RICORDO DI ASTOR PIAZZOLLA
di Aldo Rovito______
Per parte di padre, il più importante musicista argentino del XX° secolo, Astor Piazzolla, del quale in questi giorni si celebra in Europa e in Argentina il centenario della nascita (11 marzo 1921) era originario di Trani.
Si chiamava Vicente Piazzolla il papà del rinnovatore del tango argentino ed era figlio di Pantaleone, un pescatore che dalla natia Trani, era andato a cercar fortuna in Argentina, nella seconda meta’ dell’Ottocento.
Ed è stata proprio Trani l’anno scorso ad ospitare nel suo Duomo un concerto della “ufficiale” Orchestra Astor Piazzolla ed a conferire alla vedova del compositore, Laura Escalada Piazzolla, la cittadinanza onoraria; ed e’ ancora Trani che giovedì scorso con una diretta streaming sulla pagina Facebook del “Festival del Tango Trani”.
Ad appena tre anni d’eta’, Astor fu portato dalla famiglia a New York, nei Queens, dove abito’ fino all’eta’ di 16 anni e dove conobbe e imparo’ a suonare il “Bandoneon”, lo strumento a mantice di origine tedesca, adottato fin dalla sua apparizione in Argentina dalle orchestre di Tango.
Ritornato nel 1937 in Argentina e per l’esattezza a Buenos Aires, prende lezioni di musica dal grande compositore argentino Alberto Ginastera, che lo introduce alla musica classica e alla composizione musicale.
Intanto suona in diverse orchestre, fino ad approdare in quella del grande Anibal Troilo, considerato all’epoca il massimo esponente della cultura tanguera (che successivamente lo ripudierà definendolo “el asesino del tango”); qui Piazzolla oltre a suonare il Bandoneon, aveva il compito di scrivere gli arrangiamenti.
Nel 1946 forma la sua prima Orchestra.
Nel 1955, sempre a Buenos Aires, forma una nuova orchestra, l’”Oteto Buenos Aires” con otto strumenti: due bandoneon, due violini, un contrabbasso, un violoncello, un piano e una chitarra eletrica. ‘E nato il “nuevo tango”, senza la presenza del cantante e con contaminazioni di quella musica jazz che aveva imparato a conoscere e ad amare nel breve, ma intenso, soggiorno newyorkese.
Nello stesso anno abbandona Buenos Aires per recarsi a Parigi per prendere lezioni di musica classica (alla quale voleva dedicarsi, abbandonando il tango) alla scuola della grande direttrice d’orchestra Nadia Boulanger: quest’ultima però lo convince a dedicarsi completamente al tango, nel quale meglio si sarebbe potuto esplicare il suo naturale talento per la musica.
Ed è proprio dopo l’esperienza parigina che la produzione musicale di Piazzolla esplode e che il suo “nuoivo tango” fa conoscere ed apprezzare in Europa e negli Stati Uniti il tango argentino.
Le sue collaborazioni con Gerry Mulligan, con George Moustaky, con Salvatore Accardo con Mina, con Milva, con Tullio de Piscopo ne accrescono la popolarità , così come la sua partecipazione a molti film come autore della colonna sonora.
Popolarità mondiale, che si riflette sia pure con ritardo nella natia Argentina. Dopo la sua morte, avvenuta il 4 luglio del 1992 a Buenos Aires, fu a lui intitolato nel 2008 l’aeroporto internazionale di Mar del Plata, la sua città dove era nato l’11 Marzo del 1921 e dove in queste settimane è tutto un susseguirsi di celebrazioni e di omaggi alla sua memoria, anche da parte della numerosa comunità italiana.
Ci piace ricordare qui, tra i numerosi suoi brani : “Oblivion”(il Ricordo), dalla colonna sonora del film “Enrico IV” di Bellocchio (1984); “Maria de Buenos Aires” per la voce di Milva; “Summit”, dall’Album Summit-Reunion Cumbre con Gerry Mulligan; “Libertango”, un album realizzato con un’orchestra tutta di musicisti italiani, tra cui Pino Presti al basso elettrico e Tullio De Piscopo allea batteria; e, fra tutti “Addio Nonino”, il commosso omaggio dedicato al padre, in occasione della morte di papa’ Vicente (“nonino” e’ il termine italiano “nonno”, “nonnino”, che per il forte impatto dell’emigrazione italiana in Argentina sostituisce qui spesso il castigliano “abuelo”, “abuelito”).
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