VENTI ANNI SENZA INDRO MONTANELLI

| 23 Luglio 2021 | 0 Comments

(m.v.)______Venti anni fa moriva Indro Montanelli, il decano del giornalismo italiano.
Di se stesso, poco prima di morire disse: ”La mia vita professionale è la mia vita, tout court’‘.

A ricordare l’ultimo vero inviato d’assalto nella giornata di ieri è stato il presidente della Repubblica
“Il ricordo di Indro Montanelli, a vent’anni dalla morte, suscita ancora intensa partecipazione, non soltanto in coloro che lo hanno conosciuto più da vicino, ma anche nei tanti che ne hanno apprezzato le qualità di cronista, di narratore, di divulgatore storico, di polemista che non rinunciava ai toni forti anche a rischio di disorientare i propri ammiratori”.

La dichiarazione di Sergio Mattarella così prosegue:

“Il giornalismo di Indro Montanelli ha attraversato gran parte del Novecento. Iniziata la sua attività durante il regime fascista, fu inviato di guerra, e si distinse in quegli anni per dare completezza al suo lavoro, e nonostante la sua adesione convinta al fascismo sottraendosi alle maglie della propaganda.
Divenuto critico verso il fascismo, fu imprigionato a Milano nell’ultimo periodo della seconda guerra mondiale. Evaso dal carcere raggiunse la Svizzera, dove attese la fine del conflitto.
La Repubblica vide intensificarsi il suo impegno di giornalista e di scrittore.
Fu una delle firme più prestigiose del Corriere della Sera.
Fondò il Giornale e poi la Voce. Scelse strade nuove ogni qualvolta vide, o temette, invasioni di campo o limitazioni del proprio spazio di autonomia.
Le Brigate rosse lo individuarono come obiettivo, e l’agguato che provocò il suo ferimento fu un crimine contro la libertà dell’informazione.
Rifiutava con cocciutaggine qualsiasi omologazione, rivendicandolo al suo carattere di toscano.
Intellettuale dalle inesauribili energie, maestro di scrittura, giornalista intransigente nella difesa della autonomia professionale, è stato per decenni una personalità di rilievo nella cultura italiana e nel dibattito pubblico”.

 

Considerato da molti il più grande giornalista italiano del Novecento, si distinse per la concisione e limpidezza della sua scrittura, iniziando la sua carriera durante il ventennio fascista.

Successivamente fu per circa quattro decenni l’uomo-simbolo del principale quotidiano d’Italia, il Corriere della Sera.

In seguito, lasciato il Corriere per contrasti sulla nuova linea politica della testata, diresse per vent’anni un altro quotidiano fondato da lui stesso, il Giornale, distinguendosi come opinionista di stampo conservatore.

Fu gravemente ferito nel 1977 in un attentato organizzato delle Brigate Rosse. Con l’entrata in politica di Silvio Berlusconi,  da lui apertamente disapprovata, lasciò Il Giornale e, nel marzo 1994, fondò la Voce, un quotidiano che chiuse tuttavia l’anno seguente.

Fu anche l’autore di una collana di libri di storia a carattere divulgativo, Storia d’Italia,  i quali narrano la storia d’Italia dall’antichità alla fine del XX secolo.

In ciascuna di queste attività Montanelli seppe SEMPRE conquistare un largo seguito di lettori.

Category: Cultura

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