‘A Lecce scelte urbanistiche contraddittorie”
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Giovanni Seclì, del Forum Ambiente e Salute Lecce, ci manda per conoscenza la seguente lettera aperta inviata al sindaco Carlo Salvemini e all’assessore all’Urbanistica Rita Miglietta riguardo al PUG, vale a dire il Piano Urbanistico Generale, lo strumento di disciplina urbanistica a livello comunale ______
Progettare per il domani e prefigurare da oggi: un’osmosi che incardina concretamente le linee portanti del nuovo PUG e insieme lo fa vivere già nelle scelte attuali. Quando invece queste sono più dipendenti dal passato e meno aperte al futuro, la programmazione urbanistica rischia –come di fatto è avvenuto negli ultimi decenni- di restare una buona intenzione, un succedersi di documenti cartacei, quindi destinata a dare nuovi buoni frutti –manomissioni e deroghe permettendo- in un futuro assai più lontano del 2024!
Intanto si procede in avanti con la testa rivolta al passato. E’ il caso della limitazione del nuovo consumo di suolo, della cementificazione del territorio -benchè si dovrebbe optare per lo stop-, del censimento, rigenerazione e riuso degli immobili pubblici e privati obsoleti, inutilizzati, non completati, degradati. Sono tra le linee guida e gli obiettivi prioritari del nuovo PUG! Peccato che nell’ultima occasione di scelte urbanistiche , che avrebbero permesso una loro attuazione , siano stati del tutto disattesi, caso unico nei capoluoghi pugliesi ( e forse anche nazionali).
Nella recente partecipazione al progetto QUALITA’ dell’ABITARE solo Lecce ha presentato una serie di interventi incentrati soprattutto sulla costruzione di nuove abitazioni (sessanta) nel quartiere S. Rosa; mentre altrove si è optato per il recupero , la rigenerazione, il riutilizzo degli immobili pubblici e privati desueti, operando nei fatti (a prescindere da PUG) uno stop al consumo di nuovo suolo: come peraltro previsto dal bando nazionale dello stesso progetto.
Peccato che il percorso verso le “buone intenzioni” del PUG sia lastricato ancora dai mattoni delle vecchie e insostenibili pratiche di nuova cementificazione, con correlato abbandono al degrado di un sempre maggior numero di appartamenti e locali pubblici e privati.
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