I TEMPLI DELLA NUOVA ERA
di Raffaele Polo______
Sono solo due i luoghi in cui puoi sostare, in questi giorni di lockdown in zona rossa. Oltre casa tua, naturalmente, puoi andare solo al supermercato oppure in chiesa. E la competizione tra sacro e profano si ripresenta, ancora una volta, in tutta la sua incredibile efficacia. Del resto, i templi dell’era contemporanea sono proprio i centri commerciali, che finiscono per diventare l’esclusivo punto di riferimento per il cittadino contemporaneo. Che la società sia cambiata, rispetto a qualche decennio fa, è verificato proprio dalle frequentazioni e dalle spontanee ricerche di mercato.
La domenica, sino a qualche lustro addietro, la sequenza era: la messa, la passeggiata in centro per comprare le paste, il pranzo abbondante, il riposino pomeridiano e l’uscita serale per andare in piazza, luogo di aggregazione deputato alla presenza nei bar e nel corso principale, che portava ai Giardini o alla Villa…
Adesso, invece: poca messa, poca pasticceria, pranzo normalissimo e nostalgia per il ristorante (prima frequentato solo nelle grandi occasioni, oggi quasi obbligatorio nelle festività: con il lockdown, siamo tornati alle abbuffate domenicali. Ma passerà…) Poi, nel pomeriggio, visita al Centro Commerciale, per acquisti inutili e passeggio tra boutique e negozi di elettronica.
Addirittura, in tempi normali, ci si sposta in altre province, in altre regioni ma non per ammirare o visitare monumenti e bellezze naturali. No, no, si va all’Ikea oppure al Centro Commerciale che hanno pubblicizzato in Tv dove c’è tutto, ma proprio tutto, con enormi sconti e grandissima varietà di scelta.
A causa delle limitazioni del Covid 19, ci dobbiamo accontentare dei Centri commerciali vicino casa. Che sono chiusi, certo. Ma sono aperti perché i generi alimentari consentono l’apertura praticamente in tutti gli orari. E allora, ecco che giustifichiamo il nostro passeggio con l’ingresso all’Ipercoop, alla Conad o all’EuroSpin, che sono i più vicini e frequentati dai bravi leccesi.
A seconda dell’umore e un po’ timorosi per eventuali controlli che potrebbero essere nefasti (c’è sempre il Tutore dell’Ordine pignolo che fa come nel film con Troisi e Benigni, vuole sempre ‘un fiorino’ per qualsiasi spostamento, fino alla sospirata e spontanea invettiva del bravo Troisi…) scegliamo uno di questi ‘Centri’ commerciali per trascorrere la serata che altrimenti trascorrerebbe noiosamente davanti al televisore.
C’è da dire che, ormai, conosciamo benissimo la disposizione di scaffali e oggetti e ci soffermiamo volentieri a sfogliare i libri , osservare i televisori e gli elettrodomestici, ascoltare la musica e aggiornarci sulla telefonia, non manchiamo di acquistare una o due piante fiorite…
Sì, è consentita l’apertura solo ai negozi di generi alimentari, ma in questi enormi empori ci sono ‘anche’ gli alimentari. E dunque, ci misuriamo anche una camicia, un paio di pantaloni e, alla fine, compriamo il sushi, impressionati dall’aspetto impassibile dell’addetto che non parla, non sorride, sta lì ad arrotolare involtini di pesce e riso, intuiamo come è che la Cina e il Giappone sono avanti in tutto, se sono tutti così i lavoratori, non parlano, non ridono, non alzano gli occhi dalle loro incombenze, non hanno orario, non si lamentano…Ci viene da pensare che, forse, dormono anche lì, sotto il bancone, senza spostarsi mai…
Poi, con la mascherina che ci appanna gli occhiali, torniamo a casa. Effettivamente, in giro non c’è nessuno. C’è il lockdown con tutte le sue conseguenze.
Ma stasera, tra piante fiorite, sushi, pasticciotti e i pantaloni acquistati in saldo, la vita ci sorride.
A domani. I templi della Nuova Era ci aspettano fiduciosi.
Category: Costume e società, Cronaca