SE NE VA UN ALTRO PEZZO DELLA PIU’ GRANDE TRADIZIONE ARTISTICA E CULTURALE LECCESE. LA MORTE A 94 ANNI DI DON FRANCO LUPO, POETA DELLA MUSICALITA’ DIALETTALE
di Raffaele Polo______
Per noi, don Franco Lupo era già da tempo nel Paradiso. In quel luogo meraviglioso dove sono tutti i leccesi di ogni tempo che hanno dedicato la loro vita, oltre che agli affanni di ogni giorno, a nobilitare ed onorare il dialetto della nostra terra, l’unica, vera bandiera che possiamo esibire, senza timore che ce la strappi nessuno.
Il dialetto e la poesia, connubio imprescindibile di attaccamento alle proprie origini, rafforzato ancor più da quel senso di ‘cristianità’ che, scevro da orpelli e gerarchie, riesce a farci colloquiare semplicemente con il Bambino, sino ad offrirgli una ‘pittulicchia’, un vero e proprio colpo di genio poetico che don Franco ci ha lasciato, assieme al suo vagabondare sulla carrozzella per la vecchia Lecce, oppure le visite alle ‘putee’, magari accompagnati da ‘perieddi’ e ‘bizzoche’.
Perchè il mondo di don Franco era un mondo cangiante che, di fatto, non esiste più. Ma che si può evocare e rivivere con un semplice endecasillabo, con un verso che ha tutta la perfetta musicalità del dialetto leccese, un verso semplice come può essere il grido del venditore di noccioline che, a gran voce, così ci invita: ‘Cazzatile, pruati le nucedde’.
E la sua figura, minuscola e sempre compresa nella tonaca classica di un prete di antico stampo, riesce a consolarci, con paterna bontà, dei mali del mondo. Senza disperazione, si badi bene. Con un pizzico di nostalgia ma con la certezza, tutta cristiana, che la Provvidenza saprà aiutarci a raggiungere quella dimensione che ci farà partecipi di quella ‘gente bona’ che, nella semplicità e nella fiducia nel Creatore, ha raggiunto la salvezza e quel sentimento che viene dalla consapevolezza di essere ‘figli prediletti dal Signore’.
Ecco, don Franco, con la sua poesia lineare, efficace e profumata della fragranza delle vecchie cose, ha fatto il miracolo. Ci ha dato la forza per tirare avanti, per sorridere, un po’ come facevano i nonni quando ci consolavano e ci mettevano la mano sul capo,
Ecco perchè abbiamo pensato, da sempre, che il posto giusto per don Franco fosse quel Paradiso che la sua figura evocava.
Ora, ne siamo certi, Lui è là, ad offrire, con un sorriso, una ‘pittulicchia’ all’amato Bambinello.
Addio al poeta della Lecce sacra e popolare, il nostro Don Franco Lupo, che ci ha lasciati all’età di 94 anni.
I suoi versi sono per i leccesi la musica della tradizione, della spiritualità delle cose umili, quotidiane. Per mezzo delle sue poesie, Don Franco ha consentito a tutti di avvertire la profondità dei misteri religiosi, rintracciandoli nella semplicità delle abitudini della nostra gente, nei quartieri, nella vita del centro storico di una volta.
Alla comunità ecclesiastica della nostra Diocesi e alla sua famiglia il mio commosso abbraccio.