NOTE D’ARTE / LA RICERCA DEI SEGRETI DELLA NATURA NELLA MOSTRA DI AMELIA SIELO
di Michela Maffei_______
“I fiori e le farfalle sono più grandi del normale perché la mia intenzione è di guardare dentro la Natura. È un tentativo di entrare dentro i fiori,per scoprirne il segreto”.
Con queste parole la pittrice Amelia Sielo spiega la pulsione che ha guidato negli ultimi dieci anni la sua ricerca artistica iniziata con l’apprendistato presso il maestro di scuola giapponese Michele Costantini.
Decennio in cui l’artista sperimenta, passando dal trompe l’oeil per la decorazione murale alle tele con l’uso dell’acrilico e del collage. Il processo creativo lavora in maniera inconscia ed irrompe nell’intuizione, nella scoperta geniale, nel pensiero sublime. Così nasce una mostra: con il titolo di Egorà (da Ego) si tiene a Lecce dal 20 al 30 giugno, ore 10-13 e 18-21 presso la Galleria Maccagnani in corso Vittorio Emanuele II n. 56, a pochi metri da piazza S. Oronzo.
Inaugurazione il 20 giugno alle 19.
Psicologa, psicoterapeuta, pittrice, co-fondatrice del centro d’arte Palazzo Marini a Lecce, e della compagnia di teatro ragazzi “Le Giravolte”, insegnante di disegno e pittura ai bambini, così Amelia Sielo racconta questa mostra: “Egorà è il risultato di anni di sperimentazione e lavoro creativo sul tema dei fiori e della natura, utilizzando varie tecniche pittoriche. Pochi mesi fa ho trasportato i soggetti a me cari sulla ceramica, ottenendo piatti per uso quotidiano e decorazioni murali”.
Il visitatore che varca la soglia si ritrova di colpo in luoghi differenti che sono tempi della persona, moti del suo spirito, esigenza di stupore e di appagamento. Si passa dal periodo delle farfalle a quello dei fiori per planare dolcemente, senza timore del vuoto, su una lunga distesa di forme.
Cosa sono?
Sono piatti su cui sono dipinte tutte le parti che compongono il soggetto pittorico: pesci, polipi, granchi, piante, fiori. Se i piatti sono separati non c’è soggetto, se si accostano, accade la magia della figura che si allunga, si dilata, prende più spazio e più tempo. Nella ricerca della visione unitaria risiede il gioco di osservare come si costruisce e decostruisce la realtà. E noi stessi.
È la pittrice a spiegarci cosa accade: “Nei piatti avviene la scomposizione delle forme. Una rosa di piatti forma la figura. Il significato potrebbe essere che noi siamo tutti frammentati, ma la frammentazione dell’Io si unisce in una Gestalt ovvero in una forma unitaria per costituire una identità unica”.
Cosa prova l’osservatore? Si sente trasportare nel fondo marino, solleticato dalle chele di un granchio verde muschio. Rimane sospeso su un ramo con i pettorossi di Emily Dickinson osservati dalla finestra. Fluttua nel parco giapponese di Hitachi in un incredibile varetà di fiori che sbocciano tutto l’anno, dove sciamano petali e farfalle senza peso e senza memoria, nell’eternità del ciclo delle stagioni.
Il simbolo delle farfalle permea l’arte, con rimandi alla sessualità, alla leggerezza, al doppio simmetrico, e Sielo le osserva con lo stesso procedimento di introiezione o proiezione, per guardare dall’interno: “È come se cercando di guardare i fiori dall’interno ne avessi una visione. Trovo delle strutture grafiche, geometriche, armoniose. È come se vedessi un’armonia all’interno del fiore che da lontano non si vede”.
La poetica di Amelia Sielo si condensa, in tal modo, in questo sguardo che usa l’ingrandimento, il primo piano fotografico, quasi il microscopio, al fine di soddisfare un’instancabile sete di bellezza:
“Questa ricerca va di pari passo con la mia ricerca interiore. Da psicologa mi piace guardare dentro le persone e le cose e scoprire armonia di forme e di colori, scoprendo una bellezza invisibile all’occhio distratto”.
Per ottenere cosa? Si domanda il lettore di questa narrazione che respira di arte en plein air.
La Meraviglia.______
Category: Cultura