CARLO SALVEMINI SULLE CONCESSIONI BALNEARI
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. L’ufficio stampa del Comune di Lecce ci manda una dichiarazione di questa mattina del sindaco che fa il punto della situazione sulla concessione di proroghe ai gestori dei lidi balneari delle marine, una questione che si trascina ormai da tempo.______
“Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta presentata dal Comune di “sospendere” le sentenze con le quali il TAR di Lecce ha definito illegittimo il diniego firmato dal dirigente sulla richiesta di proroga al 2033 delle concessioni in scadenza.
La V sezione del CDS ha ritenuto quindi di non doversi esprimere sul merito della questione: se cioè sia legittimo o meno concedere una proroga delle concessioni demaniali marittime al 2033, come richiesto dai gestori balneari.
Pertanto non è stata esaminata la questione di diritto posta a base della controversia e, in particolare, la compatibilità della normativa italiana con il diritto comunitario. Che ha innescato da tempo conflitto giurisprudenziale, dibattito dottrinale, avvio di procedimenti penali.
È utile ribadire che nulla cambia per la stagione balneare 2021: i concessionari demaniali dispongono infatti dei titoli autorizzativi per esercitare tranquillamente la propria attività. E’ sul futuro che resta l’incertezza.
Sarà inevitabilmente il pronunciamento di merito – la cui udienza non è stata ancora fissata – a dover stabilire se il dirigente comunale potrà legittimamente accogliere o meno la richiesta di proroga per i prossimi dodici anni. L’ordinanza odierna, infatti, non dà le risposte attese a nessuno dei protagonisti di questa vicenda: a chi presenta le istanze di rinnovo; a chi dovrà assumersi la responsabilità di concederle con propria firma.
È probabile – e fortemente auspicato – che intervenga nel frattempo una nuova disposizione del Governo, come in tal senso sollecitato sia da ANCI che da AGCM allo scopo di dare certezze agli imprenditori e tranquillità agli amministratori. L’invito come sempre è quello di misurarsi con una materia così complessa e controversa senza proclami e senza anticipare conclusioni definitive”.
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Senza voler puntare il dito contro qualcuno e nell’esclusivo interesse pubblico ho chiesto alla Corte dei Conti di approfondire il tema dei 48 mila euro che il Comune di Lecce ha speso per affrontare il contenzioso intrapreso contro gli stabilimenti balneari. Questa somma grava sui cittadini e poteva essere risparmiata se il Sindaco e la Giunta avessero provveduto a dare esecuzione alle 13 sentenze del TAR Lecce.
L’articolo 1, commi 682 e 683, della Legge n. 145 del 2018 ha stabilito il diritto alla proroga sino al 31 dicembre 2033 delle concessioni demaniali marittime degli stabilimenti balneari e il TAR Lecce, nel corso del 2020, confermava già la necessità di applicare questa norma, affermando che non sussiste alcun margine di discrezionalità da parte dei Comuni.
L’Amministrazione leccese, però, discutibilmente, ha rigettato tutte le domande di proroga formulate ai sensi della Legge 145, prevedendo per i concessionari una semplice ed eventuale proroga tecnica di soli 3 anni.
Tutti i concessionari, naturalmente, non accettando il rigetto, sono ricorsi ben 13 volte al TAR leccese, ottenendo altrettante sentenze favorevoli.
Ma, nonostante le sentenze, e nonostante le circolari della Regione Puglia che imponevano la proroga, il Sindaco e la Giunta Comunale, invece di conformarsi, magari facendo salvi gli effetti di eventuali successive modifiche normative o cambi della giurisprudenza, non solo hanno deciso di proporre ben 13 appelli dinanzi al Consiglio di Stato contro le sentenze del TAR, ma ne hanno anche affidato l’incarico ad un avvocato esterno all’Amministrazione.
Il Consiglio di Stato, successivamente, con 11 ordinanze emesse nel mese di aprile 2021, ha rigettato tutti gli appelli del Comune, confermando le precedenti decisioni del TAR e condannando l’Amministrazione al pagamento delle spese legali, oltre IVA e CAP.
Ad oggi, le somme che il Comune dovrà sborsare in ragione delle discutibili decisioni assunte dalla maggioranza del Sindaco Salvemini, ammontano a complessivi 47.849,76 euro.
La Città di Lecce è una realtà connotata da una forte vocazione turistica. Ciò grazie anche alle sue marine, che hanno tutte le potenzialità per costituirne il fiore all’occhiello. Gli imprenditori impegnati nel settore turistico e balneare dovrebbero essere sostenuti ed agevolati dall’Amministrazione Comunale, soprattutto in un momento storico drammatico come quello che stiamo vivendo, e non certo ostacolati con futili quanto improduttive azioni giudiziarie, prive, tra l’altro di adeguate motivazioni giuridiche. Un quadro triste, questo, reso ancora più penoso dall’aggravio dei costi che il Sindaco e la Giunta Comunale hanno generato nelle casse del Comune.
Come è noto, il Presidente del Consiglio di Stato Filippo Patroni Griffi, con decreto 160 del 24 maggio 2021, ha deferito alla Adunanza plenaria del Consiglio di Stato del prossimo 13 ottobre 2021 le questioni relative alle proroghe automatiche e generalizzate delle concessioni demaniali marittime e alla sussistenza, o meno, dell’obbligo per l’apparato amministrativo e per i funzionari dello Stato di disapplicare la norma nazionale (la legge 145/2018) che dispone, in maniera “confliggente col diritto dell’Unione Europea”, le proroghe al 2033.
La “Plenaria” dovrà anche stabilire se l’obbligo di disapplicazione sia riservato ai Giudici o spetti anche alle altre articolazioni dello Stato (come avvenuto nel caso di Lecce). Dalla decisione della Plenaria dipenderà il destino dei provvedimenti di proroga al 2033 che alcune amministrazioni locali hanno già concesso.
La decisione di Patroni Griffi giunge dopo la lettera del 19 aprile scorso, con la quale il Sindaco di Lecce Carlo Salvemini, all’indomani della ordinanza con cui la V Sezione del CdS riteneva di rigettare la tutela cautelare proposta dai legali del Comune (Laura Astuto e Silvestro Lazzari) contro la sentenza del Tar Lecce 73/2021, chiedeva al vertice di Palazzo Spada di dispiegare ogni opportuno intervento “ai fini di una sollecita decisione di merito della questione di rilevante importanza, la cui urgenza è evidente, esposta ai rilievi della Commissione Europea ed alle connesse conseguenze”. Nel riscontro alla lettera del Sindaco, il 26 aprile scorso, il Presidente Patroni Griffi assicura tempestività sull’approfondimento del tema, peraltro già noto al Consiglio di Stato.
Così è stato: l’iniziativa di Patroni Griffi, assunta, come si legge nel decreto, in ragione della “particolare rilevanza economico-sociale” della questione e per “assicurare certezza e uniformità di applicazione del diritto da parte delle amministrazioni interessate, nonché uniformità di orientamenti giurisprudenziali”, riguarderà l’appello pendente presso la V sezione del Consiglio di Stato proposto dal Comune di Lecce contro la sentenza del Tar Lecce n. 73/2021, con la quale il giudice amministrativo ha ritenuto non spetti al dirigente comunale disapplicare la norma.
“L’iniziativa del Presidente Patroni Griffi, che mi sento di ringraziare da sindaco e alle prese come tanti colleghi con questa spinosa materia, ribadisce la complessità nella quale ci si muove sul terreno del rilascio delle proroghe delle concessioni balneari – dichiara il sindaco di Lecce Carlo Salvemini – Un tema di rilevantissimo interesse economico e sociale, che riguarda la gestione, in regime di libera concorrenza, di beni comuni di eccezionale valore come le nostre spiagge. Un tema sul quale a livello legislativo, amministrativo e giudiziario finora lo Stato non è riuscito a fornire certezze né ai concessionari demaniali, né ai potenziali nuovi investitori che vogliono misurarsi con procedure di evidenza pubblica, né agli amministratori, né ai funzionari pubblici che, con la firma degli atti, assumono la responsabilità di provvedimenti di proroga e di eventuali danni ai Comuni e allo Stato che questi potrebbero comportare. Proprio a tutela di tutti i soggetti coinvolti, Lecce attenderà il pronunciamento dell’Adunanza plenaria prima di adottare ulteriori atti sul tema delle proroghe delle concessioni demaniali marittime attualmente presenti sul nostro litorale”.