IL PUCHO NERO DEL COMUNE DI LECCE
UN VIDEO DI SEDICENTE MUSICA – GENERE TRAP – ESALTA E PROPAGANDA L’USO DI DROGHE FRA I GIOVANISSIMI. E’ STATO GIRATO ANCHE NELL’AULA CONSIGLIARE DI PALAZZO CARAFA, COME UN SIGILLO DI GARANZIA, E DI PROMOZIONE
di Giuseppe Puppo______
Da alcuni anni, esiste un universo musicale parallelo, la più profonda dimensione della musica italiana, quella più profonda, nel senso che muove ampie conoscenze sedicenti culturali e interessi concreti di ordine economico, commerciale e pubblicitario.
In linea di massima, legato al genere così detto trap, con un pubblico di riferimento che va dagli 8/10 anni, ai 16/18: seguono tutto assiduamente, con larga e convinta partecipazione, sui social media che essi sanno usare meglio di tutti.
Per quanto così vivo e vegeto, è un dark side, di cui ci sfuggono portata, ampiezza e contenuti. Possiamo fare il nome, forse il più famoso, del rapper Sfera Ebbasta, ma è solo la punta di un iceberg, della cui massa, fatta di tanti esponenti, nulla sappiamo, nemmeno il nome, conosciuto ed osannato solo dai nostri ragazzi e ragazzini.
Tutto questo solo per dire che quanto avvenuto ha una sua propria importanza, insomma, non è l’iniziativa estemporanea, velleitaria, e isolata di un esaltato, no, tutto il contrario.
Uno di questi nuovi idoli dei giovanissimi è Pucho, nome d’arte, arte si fa per dire, del trapper in questione per il resto avvolto nel mistero, com’è costume per questo genere di “artisti”.
Ieri sui suoi canali Youtube e Instagram ha pubblicato il suo ultimo singolo, intitolato “Gang del bosco”.
Una schifezza unica.
Due minuti di aperta esaltazione dell’uso della droga, rivolta a minorenni immaturi, impreparati, quindi particolarmente sensibili, il cui claim è “nel Salento neve anche a Ferragosto”, dove “neve” indica nel gergo la cocaina, oppure l’eroina bianca, sostanze entrambe micidiali.
Quanto al bosco, è facile pensare al bosco di Gallipoli, dove d’estate le Forze dell’Ordine sono impegnate notte e giorno in una incessante opera di contrasto a spacciatori e clienti provenienti da tutta Italia. In quel Salento , però, il fenomeno è diffuso ovunque, da Lecce città, al più piccolo dei paesini, più che altrove, gestito dalla Sacra Corona Unita.
Talmente grave, che due anni e mezzo fa, il procuratore Leonardo Leone De Castris sentì il bisogno di ricordare apertamente, pubblicamente e personalmente a tutti che : “Ogni tiro di cocaina, ogni canna fumata alimentano le ricchezze della criminalità organizzata, ogni euro speso finisce nelle tasche dei mafiosi”, rivolgendosi in particolare ai tossicodipendenti, stimati in “decine di migliaia”, ed esortandoli a chiedere aiuto, per cercare di venirne fuori.
Questo, ancora, tanto per inquadrare correttamente quello di cui parliamo.
Ma non finisce qui, il peggio deve ancora venire.
Infatti, una parte del video di “Gang del bosco” è stata girata all’interno dell’aula consiliare di Palazzo Carafa.
La foto che pubblichiamo è eloquente, basta da sola a rendere il livello di degrado, in cui sono state trascinate le Istituzioni.
Peggio. L’intero video manda anche questo messaggio: venite a Lecce, città della droga facile, né più e né meno questo è. Niente male come promozione turistica.
Ora, è lecito supporre ed è verosimile credere che le riprese del video all’interno del Consiglio Comunale siano state autorizzate da qualcuno.
Questo qualcuno a norma di regolamento comunale dovrebbe essere il presidente del Consiglio, Carlo Mignone.
Ma da lui non sono arrivati né ammissioni, né confutazioni, al riguardo, niente.
Così prodighi di solito di argomentazioni tramite social sull’universo mondo, nemmeno dal sindaco Carlo Salvemini, che è comunque responsabile politico di quel che combina la sua maggioranza, nemmeno dall’assessore allo Spettacolo e Turismo Paolo Foresio, che pure è competente in fatto di musica, sono arrivati commenti, neppure di striscio, sulla mortificante vicenda: non hanno proprio sentito il bisogno di esprimersi su quanto avvenuto, che pure è di una gravità inaudita.
Il Comune di Lecce crede di essersela cavata, dopo aver mandato ai mass media un comunicato stampa, diffuso e firmato dal suo ufficio stampa, che così recita:
“Lo spezzone di dodici secondi di video girato a Palazzo Carafa è frutto di riprese regolarmente autorizzate, nel corso delle quali viene rappresentata una scena frutto della fantasia degli artisti.
La sala consiliare, già concessa in passato per l’ambientazione di scene di film o cortometraggi, non è stata danneggiata dalla produzione del videoclip.
Il contenuto dell’opera artistica in questione, sottoposto comprensibilmente al vaglio delle opinioni e delle censure più disparate, non è stato condiviso con Palazzo Carafa prima della
pubblicazione e resta espressione e responsabilità esclusiva dell’artista.
Il Comune si dissocia da ogni messaggio o atto diseducativo anche solo simulato in esso contenuto”.
Eh no, troppo comodo, dire adesso io non c’entro, io non sapevo e mi dissocio.
I danni ci sono stati, eccome, danni morali ingentissimi, devastanti.
Il Sindaco dica chi ha autorizzato l’uso di Palazzo Carafa.
Chi l’ha autorizzato abbia la decenza di dimettersi immediatamente, senza se e senza ma.
Se non vuole o non può dire chi è stato, allora Carlo Salvemini si dimetta lui.______
L’APPROFONDIMENTO nel nostro articolo del 17 gennaio scorso
SERIE TV E POLEMICHE CONTINUE SULL’USO DELLE DROGHE DA PARTE DEI GIOVANI
Incredibile!