IL DEBUTTO A TORINO IN PRIMA ASSOLUTA DI “Come va? Non c’è Bene, grazie!”. ANNA CUCULO METTE IN SCENA CON L’UNIVERSITA’ POPOLARE IL TESTO DI GIUSEPPE PUPPO
di Eugenio Limburgo______
Carmelo Bene è vivo!
Ma intrappolato nelle celebrazioni che Egli detestava. E’ questo l’esito del bel Lavoro teatrale di Giuseppe Puppo “Come va? Non c’è Bene, grazie!” che ripercorre la vicenda umana e artistica, strettamente identificate, del grande Innovatore; discusso, provocatore, certamente, ma l’ Arte è questo, superamento dei lidi noti e approdo a nuove visioni, o meglio perdersi nella ricerca e nel viaggio.
Gli anni Sessanta erano gli anni della sperimentazione anche in campo teatrale e il nostro conterraneo è uno dei principali esponenti di quel flusso innovativo. Bene mette l’accento sull’antitesi Teatro-Spettacolo, lo spettacolo inteso come mero intrattenimento, rappresentazione di Stato legata alla triade aristotelica di unità di luogo, tempo e azione.
Il Teatro è, di contro, un non-luogo disancorato dal tempo e caratterizzato dalla destrutturazione del Testo quale elemento centrale della liturgia tranquillizzante per il pubblico che già conosce cosa lo aspetta.
Bene rimane incatalogabile come Artista in quanto identificato nell’essere stesso svuotato di senso.
Il Lavoro di Giuseppe Puppo va in scena a Torino, al teatro San Giuseppe di via Andrea Doria, sold out da giorni, questa sera, domenica 30 maggio 2021, per la regia di Anna Cuculo, artista di solide e prestigiose esperienze.
Nell’occasione, a leccecronaca.it Anna Cuculo (nella foto) si è così espressa: “L’autore Giuseppe Puppo coniuga brillantemente i fatti seguiti alla morte di Carmelo Bene con una viva immaginazione, affidando i fatti stessi, i pensieri e alcuni concetti fondamentali a personaggi fantastici: fate, memorie, dubbi, foné.
In questo mondo visionario chi, come me, ha avuto la fortuna di ascoltare e apprezzare Bene dal vivo, ritrova sia il senso dell’essere-non essere che lo ha accompagnato e tormentato per tutta l’esistenza, sia il dubbio sulla parola enunciata (“… si slitta da essere parlante a essere parlato, cioè abitato da innumerevoli doppi che se ne contendono l’enunciazione”).
I giovani d’oggi, che per motivi di età non lo hanno visto esibirsi, possono invece usufruire delle registrazioni dei suoi spettacoli, film, molti scritti e numerose interviste, sempre caratterizzate da frizzanti e spesso violenti diverbi, scoprendo così un patrimonio immenso di arte teatrale, concettuale ed estetica… Ma questo a Carmelo Bene non lo diciamo, poiché sarebbe un ulteriore motivo di diverbio.
I brani musicali originali del Maestro Angelo Chionna sottolineano, come si trattasse della colonna sonora di un film, le diverse atmosfere e i caratteri dei personaggi, che sono ben delineati dall’autore del testo”.
E, infine, ho chiesto una dichiarazione per l’occasione a Giuseppe Puppo. Ecco quello che il nostro direttore mi ha risposto, parlando soprattutto di Maria Luisa Bene:
“Un piccolo progettino che facemmo insieme per una rappresentazione da realizzare a Lecce fu del tutto trascurato dai vari a vario titolo responsabili ai quali ci eravamo rivolti, per un piccolo aiuto, e fu fatto decadere.
Così come prima e dopo, in diverse occasioni, han fatto orecchie da mercante nei miei confronti quelli del Teatro Pubblico Pugliese, e i loro amici, e gli amici dei loro amici.
Lei, Maria Luisa Bene, sorella amatissima di Carmelo, che seguì per tutta la vita, ne rimase dispiaciuta, disse che si sarebbe rivolta all’estero, ma non ne ebbe il tempo, come per la biografia che avrebbe voluto scrivere insieme a me.
Intanto era stata sfrattata dalla storica dimora di Santa Cesarea Terme in nome della speculazione finanziaria, il dispiacere fu stato tale, che sicuramente contribuì all’insorgere a malattia che la uccise poco tempo dopo.
Io sono stato uno dei pochi che andava a trovarla: avemmo dovuto pure scrivere le sue memorie, e devo a lei un po’ di quello che a mia volta ho raccontato in qualche occasione.
Quando andai a trovarla la prima volta, nemmeno mi aprì. Le lasciai il copione sull’uscio di casa.
Lei lo lesse, l’apprezzò e mi telefonò dopo pochi giorni…
Fu così che ci conoscemmo.
E’ sintomatico che questo mio omaggio a Carmelo Bene, in cui cerco di spiegarne la grandezza proprio nella sua dimensione specifica del Teatro, venga realizzato a Torino, praticamente a dieci anni dalla sua ideazione.
Ringrazio una grande donna di arte e cultura quale è Anna Cuculo per averci creduto e per averlo voluto affrontare.
Ringrazio gli attori dell’ Università Popolare di Torino, che, dal basso, fra altri proposti, l’hanno scelto, mesi fa, quando iniziarono le prove.
In scena: Antonino Barilla, Sara Barone, Arianna Campagna, Francesca Corsini, Angelo Chionna, Lucia Colla, Diletta Dalla Casa, Gianpiero Farina, Maria Grazia Forgnone, Marina Muti, Ornella Pozzi, Giuseppe Roccuzzo, Daniela Segnan, Maria Troia, Valeria Volpe
Ringrazio con loro il Direttore Didattico dell’Unipop Enrico Panattoni e i docenti Sonia Camerlo e Pietro Giau.
Ringrazio il Maestro Angelo Chionna che di questa rappresentazione ha scritto le musiche originali.
La mia dedica, in memoriam, è per Maria Luisa Bene”.
Breve messaggio successivo inviato a caldo da Anna Cuculo: “Caro Giuseppe, lo spettacolo è piaciuto molto; gli allievi che si sono esibiti sono felicissimi e non vedono l’ora di replicare. Il testo è stato capito e molto apprezzato, addirittura commovente nella lettera di Aldo Moro. Ti manderò appena possibile una rassegna fotografica”.