L’EVASIONE IN ROSA E IN GIALLO DEL RINCHIUSO IN CASA

| 18 Marzo 2021 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

In un saggio del sociologo Jean Baudrillard, dal titolo ‘L’altro visto da sé‘, mi ha colpito la copertina dove è disegnato un uomo, seduto in poltrona, che guarda lo schermo Tv. E vede, nel televisore, la sua immagine. È un modo molto efficace per introdurre ai problemi, ai temi, alle discettazioni che ci vengono dal nostro rapporto con i media, la TV soprattutto.

Ora, in questi tempi particolari, la TV domestica è diventata fondamentale, nel bene e nel male.       Perché è l’unica forma di ‘spettacolo’ che ci è rimasta: niente teatro, niente cinema, ormai i nostri contatti col mondo esterno, reale e fantastico, sono esclusivamente attraverso lo schermo.

E abbiamo notato che la ‘nostra’ Televisione, ovvero la RAI che, in altri tempi è stata sistematicamente vituperata, ha compiuto passi da gigante e ci offre un assortito menù di trasmissioni e programmi, veramente per tutti i gusti. Teatro e opera lirica la fanno da padrone su RAI4 e l’impegno continua su RAI3. Poi c’è RAIScuola (interessantissima, al di fuori di facili e scontate ironie) e poi ci sono programmi specialistici su ‘come eravamo’ e sui luoghi della cultura, insomma non manca niente. Ma, in questo periodo, il fiore all’occhiello della programmazione RAI è dato dalle ‘fiction’ che si fanno seguire con grande interesse e piacevole condivisone, apprezzate per la fattura, la bravura degli interpreti e soprattutto l’ambientazione.

Prendiamo il recentissimo ‘Màkari’: le vicende sono abbastanza scontate e i personaggi ruotano attorno ai tradizionali interpreti delle Atellane e della Commedia dell’Arte: ma sono i luoghi, bellissimi, che si fanno ammirare. E riscopriamo una Sicilia poco conosciuta, ancor più affascinante di quella di Montalbano.

Pensate che anche Bari, nella ‘fiction’ di Lolita Lobosco, emerge come luogo magico e invidiabile, una città da scegliere subito per risiedervi e vivere felicemente (per carità, niente campanilismo, ma siamo pur sempre leccesi, no?) dove anche la ‘sgaliota diventa un raffinato piatto da leccarsi i baffi…

Non parliamo, poi, delle splendide ambientazioni de ‘Il Commissario Ricciardi’ con quelle penombre, quelle cupezze che così bene rappresentano gli italiani anni Quaranta del secolo scorso…

Ora, ricordiamo che quella delle trasmissioni di grande richiamo realizzate sui canali RAI (ai miei tempi c’era solo ‘il Primo’ e il ‘Secondo’ iniziava la sera, per poche ore…) fu una scommessa, una battaglia vinta dal genio (televisivo) italiano nei confronti degli States che ci subissavano con i loro prodotti: da RinTin Tin a Lassie, a Perry Mason, a Hitchock, a tutte le produzioni minori ma che hanno ‘formato’ intere generazioni (ricordate ‘Ai confini della realtà’?).

In Italia, soprattutto grazie a Sandro Bolchi, la TV propose i ‘classici’; da Il mulino del Po a I fratelli Karamazov a La Pisana fino ai più leggeri ‘La biblioteca di Studio Uno’, Ho incontrato un’ombra e Maigret con Gino Cervi. (Ci metterei anche il Tenente Sheridan, con Ubaldo Lay e ‘La cittadella’ con Alberto Lupo…).

Insomma, il prodotto italiano è migliorato ulteriormente ed è certamente soddisfacente.

Poi, se l’ultima puntata di Montalbano ha deluso tutti (ma così ha voluto la buonanima di Camilleri) e Mina Settembre adesso presenta uno show musicale, pure attendiamo con ansia il seguito di ‘l’amica geniale’.

Seduti in poltrona, davanti allo schermo, per qualche ora ci dimentichiamo di quello che c’è.

Fuori.

(Poi, se proprio non ce la fate ad utilizzare la RAI, ci sono sempre ‘Il grande Fratello’,  ‘L’isola dei Famosi’ e ‘Fratelli di Crozza’  sulle altre reti….)

Category: Costume e società, Cronaca

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