LA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA DI QUESTA SERA A LECCE CONTRO IL GREEN PASS, DEFINITO “uno strumento politico, non sanitario, attuato per tenerci tutti sotto controllo”
(g.p.)_____“Il green pass è uno strumento politico, non sanitario, attuato per tenerci tutti costantemente controllati. Vaccinarsi non è un obbligo di legge, quindi non vaccinarsi è una libera scelta. Doversi pagare il tampone per andare a lavorare è intollerabile. Che sia punito chi non ha commesso alcun reato, è una vergogna”.
Alle 18.30 a Lecce, dove il cielo da qualche ora, dopo più di una settimana è tornato sereno, l’aria è però in modalità ‘face friddu’. Cappelli, maglioni, cappotti e giubbotti, in maniera un tantino esagerata, alla manifestazione di protesta contro l’obbligo di green pass in piazza Sant’Oronzo ci sono circa centocinquanta persone, almeno quelle disposte in circolo davanti il palco improvvisato. Nessun reparto delle Forze dell’Ordine visivamente schierato, per un controllo discreto e a distanza.
Microfono in mano e appunti sul telefonino, allora lui, il primo oratore, Marco Zuccaro, referente del movimento degli Studenti contro il green pass per l’università del Salento, in piedi sopra una centralina (nelle foto), prova a scaldare la piazza dall’umidità. Soprattutto dalla nebbia della rassegnazione, dai brividi del torpore, “alla luce della ragione e della creatività personale”.
“Non dobbiamo perdere né la speranza, né il coraggio”, dice, e spiega perché, in un fresco quanto pungente, in linea con il clima, riepilogo delle ragioni degli oppositori, che abbiamo ormai imparato a conoscere, e a cercare di capire.
“Lo Stato di diritto è sospeso. L’emergenza sanitaria doveva durare due settimane, e dura da quasi due anni”, e così via. “Il green pass è uno strumento politico per trasformare i cittadini in sudditi”, ribadisce, sulla via della Cina, insomma, esplicitamente citata al riguardo.
Applausi, consensi, qualche timido coro di LIBERTA’ – LIBERTA’.
Marco Zuccaro ne ha un po’ per tutti, presidente del consiglio in primis, ministri del suo governo, dotti, medici e sapienti. Dedica però gli appellativi più duri al segretario della Cgil: accusa apertamente il maggior sindacato italiano di non difendere i lavoratori e di essersi ‘venduto’ al potere ‘dei massoni’ di Mario Draghi e dei suoi ‘compagni di merenda’.
Certo, sostantivi e aggettivi qualificativi sono estremi, però, ecco, i toni nella buona sostanza sono concilianti, nei confronti del popolo. Nel corso del suo intervento, durato una mezz’ora, invita più volte gli Italiani a non dividersi, bensì a unirsi, anche da posizioni differenti, chiamate al dialogo e al confronto, anche da diverse impostazioni politiche e ideologiche, in questa battaglia di un momento storico all’insegna delle libertà sancite dalla Costituzione.
______
LA RICERCA nel nostro articolo di ieri