A leccecronata.it ANTONIO MACHI’ RACCONTA IL SUO LOCALE CHE FA TENDENZA SOTTO LA MOLE: “Ero a Nardò e mi sono innamorato, un colpo di fulmine…”
di Elena Vada______
Bello, dolce… irresistibile.
Che avete capito, non sto parlando di un remake della canzone di Gianna Nannini (‘Bello e impossibile’, 1986), neanche di un mio nuovo fidanzato (magari!) o simili, mi riferisco, invece, al “pasticciotto leccese” che tutte le mattine, o quasi, mangio qui a Torino nel locale di Antonio, nella centralissima e storica via Po. Il locale si chiama proprio “IL PASTICCIOTTO”.
A Torino, questa caffetteria/pasticceria/bakery, spopola.
Infatti, è di gran moda venire a gustare i suoi prodotti, comodamente seduti sotto i portici, o acquistarli, per portali a casa alla famiglia.
“Arrivo da lontano, neeh.. per i taralli, neeeh…”
Già, sono proprio i torinesi (ma non solo) che fanno la coda, al banco della pasticceria, per queste delizie:
“Ho l’auto in seconda fila… Ma… Son troppo buoni quei dolci pugliesi, aspetto…”
Compreso? Rischiano la multa (posteggio proibitivo, in via Po) per i pasticciotti ed il resto. Da italiana, filo-salentina, ne sono orgogliosa. In mezzo a kebab, kobo, sushi, jacket-potatos, canadian-chips, eccetera, scelgono proprio “Il Pasticciotto”.
Devo incontrare Antonio Machì (nella foto), il giovane ed intraprendente proprietario del locale per un’intervista…
Eccolo, mi viene incontro sorridente.
Un esplosione di simpatia, cortesia e sagacia. Ho letto la sua biografia e, preparatissima, sono pronta a fare qualche domanda in merito, ma, mi ferma subito: “Non parlare di me, Elena…” e comincia a raccontare, con un’enfasi travolgente, la storia di come ha creato, dal nulla, la sua attività.
Inizia dall’idea: “Ero a Nardò, da un amico che sta lì e mi sono innamorato, un colpo di fulmine…”
Cari leccesi, nonostante le bellezze (umane e naturali) che aveva intorno, Antonio si è innamorato del pasticciotto. Palato e gola dominano sugli altri sensi e lo travolgono a tal punto, che l’amore diventa passione ed Antonio scommette sul successo, di questo squisito dolce. Torino-pasticciotto: sarà un matrimonio fortunato? Di sicuro è una scommessa: “Ma io ci credevo e ci credo… ” sostiene Antonio.
Nel 2018 torna a Torino e comincia prendendo una panetteria, in un zona limitrofa della città . L’investimento è importante e faticoso, da tutti i punti di vista. Un’avventura ardua e pericolosa perché quel negozio, in via Bologna, non è ben frequentato.
“La clientela è da conquistare sul campo, con ogni strategia”.
Antonio racconta la vicenda, come Omero l’Odissea.
Più di una volta, trattengo il sorriso e cerco di rimanere compunta, mentre ascolto le sue gesta. “Guarda questa cicatrice, Elena, è il ricordo del primo frigo introdotto nel negozio di via Bologna, per la nostra pasticceria fresca, in primis il pasticciotto leccese, che proponevo con allestimenti particolari. Un frigo da salumeria, comprato da egiziani. L’ho riadattato io,…” inarrestabile, Antonio narra.
“Parlami dei tuoi pasticciotti, chi li prepara, chi li fa?”
“Sono confezionati, tutti i giorni, da una straordinaria coppia (madre e figlio) Emanuele ed Anna. Ha cominciato Emanuele, che nasce a Lecce, frequenta la scuola alberghiera di Otranto e, per quindici anni, fa esperienza nella produzione dolciaria. Origini e formazione, lo rendono il miglior Pastry Chef possibile, per il nostro pasticciotto.
Per suo desiderio, gli viene affiancata la mamma (di Melendugno), come premio per attaccamento e dedizione all’azienda che è come una famiglia, con un preciso motto “sangue, sudore, lacrime”, ovvero lottare, tutti insieme, per riuscita e successo”.
“Ma la crema…? Mi pare un po’ leggera”
“Si, i leccesi che assaggiano il prodotto, ci contestano, come te, la crema che è stata alleggerita… per adattarsi ai nostri tempi, ai palati moderni… ”
“Oltre ai due negozi, e i molti punti vendita, che vendono i pasticciotti leccesi che producete, quali sono i progetti per il futuro?”
“Il mondo… Cominciando da Barcellona (Spagna) dove aprirò a breve…”
Da questo ragazzo ci si può, davvero, aspettare di tutto. È tosto!
Se ci penso non riesco a crederci: ha aperto il negozio in via Po, 22 (centro di Torino) nel febbraio/2020, in piena pandemia, con un mono-prodotto: il pasticciotto leccese, sfidando una città chiusa e diffidente, come Torino.
Un incredibile coraggio, premiato dal successo.
Dove arriverà il pasticciotto? Dove lo porterà Antonio. In che paesi e continenti? In che idiomi, sarà chiamato? Rappresenterà un pezzo di Puglia e, soprattutto, la tradizione dolciaria salentina, in giro per il mondo.
Ai leccesi, che verranno a Torino, la raccomandazione di passare in via Po, 22, per assaggiare il “loro” pasticciotto. In questo locale, l’accoglienza sarà eccezionale come sempre, in quanto lo staff del negozio, è cordiale e gentile, “alla salentina”, per capirci.
Sono graditi commenti e consigli.
Propongo una collaborazione per i vini.
Meglio se leccesi, per accompagnare i pasticciotti salati, in vendita qui, magari in occasione di una “merenda sinoira”, (apericena, alla piemontese) prima del cinema o altro, simile.
Ora, con la bocca piena di dolci fragranze, vi saluto. Fatemi sognare. Questa è poesia!
Category: Cronaca
Il pasticciotto è buono! Ma la frolla è troppo morbida. Elens, come finisce la storia degli amanti impossibili???