NOVITA’ EDITORIALI / IL ROMANZO “L’anno in cui fu inventato il cigno” DI ARDIAN-CHRISTIAN KYCYKU
di Raffaele Polo______
Ecco un altro avvincente romanzo che ci viene dalla ‘Terra delle Aquile’: ambientato in una città sul lago di Ocrida, il romanzo inizia con l’uccisione casuale di un “ubriacone apolitico” sullo sfondo della fine del dominio ottomano.
É nell’Albania comunista, però, che, dopo una notte d’amore, uno studente va a nuotare nel lago. Lascia un biglietto alla sua ragazza promettendole che tornerà presto. Non sa che durante la notte qualcuno è riuscito a passare a nuoto il confine con la Jugoslavia e la polizia sta arrestando chiunque si trovi in acqua. Finirà in prigione con l’accusa di alto tradimento e tentato espatrio. La cella buia, popolata apparentemente da spettri, evoca uno spazio indefinito fuori dal tempo, iperbole rovesciata della città (cioè dell’Albania) e della sua storia.
L’anonimo protagonista vi sperimenta una sfasatura temporale e simbolica, che gli rivela la reale condizione del suo paese. E’ in quest’Apocalisse (rivelazione sospesa), che la parola si rifà Verbo e graffito, strumento di una possibile reinvenzione di sé e del mondo. Simbolo enigmatico e spettrale della rivelazione è il cigno del titolo, fragile, ma irriducibile sfida alla mostruosità della Storia e alla degradazione dell’umano.
Ardian-Christian Kyçyku (nella foto), che scrive in rumeno, la lingua della sua patria di adozione, procede con scrittura asciutta, lineare e pregna di potente realismo. ‘L’anno in cui fu inventato il cigno’ (Besa, pagg. 144, 14 euro) è un romanzo che narra tempi diversi, incastonati in un mondo solo, quello albanese. Storia e umanità si stringono diventando un tutt’uno, gli spettri che animano le vicende delle epoche e dei tempi, sembrano essere gli stessi che in qualche modo alimentano la distruzione e il degrado dell’umanità.
Nasce così una sfida, debole all’apparenza, ma che trova nella comunicazione un mezzo per affrontare i mostri della Storia, nel tentativo di salvare e salvaguardare l’umanità.
Un romanzo coinvolgente, dalle diverse sfaccettature, dove nulla è lasciato al caso, in cui ogni fatto e ogni personaggio trovano la loro giusta collocazione all’interno della narrazione. Buona la dovizia di particolari che caratterizza il racconto, non appesantendo la lettura, ma rendendola ancora più avvincente.