MODA / MODE – I VECCHI
di Elena Vada______
Nati intorno agli anni Trenta, sono i nostri vecchi. E mi piace chiamarli così, non per mancanza di rispetto, ma perché alcuni di loro lo sono, nella testa, nel cuore, nel corpo e nell’anima.
Lo sono davvero. Hanno acciacchi, gravi o meno.
Ma, molte volte è solo solitudine, noia, nostalgia, sfasamento, sensazione d’inutilità: senilità.
Raccontano sempre le stesse cose. Fatti, aneddoti di vita vissuta. Senza rimpianti, ormai. Anche questi, i rimpianti, sembrano inutili o superflui.
Hanno i cassetti pieni di foto, cartoline, ricette… i ritagli non stanno più insieme, come i loro pensieri. Ma, non si butta via niente!
Ogni tanto si perdono con lo sguardo che vaga nel vuoto… Chissà dove?
C’è chi da, del “voi” e narra di fascisti impiccati o di partigiani fucilati. Che importa oggi, sapere da che parte stessero. Come la pensano.
Chi ha ragione o torto. Quanti accenti, cadenze, dialetti, diversi, si mescolano nei loro discorsi. È una Babele che ha trovato una comune, chiave d’accesso.
Le donne si lamentano e rimpiangono, più degli uomini. Ed ogni tanto mormorano, con rammarico: “Gli ho dato la vita e l’ho cresciuto come un principe…”. Fanno riferimento a figli distratti, che, forse, non hanno la gratitudine che dovrebbero, o meglio, quella che da loro, il genitore, si aspetta.
I nostri vecchi, vedovi, senza il coniuge/compagno di vita, deceduto, si sentono soli ed abbandonati. Perdono il senso dell’esistenza e la gioia di trascorrere, con serenità, l’ultimo tratto del loro lungo e, spesso, difficile, percorso, che volge al termine.
Stanno arrivando al capolinea.
“Al traguardo!” mi corregge uno di loro.
Giusto: traguardo!
Capricciosi. Tornano bambini.
Assecondarli? Certo, per quel che possiamo, dobbiamo ed è corretto, fare.
Ma si… giochiamo a scopa (facendoli vincere, di nascosto). Guardiamo Forum e la D’Urso alla televisione (finalmente capisco a chi, e a che, servono, queste trasmissioni).
“Governo ladro. Rubano tutti. Il Covid l’hanno inventato per decimare, noi anziani. Quelli guadagnano troppo…”
Qui, non esiste il Politically Correct e si usano fraseologie che non riporto, per riguardo a voi, cari lettori.
Alcuni vedono sempre nero, negativo. Altri la mettono sul ridere, con una forzata ironia, allegria, per sopravvivere, credo.
Distrarli dall’idea della morte è difficile.
” Pensi alla Regina Elisabetta, a Sophia Loren a Pozzetto, Michele Placido…” dico.
“Si, ma quelli hanno i soldi…”
“La morte non guarda in faccia nessuno” rispondo e poi cerco di ricordare cose belle della vita e mi ritrovo a parlare di calcio, campioni, di grandi attori, film e pettegolezzi da rotocalco.
“A me piaceva Amedeo Nazzari” dice una delle nonnine. “A me, Alida Valli, quella delle risaie, con due tette ed un culo cosi…” Replica un signore “Ma no, quella era un’altra – la cosa, come si chiamava…Anita Mangano?… No, no, Silvana – i ricordi ed i discorsi, si fanno confusi. I nomi precisi, fuggono di mente, ma la discussione si accende… e loro, i nostri nonnini, si distraggono un po’.
È l’ora della terapia.
Contestano le “pastiglie, i dosaggi” pur non capendone niente. Ma è routine, protestare. Fa notare l’assistente.
Tutti vaccinati e senza mascherina (almeno questo) si lamentano (una litania), fissando sempre la porta d’entrata.
Sperano di ricevere una visita.
Qualcuno arriverà!
“Certo, che si!” rispondo.
Speriamo!
Category: Costume e società, Cronaca