MARCELL JACOBS, BORN TO RUN
di Mattia Ala____
L’Italia continua a sfornare talenti nell’ambito dell’atletica, in particolare nella categoria dei 100 metri piani. L’atletica leggera: la regina di tutti gli sport, in cui da anni otteniamo scarsi risultati a livello olimpico, in un po’ tutte le discipline. Ma le cose stanno cambiando.
Dopo il barlettano e leggendario Pietro Mennea degli anni Settanta e Ottanta, e Filippo Tortu, che due anni fa fu il primo italiano ad abbattere il muro dei dieci secondi, è ADESSO il turno di Marcell Jacobs (nelle foto) nuovo primatista italiano nei 100 metri con il tempo di 9″95, fatto registrare ieri al meeting di Savona.
“Il velocista venuto dal deserto”, lo hanno già definito, perché?
Marcel non è nato in Italia, bensì a El Paso, in Texas, negli Stati Uniti, 26 anni fa.
Il suo luogo di origine è tipico dei film western di Sergio Leone, o dei fumetti di Tex Willer, tanto per intenderci….
Quando compie due anni, dopo la separazione dei genitori – è figlio di un marines che prestava servizio presso la alla caserma ‘Ederle’ di Vicenza e di mamma italiana – si trasferisce nello Stivale, a Desenzano del Garda per la precisione, piccola cittadina in provincia di Brescia, di cui è originaria la mamma Viviana.
Guai però a definirlo americano, anche solo a metà: “Di americano ho solo le fibre muscolari, ma sono italiano al 100%”, ama ripetere sempre…
La sua carriera ha inizio con varie discipline sportive, nuoto, basket, calcio, salto in lungo, senza però ottenere mai grandi risultati.
Per non parlare poi dell’infortunio subito dopo una manifestazione di salto in lungo a Belgrado, una lesione al bicipite femorale della gamba sinistra……
Facile arrendersi in queste condizioni….
Ma Marcel no, non molla…Ha una tigre tatuata sulla schiena….
Compensa, infatti, i suoi limiti tecnici con una grande velocità…Ed ecco trovata un giorno l’ispirazione grazie ad un allenatore!
“Perché non provi con la velocità?!?” gli chiede l’allenatore federale ed ex campione mondiale indoor del salto triplo Paolo Camossi.
Come cantava Bruce Springsteen, era nato per correre…Ma non lo sapeva ancora.
Siamo intorno al 2017.
Da li comincia la sua ascesa fino al paradiso, fino all’Olimpo, fino a ieri, quando conquista il record nei 100 metri, migliorando una leggenda dello sport italiano: Pietro Mennea, già il nome dovrebbe dare l’idea della proporzione dell’impresa…
Vediamo le sue parole a caldo: “Dopo le indoor e la frazione corsa ai Mondiali di staffette, sapevo di essere in forma. Dovevo solo stare attento a non sbagliare in partenza, ma ci ho lavorato tanto. Ero teso ai blocchi, in quanto ero il primo ad avere grandi aspettative. Con lo stimolo di un avversario a fianco penso di poter migliorare ancora”.
Adesso tornerà in pista il 22 giugno a Rieti, porto a correre verso nuovi straordinari risultati….Filippo Tortu è avvisato….
A proposito…Sono amici. Rivali, ma amici. Grazie a loro, anche grazie a loro, soprattutto grazie a loro, l’Italia ritornerà ad essere protagonista alle prossime olimpiadi, in programma a Tokio dal 23 luglio all’8 agosto 2021, anche nell’atletica leggera, dai cui podi manca da tempo. Ah, e poi, oltre ai 100 metri, c’è pure la staffetta 4 x 100, dove saranno protagonisti.
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