QUEI VENTI MINUTI MALEDETTI A FORZA 2
di Raffaele Polo______
Mi fa male la testa, ‘la cervicale’. E, fuori, piove.
‘Niente passeggiata’, dico fra me e me. E, tutto sommato, non mi dispiace di immergermi nella lettura di un vecchio libro, oppure affrontare un nuovo testo: ne ho da parte parecchi, da leggere ‘nelle giornate di pioggia’. Appunto.
Ma ci sono alcune necessità imprescindibili. Ad esempio, da quando il Covid ci costringe a casa, le mie due auto sono ferme, all’aperto. E mi devo sforzare di farle ‘girare’ almeno un poco, perché un’auto ferma finisce per bloccarsi del tutto e la batteria, poi… Perciò, un giorno una e un giorno l’altra, devono essere messe in moto. Inoltre, devo ‘fare una passeggiata’ di almeno mezz’ora, fa bene alla salute, sennò mangio solamente e guardo la televisione, nessun tipo di movimento…
‘Fai il tapis roulant!’ mi suggerisce mia moglie, pur sapendo che quel dannato affare non lo sopporto.
E, anzi, l’antipatia è reciproca: lui scricchiola e vibra quando lo metto in moto (lo fa solo con me, c’è chi dice che peso troppo ma io sono convinto che si tratti della inspiegabile antipatia degli oggetti verso il sottoscritto, c’è sempre stata, solo in alcuni periodi si sopisce, ma poi riprende con vigore: tazzine e caffettiere che improvvisamente cadono a terra, bicchieri che si rompono appena mi avvicino, il vino che fuoriesce dalla bottiglia e macchia la tovaglia appena lavata, tutti episodi che mi perseguitano da sempre…) e, a volte, si ferma bruscamente, proprio quando sono sovrappensiero.
Ma oggi piove. E, come si dice in quel gergo familiare che caratterizza ogni famiglia, ‘mi tocca’.
Il tapis roulant è piazzato davanti al televisore, così posso distrarmi durante la ‘passeggiata’. Che deve durare almeno venti minuti e va fissata a ‘forza 2’ ovvero ad una difficoltà media (‘io ho fatto un’ora a forza 3.5!’ dice mia moglie, sempre agile e scattante).
Ho la cervicale, già è molto se sopravvivo a questi venti maledetti minuti.
Non guardo neppure la TV, a quest’ora ci sono i programmi ‘per le casalinghe’, dappertutto ricette di cucina e consigli per le pulizie. Sì, c’è un vecchio film, ma l’ho visto almeno cento volte e poi devo concentrarmi su questa piattaforma che scorre malevola e pare sempre pronta a colpirmi. ‘Quante calorie hai consumato?’ mi chiede l’esperta coniuge, che ci va a nozze con quel piccolo schermo posto sul tapis e che snocciola in successione minuti, calorie, metri percorsi e altre indicazioni che non guardo neppure.
‘Non so, due, forse tre…’ rispondo sottovoce. E mi vedo, come in sogno, a camminare come un criceto nella ruota, mentre di fronte a me scorrono le immagini di una besciamella particolare…
‘Che si mangia oggi?’ chiedo speranzoso: l’idea di un buon pranzo può aiutarmi a raggiungere il traguardo. Ma non mi viene dato riscontro, sento solo lo scricchiolio del tappeto sotto di me, sono i cilindri che si lamentano, anche loro sembrano dirmi che mangio troppo.
Adesso, alla Tv c’è il Telegiornale. E si susseguono le immagini di chi si vaccina, e di chi è ricoverato negli ospedali…
Mi ricordo di avere la cervicale, spengo silenziosamente l’aggeggio e il televisore, mi accascio sul divano, con un libro. Ma la mente, lo sguardo, corrono fuori.
Quando finirà questa maledetta prigionia? Ci mancava anche il tapis roulant.
‘Vado a spostare la macchina’ grido mentre esco sotto la tradizionale pioggerellina di marzo.
E metto in moto, il motore rugge subito, meno male, adesso mi toccano tre-quattro giri dell’isolato.
Finalmente, qualcosa che mi piace fare.
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