IL PROCESSO AI NO TAP, IERI LA SENTENZA. SESSANTASETTE CONDANNE E VENTICINQUE ASSOLUZIONI. LE REAZIONI DELLA DIFESA, CHE GIA’ PREPARA APPELLO. “I timori” E “l’angoscia” DEL SINDACO DI MELENDUGNO MARCO POTI’
di Chiara Evangelista______
È stato emesso ieri dal Tribunale di Lecce in composizione monocratica nella persona del giudice Pietro Baffa il provvedimento che chiude il processo di primo grado a 92 imputati, la maggior parte dei quali aderenti al Movimento No Tap, per i disordini avvenuti tra il 2017 e il 2019 in occasione dell’avvio dei lavori per la realizzazione del gasdotto Tap a Melendugno (nella foto, l’immagine che su mass media e social ne diventò il simbolo).
Dal dispositivo della sentenza emergono la condanna di 67 imputati a pene detentive (reclusioni e arresti) e l’assoluzione di 25 imputati. Per una parte dei condannati è stata disposta la sospensione condizionale della pena.
Le pene detentive vanno da tre mesi, a tre anni e due mesi, oltre a migliaia di euro di risarcimenti da discutere in separata sede.
I 92 imputati (67 dei quali ritenuti colpevoli e condannati) sono stati accusati a vario titolo di violenza privata, deturpamento, danneggiamento, manifestazione non autorizzata, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.
“Non crediamo possa essere una sentenza ad assolverci o a condannarci. Non riteniamo basti il parere di un Giudice a restituirci l’idea che il nostro agire sia stato legittimo oppure no”, queste erano state le dichiarazioni del Comitato No Tap, ancor prima che la sentenza fosse resa pubblica nella giornata di ieri.
Poi, più tardi, il Comitato ha parlato di sentenza dura e iniqua, evidenziando come il giudice sia andato spesso anche oltre quelle che erano state le richieste del pm: il procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi e i sostituti Francesca Miglietta e Maria Consolata Moschettini.
La difesa, nella persona dell’avvocato Francesco Calabro, intanto pensa già a predisporre l’appello. “Le sentenze non si discutono, sim impugnano. Credo – spiega il legale – ci siano argomenti perché il risultato cambi nei gradi successivi di giudizio”.
Intanto si attendono le motivazioni della sentenza poiché, dalla pubblicazione di quest’ultime, inizieranno a decorrere i termini per l’impugnazione e, soprattutto, sarà possibile capire tutto meglio, con cognizione di causa effettiva. Non appena le avremo, renderemo note le motivazioni addotte dal giudice a sostegno delle condanne inflitte.
Infine, nella tarda serata di ieri è arrivato il commento del sindaco di Melendugno, Marco Potì:
“Esprimo vicinanza e solidarietà ai tanti attivisti no tap che negli anni scorsi hanno voluto manifestare, a torto o a ragione, la loro contrarietà per un opera inutile, dannosa, pericolosa e, forse, pure illegittima ed oggi hanno ricevuto sentenze di condanna molto pesanti.
Senza voler entrare nel merito delle questioni, anche se ho le mie convinzioni, oggi ho comunque la netta, chiara, inequivocabile, impressione che il giudice abbia voluto punire, con sentenze e condanne molto, molto, molto severe e dare una esemplare lezione a tante cittadine e tanti cittadini (circa un centinaio), per la stragrande maggioranza incensurati e senza alcun precedente, per essersi permessi di cercare di contestare decisioni imposte e prese in luoghi lontani da qui.
Hanno riconosciuto per loro tali e tante tipologie di reati, non proprio da considerare preoccupanti, per i quali finanche la procura aveva addirittura chiesto l’assoluzione o la condanna per meno della metà dei periodi effettivamente inflitti poi in sentenza”.
E poi così conclude il sindaco:
“Ci saranno altri gradi di giudizio, che, spero vivamente, possano arrivare a conclusioni opposte.
Quest’oggi come cittadino, sento il timore che si sia voluto dare una lezione esemplare per chi si è permesso di abbandonare il torpore quotidiano e abbia deciso di manifestare per difendere i beni comuni, per aver sognato di poter cambiare quelle decisioni imposte e lontane.
Ho il timore che questo sia un segnale negativo per tutti e possa intaccare quelli che sono i principi costituzionali e democratici alla base di quel patto speciale che c’è tra i cittadini e lo Stato.
Oggi avverto con angoscia questi timori”.