LA FEMMINILITA’ SVILITA NELLA QUOTIDIANITA’ CASALINGA. ECCO LE REGOLE (PER LE DONNE) DELLA VECCHIA E SAGGIA ZIA PER SALVARE MATRIMONI E CONVIVENZE
di Elena Vada______
La domenica mattina, ci svegliamo tardi e con la tradizionale tazza di caffè in mano, bighelloniamo, ciabattando per casa. Lo stiracchiamento, è d’obbligo, unito ad un prolungato sbadiglio.
Alcuni di noi, infilano una vecchia e logora tuta, perché quella decente, serve in palestra (speriamo che riaprano, presto!). Altri, un felpone sformato, di qualche anno prima, con jeans, stessa epoca, perché devono portare il cane a fare pipì, (dopo un’ora che mugola, porgendo il guinzaglio, col muso) comprare il giornale e, potendo, due o tre croissant (cornetti) dal bar sotto casa: “Domenica, è Domenica!!!”
Le signore, generalmente, indossano una vestaglia che ha, magari, qualche annetto e due bottoni in meno. Sono scarmigliate, senza trucco e reggiseno, con buffi, ma caldi, calzettoni, ai piedi: “Tanto, chi mi vede!” è l’inconscia riflessione.
Molte restano in pigiama, fino all’ora della Messa o di pranzo. Santo pigiamone, felpato!
Dopo una settimana di lavoro, l’indolenza domina, nel weekend, quindi l’ abbigliamento, segue questo stato mentale di profondo abbandono, al confortevole e consolatorio, benessere domestico.
A volte, però, noi donne, eccediamo, dimenticando l’impalpabile femminilità che dovrebbe essere, sempre presente e che, ciascuna di noi, dovrebbe emanare, nelle più disparate occasioni.
Invece, durante la settimana, tornando a casa, svestiamo gli accurati outfit, indossati per l’ufficio, o altri ambienti di lavoro e ci mettiamo in “libertà”.
Comodità o sciatteria? Questo è il problema!
Ricordo una zia che, moltissimi anni fa, disse, entrando in casa mia: “Complimenti, la tua dimora è perfetta: pulita, ordinata, organizzata. Ma tu sei avvilente, come padrona di casa. Curi bene l’abitazione, in cui vivete, ma non te stessa! Tuo marito, ti preferirebbe diversa, credimi!” e mi diede qualche saggio consiglio, che ancora seguo e vi trasmetto, attualizzato.
Prima regola: buttate via, gli abiti che sono logori, tarlati, strappati, macchiati o candeggiati per errore. Stracci! Niente di tutto questo è riutilizzabile, nel vostro look casalingo, compresi i vestiti dismessi, da parenti stretti. Sono famose le cognate che, regalandoti un loro, orribile abito, fuori moda, dicono:”… un peccato buttarlo via… è come nuovo, usalo per casa!”
… Respingetelo categoricamente!
“Che se lo indossi lei, in casa!”
Seconda regola: mettete in ordine la vostra capigliatura, comunque essa sia: lunga, corta, liscia o riccioluta. Niente bigodini, fermagli, mollette e simili. Pettinatevi, come se doveste uscire e, se vi va, datevi un po’ di crema colorata, per non sembrare smorte e, sulle labbra, un po’ di burro-cacao tinto.
Terza regola: abolite le pantofole “troppo pantofolose!” Optate per quelle stile medico, tipo scarpettina, o da ginnastica.
NO a: raso, peluche, piume di struzzo o babucce.
Ultimo consiglio: buon senso!
Adoperate casacche, copri-abiti, grembiulini, per le faccende domestiche, accudire i bambini o cucinare ottimi manicaretti, per la famiglia.
Smart-working? Sull’argomento, sapete già tutto, ma ne riparleremo.
Quando torniamo a casa, mettiamoci a nostro agio. Comode, ma non sciatte e trascurate. Non importa come ci vestiamo, cosa ci mettiamo addosso, purché sia dignitoso, oltre che confortevole. Magari gradevole, simpatico, anche sexy (se occorre). Questo aiuterà l’umore, quindi, la convivenza familiare.
Ricordate Andy Capp? (Striscia comica a fumetti, di Reg Smythe 1957). Cerchiamo di non diventare come sua moglie, la trasandata e corpulenta Flo.
Possiamo fare meglio. Lo dobbiamo fare.
Category: Costume e società, Cronaca