IL ‘RIBALTINO’ IN CONSIGLIO REGIONALE, IL ‘TATARELLUM’ SPORCATO, E UN RICORDO INEDITO SU PINUCCIO TATARELLA
(g.p.)_____Dei sistemi elettorali vigenti in Italia, tutti diversi a seconda delle diverse competizioni, quello per i consigli regionali – il così detto tatarellum, dal nome del suo ideatore, Giuseppe ‘Pinuccio’ Tatarella (nella foto) buonanima – è tanto nettamente il migliore, che sarebbe auspicabile che valesse per ogni tipo di elezioni.
Infatti, vince chi prende più voti, anche uno solo più degli altri candidati, e governa subito, in senso presidenziale – ed è giusto così – con una maggioranza predeterminata, che non ammette equivoci, oltre a consentire subito la governabilità e a far conoscere immediatamente il nuovo presidente ai cittadini che lo hanno scelto.
Oddio, poi è successo che, nell’adottarlo, ogni Regione l’ha più o meno riadattato, con una propria legge regionale che, benché in linea di massima abbia sostanzialmente recepito le indicazioni di fondo, ha introdotto proprie modifiche.
Delle leggi elettorali regionali, quella della Regione Puglia è la peggiore.
Lo dicono i fatti, in quanto manca di chiarezza nella redistribuzione degli eletti fra le singole liste e fra i diversi territori, oltre che nelle quote assegnate a maggioranza e a opposizione.
E’ talmente complicato, che non lo capiscono nemmeno i politici legislatori che l’hanno ideato .
Così, a ogni tornata elettorale, tocca ai giudici amministrativi e alle Prefetture dirimere le inevitabili controversie, con code polemiche e strascichi giudiziari che si ripetono puntualmente ogni cinque anni.
Le ultime elezioni dello scorso settembre non hanno fatto eccezione.
C’è voluto un anno, ma oggi finalmente ci siamo.
Manca solo la proclamazione ufficiale, a meno di ricorsi avversi degli esclusi al Consiglio di Stato, non si sa mai.
Lo ha deciso la Prefettura di Bari, che questa mattina ha dato mandato al Tar di procedere con la proclamazione.
E così c’è stato, se non un ribaltone, certo un ribaltino, nella composizione del Consiglio.
La maggioranza di Michele Emiliano, per quanto sempre numericamente attiva, perde due seggi, che vanno alla opposizione.
Nella maggioranza, inoltre, un consigliere passa da una lista all’altra.
Escono Mario Pendinelli (Popolari con Emiliano) e Peppino Longo (Con), i cui seggi vanno ad Antonio Paolo Scalera (La Puglia Domani) e Vito De Palma (Forza Italia).
I Popolari con Emiliano perdono anche un altro seggio, quello di Francesco La Notte, a favore del Partito democratico, con il primo dei non eletti della circoscrizione di Brindisi, Carmelo Grassi, che subentra.
Magari è arrivato il momento di riformulare la legge elettorale pugliese.
Pinuccio Tatarella non c’è più, morì nel 1999, a Torino, in seguito ad un’ operazione di trapianto dei reni. Pur essendo stato vicepresidente del Consiglio dei Ministri ed essendo ancora all’epoca uno dei politici più influenti in Italia, rispettò scrupolosamente la lista di attesa per il trapianto, nemmeno avvertì del suo caso l’assessore regionale alla Sanità della Regione Piemonte a Torino, dove c’era il miglior centro specialistico italiano, scelto anche da lui, e che fra l’altro era del suo stesso partito, per evitare che a sua insaputa lo favorisse in qualche modo.
Andò a farsi operare solo quando lo chiamarono al posto che aveva in lista di attesa.
Il chirurgo che lo operò, purtroppo con esito infausto per complicazioni post operatorie, non sappiamo se dovute all’attesa del trapianto, o ad altro, era, nella vita privata, esponente di Rifondazione Comunista, e rimase ammirato del comportamento di Pinuccio Tatarella, di cui e del quale in seguito mi raccontò a voce privatamente.
Lo so, simili comportamenti dovrebbero essere la norma, non solo dei politici, ma di tutti i cittadini. Ma solo solo l’eccezione che conferma la regola, la prassi abituale, ben diversa. Per questo, questa mattina che mi è ritornato in testa per altre ragioni il suo nome, dopo tanti anni ho voluto rendere pubblico l’esempio dato da Pinuccio Tatarella, in memoriam.