LA MIA USCITA FANTOZZIANA AL MERCATO ALIMENTARI
di Raffaele Polo______
Sono stato al mercato.
Si, perchè è vero che in ‘zona rossa’ sono vietati gli assembramenti, ma chi vende prodotti alimentari al mercato, può esporre la propria merce. Non è il solito mercato pieno di vocianti venditori che si danno battaglia sui prezzi degli indumenti, ma c’è comunque tutto il colore e il sapore della frutta, della verdura, del baccalà e dei pizzi.
Veramente, proprio il venditore del pane e delle saporite specialità di grano, stava già andando via. ‘Come mai?’ ho chiesto. ‘Non è venuto nessuno?’
‘Al contrario’ ha risposto quello. ‘Ho finito tutto subito e vado via. Non era mai successo, se sapevo, portavo altri pizzi, altro pane…’ ha detto sconsolato, richiudendo la saracinesca della sua roulotte.
‘E non è rimasto niente?’ ho insistito.
‘Guarda, proprio ca sì signuria, è rimasta una pagnotta di grano di due giorni fa. Ma è buonissima se vuoi fare la bruschetta, col pomodoro e la ricotta forte. La cumandi?’ mi ha detto. E stava già incartando il pane.
‘Tre euro’ mi ha detto.
Non ho fiatato e ho messo l’involucro sotto il braccio.
Dal salumiere, i due giovanotti erano alle prese con un nugolo di donne battagliere: ‘La ricotta, l’hai portata?’ gridava una. E un’altra le faceva eco: ‘Il caffè trasparente voglio, non quello in stuoia’. Si riferiva al Caffè Quarta che non ho capito che differenza c’è tra quello impacchettato nella confezione color marrone e quello che lascia vedere il suo colore naturale.
‘Le mozzarelle sono finite, è rimasta solo una bomba’ ha detto il salumiere più loquace, che sembrava conoscesse tutte le sue attempate clienti.
‘Io, la bomba è mia, prenotata!!’ ha gridato una voce dietro di me. E il venditore ha fatto proprio come i banditori delle aste tradizionali. ‘Aggiudicata a Concettina!’ ha detto. E tutti ci siamo girati a guardare Concettina che aveva la mascherina ma si vedeva che era tronfia e orgogliosa del suo successo. Soprattutto perché aveva dimostrato a tutti che era conosciuta dai venditori e quindi persona ragguardevole.
Per non essere da meno, una affianco a me ha pigolato, dietro la mascherina: ‘Dammi un pezzo di gavoi, Mauro. Ma che sia buono…’ Sottolineando a sua volta che anche lei era ‘di casa’ e conosceva il nome dell’altrimenti anonimo salumiere.
Poi è venuto il mio turno. Ho cominciato a dire ‘ Tre etti di Parma..’ ma sono stato subito interrotto da una virago che era abbondantemente dietro di me. ‘C’ero prima io, mi sono spostata un attimo…’ ha gridato. Mi sono immobilizzato e non ho potuto fare altro che borbottare ‘Scusate’, arrossendo come chi è colto in fallo. Si sono girate a guardarmi, meno male che la mascherina ha coperto il mio imbarazzo. ‘Dimmi Nicetina, non c’è problema…’ ha detto il venditore di salumi, diventato improvvisamente come Cecco, garzone del fornaio che insidia la moglie di Fantozzi…
Quando è toccato a me, il dialogo è stato quasi kafkiano.
‘Ricotta…’
‘Niente’
‘Mozzarella…’
‘Terminata’
‘Tre etti di Parma…’
‘Che altro?’
Non mi serviva altro ma ho sentito lo stimolo a chiedere del caffè ‘trasparente’.
‘Solo in stuoia’ mi ha risposto quello, che aveva già preparato il pacchetto.
‘Quindici euro’
Mi è sembrato esagerato, ma non ho avuto il coraggio di fiatare e sono scappato via, inciampando nella esposizione di rape che l’ortolano affianco stava riponendo nel camion, apprestandosi ad andare.
‘Prendile tutte, ti faccio un buon prezzo’ mi ha detto.
E mi sono ritrovato stracarico di rape semi appassite. Però avevo conquistato il prezzemolo e il sedano, che bonariamente mi era stato elargito gratis.
Col mio prezioso carico, sbuffando e con gli occhiali appannati (maledetta mascherina…) ho pensato che meno male, il mercato è una volta la settimana… (a Lecce il lunedì e il venerdì).
Ma per adesso, solo alimentari.
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