ARTISTI SALENTINI / NICO D’AMICO

| 27 Febbraio 2021 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

Il Lunedì di Pasqua era una tradizione ‘andare da Nico’. Ovvero, recarsi alla periferia di San Vito dei Normanni, sulla strada che, attraverso la campagna, conduceva a Specchia di Mare. E proprio lì, nella casa natale di Lanza del Vasto, che Nico D’Amico  aveva il laboratorio.

 

Qui i suoi lavori, le acqueforti, i disegni, i dipinti ma anche le sete e gli arazzi, le bandiere multicolori, prendevano forma e finivano per essere diffusi, con discrezione e apprezzamenti, nelle case, negli studi di chi ama l’arte e, soprattutto, si lasciava affascinare dal nitore, dallo stile pulito e volutamente scevro da narcisismi che lo caratterizzava.

 

Era nato nel 1941 ed è morto prematuramente nel 1991.

 

Era un piacere parlare con lui: di Arte, naturalmente. Ma anche di Natura e di Religione: senza dimenticare che quell’aria mistica, ricca di fervore e sacralità, che caratterizzava la figura di Lanza del Vasto, riusciva a far coesistere gli aspetti migliori degli asceti orientali, mescolandoli a quelli degli attivisti cristiani delle comunità francesi fondate dal filosofo di San Vito che, peraltro, non dimenticò mai la sua terra d’origine.

Nico D’Amico era, in un certo senso, il custode di questa meravigliosa avventura cristiana: e i suoi disegni, le sue composizioni risentivano in toto dell’afflato religioso e pregnante del luogo in cui venivano prodotte…Ma non solo il Lunedì di Pasqua andavamo da Nico.

Ci recavamo in visita da lui quando volevamo abbandonare la città, quando avevamo bisogno dell’aria pura e ventosa di Specchia di Mare…E lo trovavamo sempre intento alle sue pitture, ai  ritratti, alle grafiche e ai disegni che produceva a getto continuo.

Poi, poi…Il tempo è trascorso, adesso non si può neppure più accedere alla casa di Lanza del Vasto, forse diventata qualcosa come monumento regionale…Ma, per noi, Nico è sempre lì, nel suo studio del seminterrato, intento a ritoccare una natura morta appena abbozzata.

Sono i fiori selvatici della campagna di San Vito, profumano ancora di libertà, di sensibile amore per la Natura.

E ci pare di ascoltare ancora i versi che Nico D’Amico componeva: un’alternativa sensibile e delicata ai suoi delicati cromatismi.

 

Category: Costume e società

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