“Non esistono cure per la Xylella”. LE FAKE NEWS DELL’ANSA CHE RILANCIA LE TESI DELLA COLDIRETTI PUGLIA
(g.p.)______L’ Ansa ha battuto questa mattina alle 11.55 un ‘lancio’ con le dichiarazioni di Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, il quale, nel dare conto di ricerche avviate in ambito universitario sulla sputacchina, come è noto l’insetto vettore del batterio della Xylella Fastidiosa, che provoca il disseccamento rapido degli ulivi, sostiene: “Ricerca, monitoraggio, campionamento, analisi di laboratorio e tempestive pratiche di prevenzione fitosanitaria sono attività cruciali, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi e restano l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento dell’infezione”.
Ora, a parte il fatto che la xylella è solamente una delle cause per cui si ammalano gli ulivi, come acquisito e documentato ampiamente nel corso di questi ultimi anni, a fronte di concause quali l’uso della chimica in agricoltura; l’inaridimento, l’inquinamento e la salinificazione dei terreni e, spesso, la mancanza di adeguata cura delle piante, che le indeboliscono e le predispongono ad ammalarsi; a parte che non vengono meglio qualificate queli siano le ‘tempestive pratiche di prevenzione fitosanitaria’ consigliate (temiamo che siano eradicazioni, e impiego di fitofarmaci); a parte ciò, richiamiamo l’attenzione sull’affermazione:
“non esiste ancora una cura per la batteriosi“.
Un’affermazione del tutto falsa.
Esistono invece, sperimentate scientificamente e praticamente dimostrate, non una, ma diverse cure e/o metodi di intervento per curare, non solo, ma pure guarire gli ulivi ammalati.
Se solo la Regione Puglia (nella foto, il presidente Michele Emiliano, al convegno all’Ekotecne di Lecce del 13 giugno 2018) avesse investito dall’inizio nel curare, e non nell’ammazzare, gli ulivi, gli scenari oggi sarebbero completamente diversi: poi, al contrario di quanto sostenuto e fatto finora dalle Istituzioni, dovrebbero invece essere intraprese strategie di convivenza con le malattie e gli eventuali agenti patogeni coinvolti, così come consigliato da diversi ricercatori, aprendo al reimpianto delle specie ospiti autoctone , in modo da preservare ambiente economia e paesaggio.
Qui di seguito, tratta dal nostro archivio, una sia pur parziale, limitata solo ad alcuni articoli fra i tanti, documentazione al riguardo.______
I NOSTRI FRATELLI ULIVI NON SI BRUCIANO, NON SI ERADICANO: SI POSSONO CURARE E SI POSSONO SALVARE