L’INCHIESTA “Fastidiosa” / 1 – “Ci aggiorniamo”
di Mattia Ala______
Come è noto, il batterio Xylella risulta oramai insediato in buona parte del Sud della Regione e ha già fatto la sua comparsa nella provincia di Bari. Per frenare la sua avanzata, l’Amministrazione regionale si impegna a rafforzare la vigilanza della fascia di territorio posto a cuscinetto tra la zona infetta e la zona indenne. Con il supporto operativo dell’Agenzia Regionale ARIF, da maggio ad ottobre saranno passati al setaccio 240 chilometri quadrati di territorio ed analizzate al laboratorio oltre 200 mila piante al fine di diagnosticare l’eventuale presenza dell’organismo nocivo ed impedirne la proliferazione.
Oltre all’eliminazione immediata dell’inoculo batterico, anche quest’anno sarà dedicata massima attenzione alla lotta contro la ‘sputacchina’, il piccolo insetto responsabile del trasferimento del batterio da pianta a pianta. L’esperienza di questi anni, in linea con gli elementi di prova scientifici più recenti, ha dimostrato che il controllo dei vettori è fondamentale per prevenire l’ulteriore diffusione di Xylella. Per tale motivo, il Piano di Azione 2021 prescrive l’applicazione di adeguati trattamenti fitosanitari contro la sputacchina in tutti i suoi stadi. Tali trattamenti comprendono prioritariamente le azioni meccaniche contro gli stadi giovanili prevedendo solo in ultima analisi e in una porzione ridotta del territorio trattamenti insetticidi da effettuare anche con prodotti fitosanitari adatti all’agricoltura biologica.
È utile ribadire l’assoluto rigore cui siamo chiamati nella lotta all’insetto vettore. In particolare, è assolutamente necessario attuare le operazioni di lavorazioni del terreno in modo da ridurre la popolazione della sputacchina quando questa è nella sua fase giovanile e non è ancora in grado di volare. Per questo motivo, dal 10 aprile e fino a 10 maggio prossimi, è obbligatorio eseguire le lavorazioni dei terreni, quali arature, fresature, erpicature o trinciatura delle erbe su tutte le superfici agricole non coltivate, sulle aree a verde pubblico, lungo i bordi delle strade e lungo i canali”.
Soprattutto continua nel prevedere e anzi imporre “trattamenti insetticidi”.
Nel documento non si parla di ulteriori eradicazioni, cioè abbattimenti, degli alberi ritenuti “infetti”, ma temiamo che esse vengano date per scontate.
Allo stesso modo come scontati, suggeriti e favoriti sono i reimpianti con altre specie non autoctone degli ulivi abbattuti.
A schierarsi contro il reimpianto è, fra gli altri, Crocifisso Aloisi, referente regionale per la Puglia del Movimento 24A Equità Territoriale, il quale nell’occasione a leccecronaca.it ha illustrato compiutamente le proprie considerazioni al riguardo:
“I NUMERI DICONO CHE I REIMPIANTI SONO FALLITI. SU UNA SUPERFICIE DI OLTRE 80 MILA ETTARI DI OLIVETI IN PROVINCIA DI LECCE POTENZIALMENTE INTERESSATI AI REIMPIANTI, SOLTANTO 1.500 SONO STATI GLI ETTARI SU CUI LE PICCOLE E GRANDI AZIENDE AGRICOLE HANNO FATTO I REIMPIANTI DI LECCINO E/O FAVOLOSA.
IL MOTIVO DI QUESTO FALLIMENTO È SICURAMENTE DA RICERCARE NELLA SCARSA CREDIBILITÀ DA PARTE DELLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI CITTADINI E DEGLI OPERATORI DEL SETTORE NEI CONFRONTI DI CHI HA SPONSORIZZATO IN QUESTI ANNI LA PRATICA DEI REIMPIANTI.
MA ANCHE CON GLI INNESTI LE COSE NON STANNO ANDANDO AFFATTO BENE. ANZI, LA DIFFUSIONE DI QUESTA PRATICA COME SOLUZIONE È ANDATA ANCHE PEGGIO RISPETTO AI REIMPIANTI.
MALGRADO CIÒ LA POLITICA, SIA REGIONALE, SIA NAZIONALE, CONTINUA A DIROTTARE FINANZIAMENTI PUBBLICI PER INCENTIVARE SOLUZIONI CHE CONTINUANO INVECE AD ESSERE BOCCIATE DAI VARI STAKEHOLDER LOCALI E CONTEMPORANEAMENTE CONTINUA A NON VOLER AIUTARE INVECE QUELLE CENTINAIA DI PICCOLI PROPRIETARI/AZIENDE AGRICOLE CHE STANNO TRATTANDO EFFICACEMENTE I LORO OLIVETI CON PRATICHE E PRODOTTI BIOLOGICI, CHE HANNO AVUTO ANCHE DIVERSE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE.
PRATICAMENTE UN FALLIMENTO COMPLETO E QUESTO È ORMAI EVIDENTE A TUTTI, BASTA GUARDARSI INTORNO ED OSSERVARE IL NOSTRO ‘PAESAGGIO’. TRA L’ALTRO VORREI RICORDARE CHE È LA STESSA DETERMINA REGIONALE PUGLIESE CHE HA AUTORIZZATO I REIMPIANTI A DIRE CHE NON SI GARANTISCE NEL TEMPO LA RESISTENZA E LA PRODUTTIVITÀ DI TALI CULTIVAR CHE SI POSSONO REIMPIANTARE. COME DIRE, SON FATTI VOSTRI SE IN FUTURO LE NUOVE PIANTE SARANNO COLPITE DAL DISSECCAMENTO O DAL BATTERIO DELLA XYLELLA FASTIDIOSA.
QUELLO CHE SI DOVREBBE SOTTOLINEARE È CHE IL DANNO PER IL TERRITORIO È EPOCALE ED INESTIMABILE: OLTRE A QUELLO PAESAGGISTICO, A QUELLO ECONOMICO DI UNA FILIERA PRODUTTIVA ORMAI DISTRUTTA IN SALENTO, OLTRE AL DANNO AMBIENTALE (CHE NON È SOLTANTO QUELLO RELATIVO ALL’USO DI PESTICIDI, INSETTICIDI. NEL 2018 IL MINISTERO PER L’AMBIENTE HA CLASSIFICATO GLI INCENTIVI ECONOMICI PER I REIMPIANTI COME SAD, CIOÈ SOSTEGNO AMBIENTALMENTE DANNOSO) C’È ANCHE UN DANNO CHE HA COLPITO TUTTI INDISTINTAMENTE ED È QUELLO RELATIVO ALLA PERDITA DI VALORE DEI TERRENI AGRICOLI SALENTINI.
INUTILE AGGIUNGERE CHE LE RESPONSABILITÀ MAGGIORI SONO ESCLUSIVAMENTE DELLA POLITICA CHE HA MESSO IN CAMPO SOLUZIONI ED APPROCCI INEFFICACI CHE, IN MOLTISSIME SITUAZIONI, POTREBBERO AVER ADDIRITTURA AUMENTATO IL PROBLEMA. UNA CLASSE POLITICA CHE SI È PRESTATA AL GIOCO DELLE PARTI TRA MEDIA, ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA, BARONATI UNIVERSITARI. UN GIOCO CHE HA CONFUSO L’OPINIONE PUBBLICA CHE NON HA MAI PERCEPITO FINO IN FONDO E NEI TEMPI GIUSTI CIÒ CHE STAVA E CHE STA ANCORA ACCADENDO”.
Dal canto loro, sempre in questi giorni, molte associazioni ambientaliste
– citiamo le prime firmatarie del documento elaborato appositamente: Comitato Ulivivo, Cosate Valle d’Itria, F.l.a.i.c.a. – CUB Coordinamento regionale Puglia Terra d’Egnazia APS, Fondazione di partecipazione delle buone pratiche, Comitato “per la Tutela delle Coste Monopoli”, Comitato “per la Tutela del Territorio Area Metropolitana di Bari”, APS Masseria dei Monelli / Ortocircuito, Azienda agricola biologica Giulia Costanza Colucci Fatafarina, ConsumAttori, Associazione Regeni ETS, Rete legalità per il Clima, Movimento No TAP/SNAM della provincia di Brindisi e redazione di emergenzaclimatica.it –
hanno evidenziato altre importanti considerazioni.
Ad esse, nel frattempo se ne sono aggiunte di ulteriori, in tutta Italia, per un numero che è arrivato con le ultime adesioni ad ottantacinque
“… Il piano vorrebbe imporre interventi obbligatori di diserbo/aratura su tutto il territorio regionale e di trattamenti fitosanitari (insetticidi neonicotinoidi) nella vasta zona di contenimento, pericolosi per l’ambiente, l’entomofauna (api e altri insetti impollinatori), le stesse produzioni agricole e la salute umana. Tutto ciò in aperto contrasto con la nuova Strategia Europea della Biodiversità 2030.
A nulla potranno valere le rassicurazioni dell’Assessore all’Ambiente Maraschio sul fatto che sarà consentito l’uso di ‘bio-pesticidi autorizzati e di prodotti naturali, che hanno dimostrato efficacia nelle sperimentazioni’ , trattandosi comunque di insetticidi che incideranno drammaticamente sulla biodiversità.
…A più di sette anni dall’inizio della cosiddetta ‘emergenza xylella’ la Regione Puglia continua ad ignorare le evidenze scientifiche che individuano in una serie complessa di fattori le cause del disseccamento degli olivi in Salento (da ultimo lo studio di Nuti & al), ignora tutte le pratiche di recupero degli oliveti disseccati e continua ad affidarsi ad un gruppo di potere accademico pieno di di contraddizioni e conflitti di interesse.
…In questi anni, l’obiettivo dichiarato della lotta ad un batterio, il cui ruolo non risulta ancora chiarito, ed al suo presunto “vettore”, la Sputacchina, ha celato una guerra al patrimonio degli olivi monumentali, che si vorrebbe sostituire con impianti super-intensivi di varietà brevettate
E’ lo stesso Ministero dell’Ambiente che nel Catalogo dei Sussidi Ambientali, classifica i finanziamenti ‘per il rilancio del settore olivicolo nelle aree colpite da Xylella fastidiosa’ come SAD, ‘sussidi ambientalmente dannosi’ in quanto favorirebbero ‘una riduzione di diversità di specie esponendo le stesse a nuove epidemie in futuro’, mentre ‘l’obiettivo dovrebbe essere quello di diversificare in termini genetici’ per minimizzare il rischio futuro”.
Questa la situazione aggiornata della così detta “emergenza Xylella”.
Passiamo ora a concentrarci sull’aspetto particolare degli abbattimenti degli ulivi.
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( 1 – CONTINUA )