E PER SEMPRE REGINA VIARUM
(g.p.)______La strada, iniziata dal censore Appio Claudio nel 312 a.C. per collegare Roma e Capua, dovette essere prolungata in Puglia forse soltanto nel corso del III a.C., quando, conquistata Taranto (272 a.C.), i Romani si spinsero fino alla Messapia fondando, infine, la colonia di Brundisium (244 a.C.); certamente rimase uno dei principali percorsi nei secoli a venire, come indica la sopravvivenza in parte nella viabilità attuale e in alcuni tratturi come quello Tarantino (noti anche come “Via Appia antica”).
La chiamavano la regina delle vie, portava dal cuore della città di Roma a Brindisi, da dove ci si poteva imbarcare per l’Oriente.
Un itinerario strategico, che più volte poi, allora come in tempi più recenti, è stato percorso in occasioni solenni. Ed è stato pure variamente descritto, dalla memorabile satira di Orazio che accompagnava Mecenate in missione diplomatica duemilacinquantotto anni fa, al diario di viaggio a piedi contemporaneo di Paolo Rumiz cinque anni fa.
Oggi la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce e la Soprintendenza Nazionale per il patrimonio subacqueo, cominciano nuove indagini archeologiche, finalizzate a definire il tracciato preciso fra Taranto e Brindisi, oggetto di rifacimenti successivi, come di dispute storiche.
Le ricerche prevedono diversi scavi archeologici, lungo il tracciato ipotizzato dell’Appia tra Taranto e Brindisi, affiancati a ricognizioni archeologiche volte a individuare possibili resti da ricollegare alla presenza dell’arteria romana.
Si tratta non solo di indagare le tracce della strada, ma anche le infrastrutture e gli insediamenti connessi al percorso, inteso come elemento strutturante del paesaggio nella sua evoluzione attraverso i secoli.
Sono previste alcune giornate aperte al pubblico per permettere anche ai “non addetti ai lavori” di accedere alle aree di cantiere e conoscere le attività in corso tramite visite guidate dagli stessi archeologi.
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