EMERGENZA INCENDI SENZA FINE NEL SALENTO
(e.l.)_______E niente, ormai è un dramma, questa emergenza incendi nel Salento che continua a imperversare da settimane, distruggendo zone verdi tanto più preziose quanto perché in un territorio avviato per altri e diversi motivi alla desertificazione, senza che nessuno – governo, Regione, Provincia – riesca ad articolare un efficace ed efficiente piano sia di prevenzione, sia di repressione, del fenomeno nella quasi totalità di origine dolosa. Servirebbe a questo punto l’intervento dell’Esercito, ma nessuno ha pensato di mobilitarlo. La Protezione Civile fa quello ch può, i vigili del fuoco, in deficit di uomini e mezzi, sono allo stremo. I Canadair, per quanto utili e anzi risolutivi in simili circostanze, sono pochi e mal dislocati, in compenso i governi italiani negli anni scorsi hanno comprato strumenti di morte e di devastazione come gli F35 per fare un favore agli Usa.
Ieri l’episodio più grave si è verificato nella zona di Castro, a ridosso della Zinzulusa, dove le fiamme sono arrivate a minacciare le abitazioni , prima che il rogo, in serata, fosse messo in sicurezza.
Category: Costume e società
ROGHI PRIVATI E INADEMPIENZE PUBBLICHE
Sigg. Presidente Assessore agricoltura REGIONE PUGLIA
Il 29 maggio 2021 la Regione Puglia pubblica sulla stampa locale un’intera pagina per promuovere la lotta alla sputacchina. Essa è incentrata sulle “arature e le altre lavorazioni del terreno e le trinciature delle erbe infestanti..che devono essere effettuate nel periodo 10 aprile-10 maggio”
(sic). Meglio tardi che mai….E’ questa la tempestività, l’efficienza dell’apparato regionale nel richiamare al dovere di tali buone pratiche, preziose ancor più per la prevenzione degli incendi? Buone pratiche previste non solo dalle norme per combattere la sputacchina, ma già da quelle della “condizionalità” che subordinano il beneficio dei contributi europei Agea alla effettuazione delle stesse.
Ora è giusto e doveroso minacciare l’esclusione dai benefici ai proprietari dei campi ulivetati devastati dagli incendi; con la precisazione però che alcuni dei proprietari possono essere responsabili, ma altri ne sono vittime.
Peraltro nelle zone collinari o pietrose gli incendi hanno coinvolto anche i piccoli poderi dove sono praticabili solo le trinciature dell’erba che non preservano dalla combustione . Mentre le arature non sempre vengono effettuate (almeno nel Salento leccese) in grandi uliveti (o ex) pianeggianti, che pur continuano a beneficiare di contributi o indennizzi .
Qui ritorna l’annoso problema dei controlli sul campo, del mancato monitoraggio (già responsabile della diffusione del Codiro prima del 2013), coinvolgendo anche i comuni nell’eseguirlo inviando sollecitazioni e segnalazioni. Quanti i controlli effettuati e le sanzioni (da 1000 a 6000euro) comminate dai forestali preposti al controllo? I benefici e indennizzi non dovrebbero essere bloccati a coloro che non provvedono alle lavorazioni del terreno, preventive degli incendi? Andrebbe valutata anche la praticabilità che esse siano svolte in supplenza dall’Arif -in collaborazione con le associazioni di categoria (protagoniste di azioni dimostrative negli anni scorsi) – in casi di inadempienze più vistose e più a rischio, rivalendosi sui contributi previsti.
Alle minacce tardive, a danno non solo di responsabili dolosi o colposi degli incendi , ma anche di altri che ne sono solo vittime , è preferibile una strategia preventiva e articolata, che è latitante, almeno nel Salento.