IL Paragone PIU’ FORTE? “Presidente Draghi, lei è un incappucciato della finanza!”. C’E’ CHI DICE NO. CON FORZA E LUCIDITA’. ECCO CHI HA VOTATO CONTRO IL GOVERNO E PERCHE’ LO HA FATTO, CON LE PAROLE PRONUNCIATE IN AULA DA QUALCUNO DI LORO. SORPRENDENTI
(g.p.)______L’ora è tarda, quando ieri si è concluso il dibattito del Senato.
Con un altro fuori programma: come il mese scorso per la fiducia a Conte, anche questa volta Lello Ciampolillo arriva in ritardo, ma ottiene di parlare in extremis , per annunciare il proprio voto, che questa volta è contrario, non senza aver fatto innervosire la presidente Casellati: “Lei, per la verità, non era iscritto, ma arriva sempre all’ultimo momento…”.
Concluse pure le operazioni di voto, si hanno i risultati quando ormai manca poco a mezzanotte.
Eccoli
Senatori presenti 305
Senatori votanti 304
Maggioranza 152
Favorevoli 262
Contrari 40
Astenuti 2.
Questi i numeri.
Il dato politico è che, oltre ai 19 di Fratelli d’Italia, anche 15 senatori del Movimento 5 Stelle hanno votato no, e altri 8, di cui solo 2 assenti giustificati, non hanno partecipato alla votazione, per esprimere in altro modo il proprio dissenso. Altri 6 voti contrari sono arrivati da senatori del gruppo misto.
Insomma, non è un Parlamento bulgaro.
Il numero dei contrari a questo governo è superiore alle aspettative.
Ancora più dirompenti le dichiarazioni di voto di alcuni di loro.
Ecco chi ha votato no (FONTE: SENATO DELLA REPUBBLICA):
Abate, Angrisani
Balboni, Barbaro
Calandrini, Ciampolillo, Ciriani, Corrado, Crucioli
de Bertoldi, De Carlo, Di Micco
Fattori, Fazzolari
Garnero Santanchè, Giannuzzi, Giarrusso, Granato
Iannone
La Mura, La Pietra, La Russa, Lannutti, Lezzi
Maffoni, Mantero, Martelli, Mininno, Moronese, Morra
Nastri, Nugnes
Ortis
Paragone, Petrenga
Rauti, Ruspandini
Totaro
Urso
Zaffini.
Pubblichiamo qui di seguito alcuni passaggi che ci sono sembrati particolarmente significativi degli interventi di alcuni di loro (il grassetto è nostro):
Elena Fattori (Misto-Liberi e Uguali):
Il mandato del presidente Mattarella era per un Governo dei migliori e senza riferimenti politici, mentre lei è seduto in mezzo all’archeologia politica del nostro Paese. Sono quei personaggi che, in anni di politiche di feroci privatizzazioni e spartizioni senza pudore, hanno reso il Paese fragile e incapace di affrontare questa fase. Alla sua destra vi è un Ministro, per esempio, che aveva proclamato poco prima della pandemia che la sanità territoriale non serviva, che i medici di base dovevano essere aboliti e ci si doveva curare su Internet.
Lei parla di giustizia sociale, ma lei è stato responsabile del disastro greco. Io ero vice presidente della Commissione politiche dell’Unione europea quando le donne greche ci venivano a parlare dell’aumento della mortalità infantile in Grecia a causa della Troika. È una responsabilità passata, l’Europa è cambiata, ma questo non cambia la realtà.
Chi ci ha votati nel 2018 pensava a un cambiamento, non a una restaurazione, non un governo di “tutti insieme appassionatamente”, senza una visione comune, senza un indirizzo comune e politico e senza un’opposizione. Quindi, nel rispetto dei cittadini che rappresentiamo, che abbiamo rappresentato nella campagna elettorale del 2018, a nome della mia senatrice preferita Nugnes, che siede qui accanto, e a nome della Sinistra Italiana, annunciamo la nascita di un’opposizione onesta, responsabile, propositiva e vedrà che sarà più utile delle sperticate lodi opportunistiche a prescindere dalla situazione”.
Alberto Balboni (FdI)
Cari colleghi, fate attenzione perché, se la politica rinuncia alla sua funzione, il rischio è che al suo posto subentrino altri poteri che troppo spesso, anziché alla volontà popolare, rispondono a ben altri interessi. I più ingenui – o forse i più furbi, chissà – volevano spiegarci che questa vacanza della politica avrebbe però consentito la nascita del Governo dei migliori. Ebbene, con tutto il rispetto, credo che tanti siano rimasti molto delusi quando dalla scatola – ad «Affari Tuoi» direbbero dal pacco – rimasta ben chiusa fino alla fine è uscita la lista dei ministri. Ben nove ministri dei ventuno del Governo Conte-bis sono stati confermati, tra cui quelli degli esteri, dell’interno e della salute, che da soli – e per tacere degli altri – testimoniano una continuità persino imbarazzante tra il suo Governo e quello precedente.
Sono certo che con un Governo simile le sarà molto facile procedere verso quella cessione di sovranità che ha voluto mettere al centro della sua relazione programmatica; una cessione di sovranità a cui tuttavia, come noto, Fratelli d’Italia resta fermamente contraria. Credo, al contrario, che avrà qualche difficoltà in più ad invertire la proporzione finora adottata dalla maggioranza della sua maggioranza tra spesa produttiva e spesa assistenziale, che – come sa meglio di me – è spudoratamente sbilanciata a favore della seconda. Sa bene che solo nell’ultimo anno il Governo ha speso, in molti casi sprecato, oltre 150 miliardi di euro in quello che lei, da economista, definiva «debito cattivo». Spero fermamente per l’Italia che non sia costretto a cambiare idea su questo.
Un’ultima battuta sui rimpatri, cui ha fatto cenno nella sua relazione. La invito a leggersi bene il decreto immigrazione dello scorso ottobre, recante la firma del Ministro dell’interno (quello di allora e quello di oggi, perché è la stessa persona, il ministro Lamorgese). Quel decreto ha spalancato le porte a chiunque stia arrivando illegalmente in Italia. Temo che, più dei rimpatri, lei sarà costretto a occuparsi delle tensioni sociali che un’accoglienza di proporzioni inaudite è destinata ad aggravare spaventosamente, in un momento in cui milioni di cittadini sono sprofondati sotto la soglia di povertà.
Gianluigi Paragone (Misto):
«Al posto degli uomini abbiamo sostituito i numeri e al posto della compassione nei confronti delle sofferenze umane abbiamo sostituito l’assillo dei riequilibri contabili»: queste erano parole di Federico Caffè. Sono parole che ritornavano costanti nella predicazione dell’economista pescarese. Lei ci ha provato oggi a fingersi sociale, ma tutte le sue parole, messe in controluce, rivelano la nervatura neoliberista che le ha permesso di fare carriera. Rivelano la neolingua degli «incappucciati della finanza», per usare un’altra espressione cara al professor Caffè. Lei, presidente Draghi, è uno di loro, lei è un incappucciato della finanza.
Lei ha parlato di futuro: quale? Quello che costruirete col pilota automatico, come lei ebbe a dire dimostrando un’allergia profonda verso la democrazia, che dà fastidio a tutti a quanto pare? E dove portano queste riforme col pilota automatico? Portano al trionfo delle multinazionali, della finanza che divora tutti gli spazi economici, alla sostituzione del capitale umano con l’intelligenza artificiale.
Lei si è riempito la bocca di sfide ecologiche. Abbiamo però il territorio stuprato dalle ecomafie, che parcheggiano i loro capitali nei paradisi fiscali della vostra amata Unione europea. Lei alla BCE ha visto qualcosa, o non ha visto nulla? O si è comportato come quando era Governatore di Bankitalia ed MPS si prese il pacco di Antonveneta pagandola a peso d’oro sotto i vostri occhi? Il green di cui lei parla sarà un altro regalo alle economie straniere.
Il suo fanatismo insiste nel definire l’euro come una moneta irreversibile. Anche la DDR pensava che il muro sarebbe stato irreversibile, ma non fece i conti con la disperazione del popolo. Lei, con il whatever it takes, ha salvato una moneta, ma non ha riparato le sofferenze umane da questa prodotte.
Lei parla di distruzione creativa delle imprese, ma nel crinale di una crisi finanziaria, sanitaria e sociale il neoliberismo produrrà solo aumento della disoccupazione, chiusura della piccola impresa e disperazione con le banche. Ma lei è qui per questo, per completare l’opera di transizione dell’Italia, da potenza industriale mondiale a parco divertimento altrui, perché in Goldman Sachs vi insegnano questo. Lei è qui per chiudere quel processo di svendita cominciato con le privatizzazioni del Britannia, proseguito con il misterioso trucco dei suoi derivati e con il suo fiscal compact.
Lei oggi è qui per consegnare gli italiani al Mangiafuoco dei mercati; si può togliere il cappuccio, presidente Draghi”.
Elio Lanutti (M5S)
Signor presidente del Consiglio Draghi,
l’ho sempre rispettata, senza nutrire alcun dubbio sulla sua persona. Le nostre strade, si sono pure incrociate 2 volte nel 2008, anno funesto per risparmiatori ed economia mondiale, soggiogati dal primato della finanza di carta e derivati tossici, dopo il crack Lehman Brothers.
Non ho pregiudizi su Lei e la sua onorata carriera, al contrario ho sempre stimato la sua abilità a partire dal 1992, quando inaugurò la stagione delle privatizzazioni, che i maligni interpretarono come svendite di Stato alle banche di affari; l’azzardo morale dei derivati, i contratti capestro che stipulò, costati alla fine 38 miliardi di interessi; le porte girevoli con Goldman Sachs; il lavaggio dei dividendi; l’accusa di aver truccato i conti della Grecia.
Ho ammirato le sue qualità anche quando, da Governatore, garantiva la solidità delle banche e la tutela il risparmio, mentre alcuni di noi si incatenavano ai cancelli di Palazzo Koch. Penso al coraggio con la delibera per l’acquisto di Banca Antonveneta da parte della Banca Monte dei Paschi di Siena al triplo del suo valore, alla scalata della Banca centrale europea dopo la lettera firmata con Trichet per imporre austerità, pareggio in bilancio, taglio di pensioni e Stato sociale, lacrime gratis e sangue a pagamento degli esodati. Penso anche al riguardo per alcune banche tedesche, esonerate dal rispetto della direttiva BRRD, all’esproprio del risparmio del bail-in, alla contiguità con i 55 miliardi di euro di derivati Deutsche Bank e alla sentenza della Corte suprema di cassazione sul signoraggio.
Inorridii invece per il bieco cinismo quando dispose l’ignobile chiusura forzosa dei bancomat in Grecia dopo aver salvato le banche franco-tedesche con un discutibile parere di una società privata, tuttora segretato, e dalla ricetta del G30 che teorizza il darwinismo in economia per battere la pandemia. Penso al reset per cancellare i crimini della Troika sul popolo greco, con bimbi senza neppure il latte materno, essiccato dalla disperazione nel seno delle madri, malnutriti e malformati e vecchi privi di cibo, farmaci e cure mediche. Resteranno indelebili nella storia e nella mia memoria scene di spietato disprezzo per la vita umana sacrificata sull’altare del neoliberismo e della più cieca austerità.
Michele Giarrusso (M5S)
Signor Presidente, signor presidente del Consiglio Draghi, lei è una persona estremamente seria e le sue sono parole che pesano. Lei, signor Presidente del Consiglio, è abituato ad altri consessi, dove le parole che ha speso potevano significare la fortuna o la disgrazia di intere Nazioni, ma in questa sede le parole vengono scritte sulle ali del vento o sull’acqua che scorre. Invece le sue parole – mi permetta di citarle – sono chiare e devo darle atto che ha messo i miei colleghi di fronte a quello che sarà lo scenario futuro e alle sue intenzioni, senza infingimenti. Ha detto che gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa. Signor Presidente del Consiglio, io non vorrei che queste aree definite dalla loro debolezza siano la nostra economia in ginocchio per il Covid; non vorrei pensare che i soldi del recovery plan non abbiano soltanto un costo in termini di interessi, ma possano essere utilizzati per comprare la democrazia di questo Paese, la cui sovranità non è in vendita nemmeno per 209 miliardi di euro.
Infatti, signor Presidente del Consiglio, lei è di fronte a coloro che la sovranità la esercitano ma non ne sono titolari e non possono disporne; non lo posso fare né io, né i miei colleghi senatori e nemmeno lei, perché la titolarità della sovranità appartiene ai cittadini di questo Paese, che se la sono guadagnata settant’anni fa col sangue, come tutte le Nazioni, e con quello si paga la sovranità.
Lello Ciampolillo (Misto)
Innanzitutto, la xylella: da anni in Salento si utilizza un apposito sapone detergente per proteggere gli ulivi dal batterio; un rimedio semplice e forse proprio per questo oggetto di scherno, anche se è stato validato da recenti studi scientifici dell’università di Bari. Non ho mai detto che la xylella non esiste o che si cura con uno shampoo. È il taglio degli ulivi che non serve a nulla, considerato che il batterio è presente su oltre trentacinque specie di piante. Cosa vorrebbero fare, dunque, cementificare tutto?
Poi l’utilizzo della cannabis medica quale rimedio agli effetti letali del Covid-19: la cannabis medica è un potentissimo antinfiammatorio e antidolorifico senza controindicazioni, utilizzata in Italia nella cura di patologie gravissime. Già un anno fa ho invitato il ministro Speranza e alcuni ricercatori ad approfondire il tema, senza esito. Ebbene, oggi la pubblicazione scientifica del Medical college of Georgia negli Stati Uniti attesta come il CBD, principio della cannabis, riduca la tempesta citochinica innescata dal sistema immunitario, attenuando ed evitando i danni più gravi al tessuto polmonare e alla ventilazione artificiale.
Peraltro, non è solo il virus ad affliggere i cittadini; lockdown, distanziamento sociale, mascherine e coprifuoco stanno devastando la psiche e annichilendo i diritti sociali conquistati a fatica e con il sangue dei nostri predecessori. Nel mondo si stanno attuando politiche anticovid molto meno restrittive e con risultati migliori. In Svezia neanche un giorno di lockdown e non vi è obbligo di mascherine; in Bielorussia tutte le attività sono aperte, comprese le discoteche; il lockdown duro della Germania, anche durissimo, non prevede coprifuoco e le mascherine non sono obbligatorie all’aperto; in Olanda la Corte internazionale di giustizia ha appena dichiarato l’illegittimità del coprifuoco notturno. I risultati mostrano decessi in linea con la normalità e senza arresti domiciliari dei cittadini.
Detto questo, è necessario ristabilire e rispettare i diritti inviolabili dei cittadini rimettendo al primo posto la Costituzione.
Per il disaccordo sull’irreversibilità dell’euro, per la coerenza con i princìpi e anche per la presenza di persone come Salvini, annuncio il mio voto contrario.______
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