LA POLEMICA / IL SINDACO E IL SANTO PATRONO
di Raffaele Polo______
Proprio con quello spirito polemico, carico anche di un pizzico di schietto umorismo, tipicamente leccese, si sta affrontando il ‘tema’ legato alla Statua di Sant’Oronzo. Che sia un argomento di tutto rilievo, nessuno lo nega: ma è, ancora una volta, il pretesto per formare i tradizionali schieramenti pro e contro il Sindaco del momento.
È avvenuto sempre, con i semafori e le piste ciclabili, il filobus e i monopattini, per scendere nelle minime questioni che fanno esplodere la rabbia contro chi ‘non’ abbiamo votato. Da noi, inoltre, capita anche che i cittadini si scaglino contro una realizzazione e poi votino in massa a favore di chi l’ha voluta… Sempre nel più limpido segno di quella ‘leccesità’ che ci contraddistingue e continuerà a farlo nei secoli dei secoli (Amen!).
Allora: la statua di sant’Oronzo (e la colonna che la sostiene) ha bisogno di restauri, siamo tutti d’accordo. Ma, una volta restaurata, la statua deve essere rimessa al suo posto, oppure messa al sicuro in una sede appropriata, perché tutti possano vederla, e sostituita con una copia che, a trenta metri di altezza e con dovizia di forma e particolari, renderà comunque l’idea di un Santo che benedice la città ai suoi piedi?
Questo è il ‘busillis’ e non sembri da poco, perché coinvolge nientemeno che quella ‘filosofia dell’arte’ che discetta sulla storicità dei monumenti e sulla necessità di salvaguardarne originalità e segni dei tempi, senza eccedere in restauri che non rispettino la fattura originale…
Per questo, ad esempio, al monumento di Libertini, in piazza delle Poste, è stato restituito il fascio littorio sulla colonna su cui poggia, proprio per restituirne il senso e l’integrità di quando era stato realizzato. E’ un esempio esplicativo di come l’Arte e il Restauro debbano prescindere dall’appartenenza politica, almeno in questo si vuole preservare il pensiero dell’artista.
Con la statua di Sant’Oronzo, crediamo che la polemica riguardi proprio il dissenso verso l’attuale coalizione che regge le sorti di Palazzo Carafa e, soprattutto, verso il sindaco Carlo Salvemini, sul quale si addensa un forte livore di chi non condivide il suo aplomb di intellettuale ‘radical chic’, spesso ostentato senza malizia, ma che finisce per obnubilare tutto il resto…
Così, qualsiasi decisione venga presa dalla maggioranza della giunta comunale, la si ascrive al Sindaco e la si giudica in funzione della simpatia o antipatia verso il primo cittadino…
È così, non c’è niente da fare. E siccome si può facilmente sostenere qualsiasi idea e il contrario della stessa, ecco che NON va bene che ci sia una copia della statua sulla colonna e NON va bene il restauro della statua e NON va bene che la statua restaurata venga sistemata nell’atrio del Comune e NON va bene niente, siete tutti ignoranti e basta! Lo dice con forza anche l’architetto Luca Fiocca che non esita a specificare la sua appartenenza al movimento Regione Salento, avvalorando così quello che abbiamo scritto poco sopra…
Poi ci sono i cittadini che vogliono la statua al Sedile e quelli che vogliono che colonna, capitello o tutt’e due vengano restituiti a Brindisi e c’è anche chi vuole sapere se si farà un concorso di idee e soprattutto quando sarà risolta la questione…
Andrà avanti così, fino a quando la statua o la sua copia non verranno collocate sulla colonna. Due giorni dopo, non se ne parlerà più, pronti ad occuparci di altre beghe, a criticare e schierarci per le luci o le bancarelle o i parcheggi o le vigilesse che fanno troppe multe.
L’aspetto positivo è, comunque, che Sant’Oronzo è sceso dalla colonna e si è posto proprio là da dove provengono decisioni e ordinanze: il Comune di Palazzo Carafa. Lì, si spera, potrà illuminare le menti dei nostri amministratori, tutti bravissimi, per carità, ma certamente artefici, nell’immaginario collettivo, di innumerevoli misfatti.
Dite che la colpa è solo di Salvemini?
Rifletteteci un poco sopra e vedrete che non è proprio così…
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Gent.mo Sig. Raffaele Polo, Lei è probabilmente un po’ daltonico, ovvero avrebbe forse bisogno di uno
specchio per accertarsi che il naso sia ancora lì, in
mezzo al volto… Non ho mai utilizzato l’affermazione ‘siete tutti ignoranti e basta’, in merito a quanto da me scritto nei confronti della realizzazione di una copia della statua di Sant’Oronzo. Il concetto è tanto elementare quanto logico: una replica di una statua, non è la stessa statua, bensì qualcos’altro! Soprattutto se poi la testa è stampata in 3D, in vetroresina e patinata artificialmente. Inoltre non nutro alcuna antipatia nei confronti del Sindaco Salvemini. Quello che ho scritto, e lo ripeto, l’amministrazione Salvemini, si prepara ad uscire di scena con un coup de théâtre degno della mitica Wanda Osiris.
La testa della replica del Santo Patrono è stata stampata in 3D in resina e la patinatura, artificiale, è falsa anch’essa.
Soltanto una persona priva di fantasia e sensibilità può pensare che un’algida sosia creata attraverso l’uso di scanner e di stampanti specifiche in 3D, possa essere ancora la stessa cosa dell’originale realizzata a Venezia nel 1739, da sapienti maestranze. Non parliamo poi di ciò che avverrebbe nel momento di colorare questa copia per metterla in patina. Succederebbe che dal restauro si passerebbe alla pura scenografia, un lavoro da tecnici di Cinecittà o del teatro dell’Opera. Anche ammesso che si riesca a trovare una soluzione d’aspetto gradevole, la patinatura artificiale è assolutamente instabile nel tempo. In capo a pochi mesi o anni potremmo avere risultati incredibilmente pessimi. Invece il rame di cui è costituita l’opera originaria, è l’unico metallo ad essere colorato oltre all’oro, e si ossida in modo naturale, con effetti meravigliosi…