MODA / MODE – IL DIARIO DI BASTIAN CONTRARIA
di Elena Vada______
L’argomento principe di questo periodo, è il “politicamente corretto”.Ne sentiamo di ogni, in merito e, quindi, parliamo, discutiamo, (cercando di capire) con cognizione di causa o meno.
È la nuova psicosi. La fobia dei giorni nostri.
Siamo arrivati, infatti, a paradossi ed assurdi, incredibili. Ad esempio, criticare, addirittura, il Principe Azzurro delle favole, per il famoso bacio… “Desiderato, dall’interessata???”, chiedono i moderni censori. La Bella Addormentata e Biancaneve, non erano consenzienti, in quel momento. Pazzesco… caso da “Forum”.
Seguendo i dettami, di questa socio-filosofia, quanti film, capolavori della cinematografia, allora, non si potranno più vedere, così come monumenti e pitture. Oppure, quali canzoni saranno ascoltabili, sempre per la su citata questione?
Ieri canticchiavo, con il mio nipotino, il motivetto “Tucul” (rimembranza dei tempi delle gite parrocchiali) dove c’è una negretta che aspetta nella capanna (il Tucul, appunto!). Scorretto?
Ma, chi se ne frega! Questa esclamazione ricorda il ventennio fascista: di nuovo “politicamente scorretto”, quindi?!
E, chi se ne frega!!! Esclamo, un po’ inquieta e stizzita.
Dopo gli anni in cui siamo diventati tutti “NON qualcosa” (vedenti, udenti, pensanti, eccetera), è arrivata, successivamente, anche l’era del “DIVERSAMENTE…”, fino all’estremo, ridicolo, abbinamento a “giovane”, ovvero, una come me, sarebbe “Diversamente Giovane”, in pratica, correttamente: anziana.
Oggi, invece, parliamo… di Political Correct, enfatizzando, con questo fastidioso inglese, l’internalizzazione dell’intento: opinioni senza alcun pregiudizio di sorta.
Non posso dire “fastidioso inglese”???
Scorretto? UFFA!
Già, vedo il nostro Direttore che “storce il naso”, leggendomi. Dottor Puppo, lei mi conosce, sono politicamente scorretta, dalla nascita.
A dir il vero, in famiglia, mi chiamavano “Bastian Cuntrari”, che non è proprio la stessa cosa, ma quasi.
Comunque, la sensazione di dover controllare ogni parola, dichiarazione, discorso, in virtù di questa moda (e legge) del “corretto o scorretto” mi sembra una grave limitazione della libertà d’espressione, se mal interpretata. Basterebbero: educazione, buon senso, sensibilità. È una cazzata!
A già, “cazzata”, è termine scorretto.
Infatti, perché menzionare il pene (parte anatomica maschile) per indicare una cosa negativa e, al contrario, dire Figata, (citando la corrispondente parte anatomica femminile) per indicarne una molto positiva?
Potremmo continuare a citare infiniti esempi, come questo, riguardanti sostantivi, aggettivi, avverbi. Tutto può diventare o renderci: “Politically incorrect”.
Che mal di testa. Sarà che sto ascoltando, (televisione accesa) il nostro Premier, Draghi, che spiega la sua “cura per Italia”, con la studiata Manovra Economica che sta, sapientemente, mettendo in pratica.
Risponde ai giornalisti in modo deciso e conciso. Quasi lapidario.
C’è lo invidiano tutti, sarà bravissimo a fare i conti, ma non mi è simpatico, con quella saccente arroganza, da primo della classe.
Opinione personale, senza pregiudizi, di alcun genere.
Sono di nuovo, scorretta?
Vabbè, allora ditelo che ce l’avete con me! Mi faccio un caffè, per consolarmi.
Corretto o macchiato?
Questo è il problema!
Ma, “Francamente, me ne infischio!” come disse Rhett Butler (Clark Gable) in “Via col vento” (1939, diretto da Victor Fleming) film ambientato durante la guerra di Secessione americana (1861) e cancellato dalla piattaforma in streaming HBO Max (servizio on-demand, statunitense), perché rappresenta l’America con pregiudizi etnico-razziali.
Il film vinse, all’epoca (1940) otto Oscar, di cui uno all’attrice non protagonista, Hattie McDaniel (foto), di origine afroamericana, con il personaggio ” Mamie” balia di Rossella O’Hara, (Vivien Leight) protagonista (Oscar) della pellicola.
Il film è, ancora oggi, campione mondiale d’incassi, se adattato a cambio ed inflazione monetaria.
Ma è “politicamente scorretto”. Allora stasera lo riguardo (registrato). Sono solo quattro ore di spettacolo d’ intramontabile bellezza, intensità e coinvolgimento. “Dopotutto, domani è un altro giorno” (frase di Rosella O’Hara, nel film) e, chissà che inventeranno?!______
L’APPROFONDIMENTO nei nostri articoli del 3 e del 6 maggio scorsi
Category: Costume e società, Cronaca