LA POLEMICA / ALBANO CANTA IN CHIESA AD ANDRIA PER UN MATRIMONIO, MA IL VESCOVO NON HA GRADITO
(g.p.)______Ormai è diventato un caso, che sta facendo discutere non solo sui social. Ecco quello che è successo.
Sabato scorso ad Andria, nella Cattedrale, due giovani, Alessandra e Michele hanno celebrato il loro matrimonio.
A sorpresa, come aveva organizzato un loro amico, grazie alla sua conoscenza, è arrivato in chiesa anche Albano, che si è prestato a fare un piacere al suo amico, e una grande sorpresa agli sposi, cantando per loro e per tutti i presenti.
Per evitare ulteriori polemiche, non si sa mai, abbiamo scelto di non pubblicare né foto né video dell’avvenimento, che stanno circolando tramite social in queste ore: preferiamo mettere la foto di quando si sposò lui, Albano, anche perché il tempo ruba i contorni ad una fotografia, che per tanti motivi è di struggente…nostalgia canaglia!
C’è da aggiungere per la precisione e per dovere di cronaca, che si è trattato di un’esibizione gratuita, e, inoltre, che Albano mica ha cantato che so? Felicità, o Il Ballo del qua qua, bensì un brano classico quale l’Ave Maria di Gounod.
Tutti contenti e…Evviva gli sposi!
Questo pomeriggio però la Curia di Andria ha diffuso un comunicato in cui stigmatizza l’accaduto.
Eccone il testo integrale:
L’altare non è un palcoscenico e i sacramenti non sono uno spettacolo
Le precisazioni della dell’ufficio stampa del Vescovo di Andria in merito alla esibizione di artisti nel corso delle cerimonie nuziali
Dal Vescovo S.E. Mons. Luigi Mansi è stato rivolto un richiamo forte al rispetto delle norme vigenti che riguardano le celebrazioni nuziali, in seguito alla segnalazione di alcuni episodi.
In particolare l’ufficio stampa della Curia Vescovile, della Diocesi di Andria, precisa che
«A nessuno è concesso di usare la liturgia come palcoscenico per organizzare esibizioni di artisti di qualunque natura. Sarebbe una grave offesa alla celebrazione e al luogo sacro. Inoltre si fa presente che i sacerdoti hanno il compito di verificare il rispetto di tali norme, visto che gli organizzatori potrebbero anche non conoscerle, perché non si ripetano più episodi di questo genere.
Aver tollerato, per buon senso, alcuni comportamenti che poi si son rivelati irrispettosi per il luogo sacro, per la santa liturgia e per la Comunità cristiana non vuol dire aver fatto dei favoritismi, ma semplicemente aver evitato situazioni che potevano divenire grottesche. Ma da oggi in poi si richiede a tutti: sposi, parenti, organizzatori, un comportamento consono alla cerimonia che resta un Sacramento e non uno spettacolo. I sacerdoti sono esortati ad adoperarsi per far comprendere la specificità del momento liturgico. Se proprio si vuole gli artisti possono essere fatti esibire durante la festa nella sala ricevimenti».
Category: Costume e società, Cronaca