”Anche qui i bambini stanno nascendo e crescendo, e non vogliamo che qui questi bambini si ammalino o muoiano”
IL DRAMMATICO APPELLO ALLE ISTITUZIONI DI DANIELA CASCIARO AFFINCHE’ INTERVENGANO SULLA DISCARICA DI BURGESI: “i dati ci dicono che dobbiamo svegliarci”. IL TESTO DEL VIDEO SU FACEBOOK. L’ INTERVISTA A leccecronaca.it
di Giuseppe Puppo_____
“Nella giornata di oggi sono otto anni che mia madre è morta. È morta di cancro. Questo appello non è per me, non è per mia madre, ma è per tutti noi. Ho passato due anni affrontando la malattia di mia madre cercando di capire cosa stava accadendo in questo territorio. Passavo molto tempo tra casa e ospedale e lì ho visto morire ogni giorno donne giovani, madri che hanno lasciato dei figli, ragazzini…Ho visto di tutto. Il nostro Salento è un territorio bellissimo, ma i dati ci dicono che dobbiamo svegliarci”.
Comincia così il drammatico appello rivolto alle Istituzioni con un video postato su Facebook che ha fatto impressione e in queste ore sta facendo il giro del web, da Daniela Casciaro (nella foto di copertina), 52 anni, di Acquarica del Capo, giornalista e consulente pedagogica, e impegnata nell’associazionismo e nel volontariato a difesa del nostro territorio.
Sullo sfondo, la discarica di Burgesi, fra Ugento e il mare, questa storia infinita, fatta di negligenza, incuria, affari e criminalità, indegne rassicurazioni e vane promesse.
Nonostante tutto, la discarica sta ancora là, con il suo carico di morte e desolazione.
Ma perché dobbiamo svegliarci?
“Dobbiamo svegliarci dal torpore perché stiamo morendo di cancro e non solo di Covid.
Mi rivolgo a tutto il Salento ma soprattutto al basso Salento, in particolare a Ugento, a Presicce-Acquarica …Dove sembrano esserci questi fusti tossici interrati a Burgesi. Le ultime analisi riportano che non ci sono. Non lo sappiamo”.
E quindi?
“Ora sono stati eletti i nuovi sindaci di Ugento, Taurisano e lo scorso anno il sindaco del mio Comune Presicce-Acquarica. Abbiamo una componente politica nuova che ora dovrebbe iniziare a collaborare e a lavorare insieme per trovare soluzioni.
Il mio appello è rivolto a loro, a chi mi rappresenta e lo chiedo di cuore alle associazioni, alla Regione, alla Provincia, ai consiglieri regionali, consiglieri provinciali, ai parroci, al vescovo…A tutti noi cittadini nessuno escluso.Vogliamo capire cosa c’è in questa discarica Burgesi o no?”.
Già, non si può continuare a far finta di niente…
“Non si può continuare a far finta di niente…I dati ce lo dicono. I medici ce lo dicono.
Un appello anche ai medici. Uniti… insieme per riuscire a capire cosa c’è in questo territorio che ci porta ad avere queste morti… Ma soprattutto per questi fusti bisogna capire la verità, cercando di tirare fuori delle soluzioni perché se quel percolato dovesse andare in falda sappiamo quelli che sono i pericoli per tutti.
Tanti bambini stanno nascendo e crescendo e non vogliamo che questi bambini si ammalino o muoiano…Non lo faccio per me o per mia madre, ma perché in quella circostanza ho visto morire tante altre persone insieme a mia madre e mi rendevo conto che qualcosa non andava .Mi rivolgo a tutti…a tutti i nuovi eletti perché è ora di iniziare ad affrontare questo problema…
Tutti insieme, non separatamente…E le Forze dell’ Ordine ci aiutino e ci accompagnino.
Dobbiamo farlo tutti insieme se vogliamo salvare questo territorio, altrimenti…”.
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Fin qui il video di ieri su Facebook di Daniela Casciaro, alla quale questa mattina leccecronaca.it ha fatto qualche domanda.
Daniela, ti do del tu come si usa fra colleghi giornalisti. Tu che la conosci bene, mi fai per favore una sintesi, giornalistica appunto, della vicenda di Burgesi?
– Sulla ex discarica Burgesi sita nel territorio di Ugento è stata aperta una inchiesta da parte della magistratura dopo le dichiarazioni del pentito Gianlugi Rosafio che nel 2016 dichiarò di aver smaltito illecitamente seicento fusti inquinanti.
Le associazioni del territorio da allora preoccupate per la situazione per i diversi ritardi nel giugno del 2018 avevano portato la questione in Regione con una manifestazione, chiedendo la bonifica, l’ esecuzione dei monitoraggi e i tempi di attuazione.
Il timore scaturiva anche per i dati della analisi dei periti del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bari, che dimostravano che nella discarica si trovavano policlorobifenili, rinvenuto per fortuna nel percolato e non ancora nella falda. In quell’ incontro la Regione rassicurò le associazioni.
– Ah sì, venne pure Michele Emiliano a fare sopralluoghi e promesse…E cosa è successo dopo?
– A causa della pandemia non si sono più avute risposte.
Lo scorso anno le indagini geofisiche ed elettromagnetiche condotte da Arpa Puglia a Burgesi non avrebbero rilevato la presenza dei fusti di policlorobifenili (composti chimici considerati inquinanti persistenti dalla tossicità, ndr). Se questa dovesse essere la verità ci si chiede perché il pentito avrebbe mentito?
Una vicenda che ad oggi alimenta ancora dubbi, tanti interrogativi, preoccupazioni per la falda e per la salute dei cittadini che sempre più si ammalano di cancro e che vede la necessità di continuare con monitoraggi mirati e approfonditi al fine di trovare una soluzione.
– Come sai, negli ultimi giorni della sua vita, nel 2008, poco prima di essere assassinato, l’allora consigliere provinciale dell’Italia dei Valori Peppino Basile aveva ripetutamente e riservatamente fatto cenno solo a pochi a una ‘bomba’ che aveva scoperto e che si preparava a rivelare all’opinione pubblica. Io, ho ragione di ritenere sulla base di quanto ho trovato al riguardo, che avesse scoperto un traffico di scorie nucleari radioattive portate da navi approdate a Taranto fin qui nel Salento. Tu che ne sai?
– Su Peppino so quello che sai anche tu, certo non abbiamo prove, anche se lo pensiamo in tanti, quindi sono aspetti che vanno citati solo come ipotesi.
– Gli effetti nocivi, devastanti, dei policlorobifenili e di chissà quali altri veleni tu li hai visti purtroppo da vicino, sulla pelle di tua madre, alla quale fai accenno nel video. Posso chiederti di raccontarci questa triste storia?
– Tutto è iniziato con la scoperta improvvisa di un tumore metastatico alle ossa che ha colpito il midollo osseo, nonostante controlli di prevenzione eseguiti ogni anno. Una patologia invalidante che provoca nei pazienti dolori atroci. Per un certo periodo ha costretto mia madre a letto immobile. Solo dopo la radioterapia e la chemioterapia mia madre è riuscita muoversi, a potersi sedere, restando allettata. Per le terapie trascorrevano una settimana a casa e una in ospedale.
Ad un certo punto è riuscita a camminare e per i medici era qualcosa di inspiegabile. Questa fase positiva durò solo alcuni mesi, fino a quando le metastasi arrivarono a colpire il cervello.
Iniziò la fase più dura, di nuovo la radioterapia, la perdita completa dei capelli, i dolori che diventavano sempre più forti e le trasfusioni. Infine, un’embolia polmonare che la portò alla morte.