NOVITA’ EDITORIALI / “La Quarta Estate”, UN ‘Viaggio nel cuore della follia’ DI GIULIANO MINICHIELLO
(r.p.)______
È certamente un libro di non facile lettura, riesce ad affascinare per la sua forma asciutta, tutta di seguito, una massiccia vicenda che l’autore vuole porre sul tono didattico e umanistico, piuttosto che offrirci un romanzo di facile comprensione.
Sono evidenti le implicazioni intimistiche ed esistenziali e Giuliano Minichiello, in questo suo ‘La Quarta Estate’ (Luca Pensa Editore, pag.140, euro 14) utilizza molto bene tutti gli espedienti letterari degli scrittori di buona levatura, a cominciare dall’idea del ‘manoscritto’ che viene utilizzato da autore anonimo…
La vicenda narra di una clinica, situata sulle Alpi, dove alcuni pazienti impazziscono per effetti di terapie sconosciute, ma guariscono da malattie che li affliggono da anni. In un contesto ricco di interminabili lotte di potere il protagonista è un vecchio studioso, in preda a frequenti allucinazioni e tuttavia ancora in grado di scoprire i lati oscuri delle esistenze attorno a lui. E infatti, nell’intuire una sorprendente verità, prende la decisione che gli pare più ovvia, per poter guarire. Ma non è così semplice: per lui e per tutti, si nascondono circostanze temibili e decisive.
La storia, per certi versi attualissima, si svolge in un contesto dove infuria una terribile e mortale follia, generata dall’uomo e dai delitti che, nel corso dell’evoluzione e in nome di nobili principi, questi ha implacabilmente consumato.
Un’ottima prova letteraria il ‘Viaggio nel cuore della follia’ che Minichiello scandisce in tre parti: La follia delle cose, La follia degli uomini, L’ultima estate.
Da segnalare la motivazione che l’autore inserisce, nella sua ‘Premessa’ a proposito di questo libro: “Il carattere autobiografico (…) rende maggiormente utile la pubblicazione, che rientra nella tradizione dei resoconti delle conversazioni cliniche tra medico e paziente, il cui esempio più significativo è, forse ancora oggi, lo struggente incontro/scontro tra Dino Campana e il supponente medico del manicomio in cui il poeta trascorse gli ultimi anni di vita”.