TORNA DI MODA PARLARE IL DIALETTO SALENTINO

| 24 Ottobre 2021 | 0 Comments

di Valerio Melcore_______Continuano ad aumentare i gruppi di persone che sui social si danno appuntamento per parlare e sopratutto scrivere nella lingua “te lu Tata”, ossia nella lingua dei Padri.
Su Facebook ormai non si contano più le pagine su cui ci si domanda cosa voglia dire questo termine dialettale, oppure a cosa serviva quel determinato oggetto del passato. Su alcune  di queste invece si fanno proprio i compitini: “come si traducono dall’italiano al salentino queste frasi?”, ed ecco che nei commenti spuntano decine e decine di traduzioni, con tutte le varianti dovute al comune in cui si e vissuti da giovani.

Tantissimi sono poi quelli che vivono al Nord o addirittura dall’altra parte del mondo che intervengono, molti di questi scrivono dal Brasile, alcuni addirittura cercano le loro radici attraverso questi siti. Io stesso mi sono imbattuto in dei lontani parenti che mi chiedevano delle loro origini, dei loro antenati.

Persino nella pubblicità trova spazio il dialetto che mentre una volta era guardato con sufficienza per non dire con disprezzo, ora invece viene definita da tanti un’arte. La capacità, l’arte di parlare la lingua salentina.

Ma a cosa è dovuto questo fenomeno?
In molti sono portati a pensare che sia il modo spontaneo dei singoli di difendersi dal globalismo, che appiattisce il mondo e impone modelli culturali, costumi e persino una lingua uguale omologanti.
Una cultura che ci trasforma da cittadini, in consumatori, da uomini e donne che appartengono ad una comunità, ad un popolo con tutte le sue specificità, in numeri.
Insomma mentre ieri era l’Uguaglianza il valore che veniva sbandierato ai quattro venti, dall’ideologia imperante, oggi è la Diversità, il diritto ad essere diversi che i popoli reclamano ad alta voce.
Ognuno lo fa a suo modo, ma ognuno a quanto pare vuole tenersi stretto alle proprie radici.
Ora il dialetto salentino approda persino nella pubblicità, ieri a Lequile sono apparsi alcuni mega manifesti che pubblicizzano l’apertura di una Vineria e a fianco di un bel calice di rosso rubino e alcune bottiglie pregiate di vino, compare un fumetto che contiene la scritta: “Recurdatibu figghi mei ca puru cu l’ha se face lu mieru”.

L’argomento meriterebbe un approfondimento che non vogliamo affrontare in questa sede, volevamo solo evidenziare con una nota di colore quanto accade intorno a noi,

Insomma non solo il dialetto torna di moda, ma anche i proverbi, i modi di dire,  come nel caso del poster appena citato, nel quale vengono riportate le parole che in punto di morte, un’industriale del vino confida ai propri figli prima di esalare l’ultimo respiro.

Una frase che i nostri nonni ricordavano a l’oste quando il vino lasciava a desiderare e che spiritosamente il proprietario della Vineria Trieste ha voluto inserire, proprio a sottolineare come i suoi prodotti siano tipici della nostra terra. Un posto dove non solo si possono assaggiare ed acquistare i migliori vini pugliesi, ma anche prodotti tipici salentini, come le birre artigianali ai prodotti biologici, ma, è non è cosa da poco, si respira una cultura legata alla nostra terra.

 

Category: Costume e società, Cultura

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