RICORDO DI TONINO CAPUTO, MORTO GIOVANISSIMO A 88 ANNI
di Raffaele Polo_______
Fino a quando è stato possibile, Tonino Caputo (nella foto) ha visitato le mostre d’arte della sua città, mescolandosi, senza parere, ai mai numerosi ma sempre frettolosi ‘fruitori’ dell’arte contemporanea.
E, proprio lui, che ha caratterizzato con la sua vasta produzione un intero secolo di immagini, storceva il naso e non si dichiarava del tutto soddisfatto per quello che vedeva. Perché Tonino Caputo è sempre stato in grande fermento, assaporando movimenti e stili, maniere e gallerie di tutto il mondo, testimonial prezioso di Carmelo Bene e vivace interprete di scenografie di grande rilievo, compiendo dei veri e propri tour de force fra Roma e New York, in quegli States che, attraverso i suoi lavori, hanno assunto una dimensione particolare e inimitabile, creando un connubio impareggiabile tra vecchio e nuovo mondo, sottolineando come Caputo non abbia mai derogato dalla sua lineare e meditata progressione artistica, divenendo un vero e proprio punto di riferimento, un’icona per l’Arte del XX secolo.
Adesso, il pittore leccese (era nato nel 1933) se n’è andato, silenzioso e meditativo, pare di vedere ancora il suo sguardo bonario con un pizzico di ironia, a soppesare le opere esposte nella nostra sofferta contemporaneità.
Di lui ci resta tanto: rimane soprattutto il suo mondo artistico, facilmente decifrabile e individuabile tra i tanti ‘maestri’ del Novecento. E rimarrà anche il simpatico ricordo della sua partecipazione a ‘Capricci’ (film del 1969 di e con Carmelo Bene), nel quale partecipa come attore e imbastisce una lunga scena in cui lo si vede lottare con il protagonista, sullo sfondo del suo studio romano. Una chicca, poco conosciuta, ma che è rimasta nel cuore dei cinefili, ammiratori del genio di Campi Salentina.
Entra definitivamente nel pantheon dei grandi artisti salentini, Tonino Caputo, un interprete eccezionale della nostra realtà. Sempre giovanissimo, nonostante avesse raggiunto gli 88 anni…
Category: Cultura
«Lecce perde con Tonino Caputo uno degli ultimi esponenti di quella generazione di artisti leccesi che si distinsero, sia nel panorama nazionale sia all’estero, nella seconda metà del Novecento e che portarono il nome della città nei principali circuiti dell’arte contemporanea di allora. Una scomparsa che ci riempie di tristezza ma che non ci lascia del tutto orfani. Perché di un artista restano sempre le sue opere, a imperitura memoria di una vita dedicata, come nel suo caso, alla pittura. Era considerato un artista viaggiatore, che trovava ispirazione nei suoi viaggi per il mondo. Immaginiamolo, quindi, partito per un altro di questi viaggi.
Alla sua famiglia e a chi gli ha voluto bene l’abbraccio mio e della città».