PAOLO FORESIO COME IL MITICO RENATO NICOLINI?
INTANTO – E FINALMENTE – IL COMUNE DI LECCE COMINCIA A RIPENSARE LA GESTIONE DELLA CULTURA, E APRE PER LA PROSSIMA ESTATE AD UN CARTELLONE DI EVENTI IDEATI DAL BASSO E CONDIVISI CON GLI ARTISTI. E’ UN PRIMO PASSO, ED E’ UN SEGNALE BENEAGURANTE. PER TUTTI
(g.p.)______Foresio, il prossimo Nicolini? Glielo auguriamo, sinceramente, a nome di tutti. A Lecce intanto è già estate. Potremo parlare dell’estate leccese, come quelle dell’estate romana, antesignana e lungimirante, mitica, dell’assessore Renato Nicolini negli anni Settanta?
Già questa, del 2021, con una rassegna di spettacoli che fin dall’impostazione vuole coinvolgere le associazioni e le imprese del mondo della cultura cittadina, con un programma da esse impostato e condiviso.
Il Comune si è portato avanti con lavoro e oggi ha pubblicato “sempre nel rispetto del norme Covid che le competenti autorità emaneranno per quei mesi, un avviso per la raccolta di proposte per spettacoli dal vivo di musica, danza e teatro, che interessino la città e le sue marine dal primo giugno al 30 settembre 2021”.
E’ una cosa bella, per almeno tre ordini di ragioni, che sottendono l’iniziativa.
La prima, perché è beneagurante. Poter pensare – anche soltanto pensare – che potremo presto uscire di casa, socializzare e fare tutti insieme eventi, ecco, da solo fa stare già bene.
Significa che magari l’incubo non sarà finito, questa estate, ma che con le ragioni sanitarie potremo imparare a convivere, come possiamo e dobbiamo fare. E comunque adesso basta con questo on line a distanza! Non se ne può più!! Riprendiamoci musei, biblioteche, auditorium. Presentazioni, conferenze, incontri, dibattiti e cineforum. Ricominciamo dalla cultura, per ritornare a vivere. Un anno senza emozioni dal vivo, è stato un anno di vita in meno per tutti.
La seconda, perché recepisce un’esigenza profonda, largamente condivisa, che viene dal basso, e, per passare dalla teoria alla pratica, una proposta concreta, lanciata un mese fa, onore al merito, da Fabio Musci, direttore artistico di Improvvisart, che, in una lettera aperta, chiese ai responsabili politici cittadini, fra l’altro in un contesto di espressioni nobili e toccanti, la realizzazione di un “prossimo cartellone teatrale di comunità”, modesta proposta, per sopravvivere.
La terza, perché sembra finalmente voler superare la logica riduttiva con cui finora questa amministrazione ha governato la realizzazione della cultura a Lecce, una monocultura delegata in buona sostanza alle tre grosse fondazioni regionali, Teatro Pubblico Pugliese, Notte della Taranta, Film Commission, enti chiusi, blindati, reticenti, pure poco e punto trasparenti (neanche a farlo apposta, lo stesso Consiglio Regionale proprio oggi ha deciso, se ho capito bene, di riesaminarne in toto l’operato), enti ai quali si continuano a dare ingenti somme di denaro pubblico, ivi comprese le generose elargizioni fatte con regolarità da qui, da Lecce, a colpi di decine di migliaia di euro a botta.
La cultura non deve avere monopoli, sistemi, appartenenze, per di più gestita dall’alto da una vera e propria nomenklatura: la cultura deve essere fermento dal basso, senza colori politici o appartenenze partitiche, propagazione feconda, libera elaborazione.
Una buona idea, dicevo.
Come recita il Comunicato stampa di oggi del Comune di Lecce, che “chiama le associazioni e le imprese del mondo dello spettacolo cittadino a presentare proposte, mettendo a disposizione per gli spettacoli gli spazi pubblici e gli immobili comunali, oltre ai servizi relativi alla fornitura di palco e sedute, l’assistenza di consulenti tecnici di fiducia per il disbrigo delle pratiche amministrative, la promozione sui canali di comunicazione istituzionali dei singoli appuntamenti e dell’intera rassegna” e spiega che “l’iniziativa si inserisce nel solco delle politiche di promozione culturale e degli spettacoli intrapresa dal Comune di Lecce negli ultimi anni, che vede nell’investimento su cultura e spettacoli una leva di promozione sociale oltre che di valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico cittadino”.
“E stato un anno drammatico per il mondo dello spettacolo, un anno che vogliamo superare insieme partendo dalle proposte che il nostro settore raccoglierà dagli operatori e dai luoghi e spazi pubblici che saranno a disposizione degli artisti” – ha dichiarato l’assessore allo Spettacolo del Comune di Lecce Paolo Foresio – “Questo avviso rappresenta un invito alle tante realtà d’impresa e associative del mondo dello spettacolo dal vivo a investire le proprie idee su un cartellone condiviso con il Comune, che possa segnare nella prossima stagione estiva la ripresa degli spettacoli, come tutti ci auguriamo possa accadere”.
“Questo avviso è il primo passo che compiamo per la ricostruzione di un tessuto di proposta culturale e di spettacolo dal vivo nei luoghi pubblici della città” – ha aggiunto l’assessore alla Cultura Fabiana Cicirillo – parlo non a caso di ricostruzione perché l’anno appena trascorso, con le restrizioni, le chiusure, le doverose quanto drammatiche misure di prevenzione del contagio, ha inciso in maniera pesante sul settore, portando tante realtà alla chiusura e tante altre a faticosi salti mortali per continuare ad esistere. Ci auguriamo che con questo cartellone la comunità artistica cittadina possa ripartire. Il sostegno del Comune, nei limiti delle possibilità che riusciremo a garantire, non mancherà”.
Bene, sono dichiarazioni di intenti importanti. E’ un primo segnale, di rivoluzione copernicana. Ora, dalle parole bisognerà passare ai fatti.
Concretamente, e ci sarà da lavorare anche sulla previsione economica.
Il Comune infatti non può limitarsi, come dichiarato e impostato nel comunicato di oggi, ad assicurare alle compagnie e agli artisti l’uso di luoghi e mezzi tecnici gratuiti, e lasciare quale giusto, sacrosanto compenso economico per loro i margini della vendita dei biglietti, fra l’altro ridotti, almeno a stare alle ultime disposizioni, con posti a sedere distanziati e dunque limitati.
Così, si riesce a mala pena a rientrare nelle spese, o si va a rimetterci, almeno per le produzioni più impegnative. Mi spiego: mettere su uno spettacolo teatrale richiede un dispiego di risorse umane ed economiche non indifferente, specie se come lo scorso anno, come pare pure quest’anno, dagli aiuti comunali restano fuori l’indispensabile server tecnico per luci, audio e video, per non dire la presenza dei Vigili del Fuoco e degli altri apparati di sicurezza, tutte incombenze che stando così le cose gravitano sulle spalle degli organizzatori privati.
Quanto meno, il Comune deve poter prevedere criteri soggettivi adattabili di caso in caso, e mi spiego anche qui: fare il recital o il monologo di un one man show, non è, non può essere la stessa cosa di uno spettacolo che muove una ventina di attori, o di musicisti.
C’è da augurarsi che il Comune ne tenga conto, e preveda un’organizzazione dinamica, capace di assicurare, a proprie spese, cioè con contributi occasionali e mirati, un minimo di soddisfazione economica per gli artisti che chiamerà a esibirsi, da contrattare di caso in caso.
E perché poi non curare spettacoli all’aperto gratuiti, di qualità, di multiforme livello, ma di indubbio richiamo, di cultura popolare, senza puzze sotto il naso di stampo radicalchic, con cascè a carico dell’amministrazione comunale, almeno una tantum?
Coraggio, assessore Paolo Foresio, almeno ci provi, visto che è sulla strada giusta, faccia il Nicolini del barocco leccese!______
L’APPROFONDIMENTO nel nostro articolo del 27 febbraio scorso
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