NOVITA’ EDITORIALI / L’EDITORE SALENTINO BESA MUCI RIPROPONE “Fifofus e gli indiani” DI NORMAN MOMMENS
di Raffaele Polo______
La biografia di Norman Mommens è lunga e ricca di informazioni. Ma, per quello che riguarda i suoi ultimi anni e per quello che ci riguarda da vicino, vogliamo ricordare che nel 1970 si trasferì nel punto più a sud della Puglia, dove c’è abbondanza di cave per la pietra. Restaurò una vecchia masseria, trovando il giusto spazio per vivere e lavorare. Nella Masseria Spigolizzi ha potuto combinare la vita creativa d’un artista, pensatore e scrittore con il lavoro d’un uomo della terra, curando gli alberi di olivo, facendo il suo vino e coltivando il giardino.
Indubbiamente una figura apprezzabile che l’editore salentino Besa Muci ripropone con “Fifofus e gli indiani”, (42 pagine, 15 euro) primo volume di una serie di illustrati realizzati dall’artista fiammingo Norman Mommens (Anversa, 1922 – Presicce, 2000), pubblicato a Londra per la prima volta dalla prestigiosa Faber&Faber nel 1953, e ora disponibile anche per i piccoli (e non solo) lettori italiani nella collana Rendez-vous.
Il libro arriva nel nostro paese, grazie alla traduzione di Aldo Magagnino, e a vent’anni dalla morte dell’autore che in Italia ci era arrivato molti anni prima stabilendosi nel Salento fino alla scomparsa avvenuta nel 2000.
Mommens è stato uno scultore, pittore, fumettista e anche contadino. Era nato ad Anversa nel 1922, da padre fiammingo e madre inglese. In Olanda, nei primi anni del secondo conflitto mondiale, aveva studiato pittura murale presso la Scuola di Architettura e Arte Visuale, sotto il Professore H. Th. Wijdeveld. La deportazione in Germania e alcuni anni di lavoro forzato avevano poi interrotto i suoi studi. Rimpatriato, nel 1945, prestò un anno di servizio militare nell’esercito belga e cominciò a guadagnare da vivere in seguito praticando la pittura murale, il disegno industriale, la decorazione per scenografie ed esposizioni, prima in Belgio e poi in Olanda.
Nel 1948 si spostò in Inghilterra dove, prima di aprire un suo proprio studio, lavorò in un laboratorio di ceramica. Creò, nello stesso tempo, una compagnia di mimo che girava da un villaggio all’altro. Nel 1952 cominciò a lavorare la pietra, abitando per un periodo in un camion parcheggiato dentro una cava di granito in Cornovaglia.
Di questi anni è il primo matrimonio con una nipote di Charles Darwin e la pubblicazione della serie degli Indiani che venne inaugurata nel 1953 da Fifofus, a cui è seguito nel 1955 Dib-dib e poi Polutin nel 1957; tutti i volumi furono pubblicati dalla Faber&Faber di Londra. Nel contempo Mommens si dedicò all’illustrazione per diversi libri, scritti da altri autori, sia in Inghilterra sia in Olanda e Belgio.
Dieci anni dopo, insieme alla nuova compagna, la giornalista Patience Gray, traslocò a Carrara per scolpire il marmo. Nel 1963 trascorsero un anno sull’isola greca di Naxos lavorando la pietra locale tra cui un particolare marmo brillante a grana grossa. La vicinanza delle cave e la disponibilità della pietra sono stati il tema ricorrente che lo ha portato anche in Catalogna e in Provenza. Tornato a Carrara nel 1965, lavorò trovando spazio nello Studio Nicoli prima di installarsi in un’antica stalla per i buoi nella valle di Carrione. Poi, come detto, il suo trasferimento definitivo nel Sud del Salento.
Nella serie dei piccoli indiani, Norman Mommens ha voluto rappresentare il genio, la comicità e l’apertura di una piccola tribù di nativi americani alle prese con il cattivo ma sempre goffo gangster bianco e i piccoli animali che popolano le terre attorno.
Protagonista del primo libro è appunto Fifofus, un piccolo puma alle prese con un grande dilemma: il desiderio (e l’impossibilità) di camminare su due zampe come fanno gli umani. Nel tentativo di imparare la pratica, si troverà coinvolto in uno scontro dal sapore tragicomico tra il grande capo Anatrachecorre, lo stregone Baraonda e il cowboy Gambadicuoio, con conseguenze esilaranti.