, anche se non al 100%, riesce nelle movenze e nello sguardo a trasmettere un Diabolik senza scrupoli se necessario eppure dotato di una sua morale; l’inflessibile ispettore Ginko reso in maniera magistrale dal sempre bravo Valerio Mastandrea e infine lei, la femme fatale Eva Kant, vero nucleo portante del film grazie a una Miriam Leone (nella foto) ben dotata del physique du role e capace di valorizzare al meglio una donna intrigante, ambita da chiunque ma che nessuno, neanche Diabolik, può mai domare.
Coraggioso anche nel fare scelte d’impostazione sicuramente rispettose del fumetto originale, ma opposte al concetto di cinecomic contemporaneo e dunque un pericoloso azzardo in negativo per entrare fin da subito nel cuore degli spettatori.
Su tutti da segnalare il ritmo decisamente lento e didascalico e alcune scelte di recitazione dell’intero cast fin troppo irreali, sfociando purtroppo nel macchiettistico e nel comico involontario. Ma d’altronde non sarebbe Diabolik se non ci fosse il “brivido” …
Battute a parte, questo Diabolik riesce tra pregi e difetti a portare a casa il risultato, regalando allo spettatore un film di carattere, un cinefumetto da manuale, seppur atipico al concetto mainstream. Per il fan del criminale di ghiaccio, si può dire che merita la visione, ma anche per gli agnostici diamo un consiglio: se volete vedere nelle nostre sale cinema più coraggioso e diverso dal consolidato panorama italiano, allora Diabolik è una buona scelta per il futuro.
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LA RICERCA nel nostro articolo immediatamente precedente
NOI, ADOLESCENTI DEGLI ANNI SESSANTA, CRESCIUTI INSIEME AI FUMETTI. FENOMENOLOGIA DI DIABOLIK
Category: Cultura