NOVITA’ EDITORIALI / CORRADO VECCHIO SU DANTEBUS
di Raffaele Polo_____
Nella ‘Collana Poetica’ delle Edizioni Dantebus, il volume 56 (Isole, Dantebus, pagine 122, euro 16,90) presenta otto poeti, tra cui il ‘nostro’ Corrado Vecchio (nella foto).
Tutti bravi e ricchi di spunti i vari Patrizia Baldini, Giancarlo Cappelli, Francesco Certo, Davide Guerrini, Francesca Manari, Manuela Perra e Alessio Rao.
È sempre un piacere, al giorno d’oggi, leggere le produzioni poetiche di vario genere che, comunque, affratellano gli autori, al di là di confini geografici che, meno male, nella Poesia non esistono, non devono esistere…
L’attenzione, per noi, è caduta subito su Corrado che conosciamo da tempo come ottimo scrittore in prosa (piacevolissimi i suoi racconti ‘Viaggi, naufragi e altri accidenti’ editi da Il Raggio Verde) e ci ha sorpreso non poco ritrovarlo ‘poeta’ versificatore di robusta ed esperta costituzione.
E’ sempre pronto a sciorinare il suo messaggio, completo di forma e inventiva, in un vero e proprio itinerario tra i luoghi del cuore e le digressioni che non mancano, ad irrobustire l’idea di una ‘poesia colta’ che è peculiare del poeta di Melendugno, che non nasconde la sua predilezione per uno schema personale, libero ma attento a precise scelte lessicali e armoniche, in un divenire piacevole, anche se mediato da terminologie spesso difficili da reperire nella normale estensione poetica.
Diciamo, ad esempio, dei versi di ‘Estate’: Tuttavia a dismisura mi compiaccio tra le tue spire,/poichè il tempo cancellano i sospesi meriggi e illudi/ l’umana effimera natura, che infinita perduri la tua calma. Oppure, quanto stigmatizzato nella composizione ‘Lettere d’amore’: Ora che il verso del cantico mio? Fa mesto capolino da qualche allegoria,/ dissertare sul quid o sulla genesi del tema/ è pura questione stilistica, teorema.
Rimane, nell’animo del poeta, quanto già verificato nello scrittore: un forte senso di partecipazione per il mondo che ci circonda, con ferma condanna al grande inganno della modernità tecnologica che sfoggia falsi miti e che promette una libertà ingannevole. Né può mancare il tema preferito di Vecchio, ovvero il mare, a cui è dedicata ‘Notte otrantina’ dove, appunto, così si esprime: MARE, calmo, bisbiglia,/ da oscuri anfratti scolpiti dalle onde/ un antico richiamo/ che risuona di idiomi orientali e magnifiche gesta/ che il tempo confonde.