ATTARANTATI, APOCALITTICI E INTEGRATI
di Giuseppe Puppo______Lunedì scorso 27 settembre artisti e intellettuali hanno reso noto un documento, sottoscritto da centoquarantatré personalità pugliesi, rivolto al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e all’assessore alla Cultura, Massimo Bray, contenete pesanti critiche alla gestione della Notte della Taranta.
La Fondazione che la regge e la governa è accusata, fra le altre critiche circostanziate, di “deriva commerciale e televisiva”, e di aver causato “il punto più basso della mercificazione e dello snaturamento della cultura immateriale salentina”.
Veniva inoltre richiesto di ”avviare una riflessione sull’operato della Fondazione Notte della Taranta e su quanto si sta compiendo sotto i nostri occhi. Magari aprendo – in qualità di governo regionale – un tavolo di discussione onesta e circolare sulle ‘promesse tradite’ delle istituzioni pubbliche rispetto a un movimento culturale nato dal basso”.
Tutto giusto, tranne il metodo e i destinatari. I sottoscrittori chiedono di porre rimedio al disastro a chi il disastro ha provocato, una speranza apocalittica quanto surreale, ti pare che Emiliano e company si accusino, si sconfessino e si eliminino l’un l’altro?
Nessuno del resto si è degnato di rispondere loro.
E ti pareva…
Non è una novità.
Nella precedente legislatura, il presidente della Fondazione, Massimo Manera, resistette imperterrito a richieste di chiarimenti non solo giornalistici e culturali, che era facile, ma pure, più difficile, gestionali, di precisi interventi volti a cercare di conoscere la situazione patrimoniale e gli ingenti flussi di denaro pubblico, rivoltegli da esponenti politici, in primo luogo l’ex consigliere Antonio Trevisi, al quale fu negato perfino l’accesso agli atti e che fu fatto desistere per sfinimento.
Ora Antonio Trevisi non è stato rieletto, e intanto il Movimento Cinque Stelle è entrato a far parte della maggioranza di Michele Emiliano in pianta stabile e convinta, quindi siamo a posto.
La novità di questa mattina è che il gruppo di Fratelli d’ Italia al consiglio regionale della Puglia ha diffuso il seguente comunicato:
“Se la Regione Puglia e la Fondazione della Notte della Taranta non rispondono all’appello dei 143 esponenti della cultura e dello spettacolo, lo facciamo noi di Fratelli d’Italia chiedendo l’audizione in Commissione Cultura e Turismo del presidente Emiliano, dell’assessore Bray, dei vertici della Fondazione e di una delegazione dei firmatari dell’accorato appello.
‘Sono tante le ‘promesse tradite’ – per dirla con le parole dei 143 – di questo governo regionale, sicuramente vi è anche quella di aver tradito l’iniziale spirito della Taranta, ma questo tradimento’ è stato perpetrato non solo sul piano della Cultura e dello Spettacolo, ma anche su quello economico. Per questo in sede di audizione chiederemo anche quanto costa ai pugliesi lo show della Taranta, e se questa spesa è finalizzata all’obiettivo di mantenere viva una straordinaria tradizione salentina”.
Sarà la volta buona?
Macché…
Non succederà proprio niente.
Michele Emiliano è l’utilizzatore finale in termini di consenso politico di un vero e proprio sistema di potere di gestione della cultura e dello spettacolo in Puglia, che egli stesso ha costruito e perfezionato sulle tracce dell’operato del suo predecessore Nichi Vendola.
Sistema di cui fanno parte Massimo Bray, da lui nominato, e a sua volta ex presidente della Fondazione Notte della Taranta prima di Massimo Manera; Loredana Capone; i vertici di assessorati e apparati regionali, Teatro Pubblico Pugliese e Apulia Film Commission in primo luogo, altri buchi neri della cultura asservita, appaltata ad uso e consumo di amici e compagni, svilita e uniformata; e una rete parcellizzata e consolidata di amministratori locali, il sindaco di Lecce Carlo Salvemini e il suo assessore Paolo Foresio in primis, comunque tutti quanti perfettamente integrati.
Del resto Fratelli d’Italia adesso, Alleanza Nazionale prima, hanno precise responsabilità se è successo tutto questo, perché della cultura se ne sono sostanzialmente sempre fregati, sono stati incapaci di elaborare modelli gestionali alternativi, e hanno finito con l’adeguarsi alla perfezione.______
L’APPROFONDIMENTO nel nostro articolo del 5 settembre scorso