“Storia di donne, storia delle donne”. IL RESOCONTO DELLA INTERESSANTISSIMA GIORNATA DI STUDI DELL’UNIVERSITA’ DEL SALENTO, ORGANIZZATA DALLA PROFESSORESSA ANTONELLA MICOLANI. L’AUSPICIO DEL RETTORE FABIO POLLICE. GLI ALTRI INTERVENTI DEI RELATORI
di Mariangela Rosato______
“Storia di donne, storia delle donne” è il tema affrontato dall’appuntamento seminariale organizzato ieri per tutta quanta la giornata dall’Università del Salento. Una lunga e proficua giornata di studi in modalità telematica organizzata dalla professoressa Antonella Micolani, docente di Storia del cristianesimo antico e di Storia della Chiesa presso il Dipartimento di Storia, società e studi sull’uomo.
Vari gli interventi della giornata, primo fra tutti quello del Rettore Fabio Pollice il quale, dopo aver ringraziato anche l’ex-rettore dell’Ateneo Oronzo Limone presente all’incontro, ha sottolineato l’importanza di raccontare la storia delle donne con lo scopo di restituire la complessità del contributo che le stesse hanno dato allo sviluppo della conoscenza e del sapere.
“Dedicare giornate come queste a tali tematiche significa anche porre l’accento sulle difficoltà incontrate dal genere femminile nel corso della storia. Auspico pertanto – continua il Rettore- che incontri di questo tipo possano rilanciare la riflessione sul ruolo avuto dalle donne nella costruzione delle società e della cultura”.
A questo aggiunge la necessità di investire su questo filone di ricerca scientifica conseguendo risultati che possano convergere in un vero e proprio progetto di Ateneo su tali tematiche.
Ad animare l’incontro sono stati gli interventi scientifici di vari studiosi e studiose dell’Università del Salento (Furio Biagini, Milena Sabato, Marisa Forcina, Luciana Petracca, Daria De Donno, Sabina Tuzzo, Demetrio Ria, Hervé Cavallera) e dell’Università di Foggia nelle persone di Antonella Cagnolati e Caterina Celeste Berardi.
A questi si è aggiunto anche il prezioso intervento della Presidentessa Valentina Presicce dell’Associazione Astrea per i diritti delle donne e dei minori.
Suddivisa in due sessioni una mattutina, moderata da Francesco Somaini, e l’altra pomeridiana, moderata da Hervé Cavallera, la giornata seminariale ha affrontato vari aspetti della storia femminile, nonché indagato le trasformazioni che il ruolo delle donne ha conosciuto nel corso della storia.
Dall’intervento sulla posizione della donna nelle legge ebraica, con cui si è aperto l’incontro, a quello sugli stereotipi di genere e i pregiudizi che accompagnano la figura femminile in ogni settore della vita professionale e personale, che ha concluso la giornata, il seminario ha voluto porre l’accento sulla necessità di non vedere la questione femminile come un caso da archiviare, piuttosto come una problematica che continua a presentare tutta la sua attualità anche nel contesto sociale contemporaneo.
Nonostante ci siano state delle evidenti trasformazioni in senso positivo, infatti, i recenti dati statistici dimostrano che numerosi sono ancora gli aspetti che rimangono preclusi al genere femminile.
Parlare di femminismo, quindi, come ha ribadito la professoressa Marisa Forcina nel suo intervento, non significa “trovare l’ennesima misura a sostegno delle donne, ma è una necessità che ci consente di attivare un metodo di ricerca e di riflessione. Il femminismo, infatti, non è la contrapposizione con il maschile come spesso viene banalizzato, ma è, invece, un modo di pensare al di là delle rappresentazioni date. Il femminismo ci aiuta a capire perché le azioni delle donne non fanno universalità”.
A sostegno della tesi legata all’importanza del femminismo sono, inoltre, le statistiche di forte impatto indicate, le quali testimoniano che nei settori più importanti per la società (educazione, sanità e giurisprudenza) la presenza femminile ha oramai superato il 50%.
Tuttavia, a tale percentuale non corrisponde un’altrettanta forte presenza delle stesse nei centri decisionali e dirigenziali. Man mano che si sale la scala gerarchica e di prestigio, infatti, la percentuale delle donne è inferiore: nel 2020, ad esempio, in Italia i rettori donna di strutture complesse, intese come aziende, università, strutture sanitarie, sono state solo il 16%. Altrettanto bassa è la percentuale di donne docenti ordinari nelle università: solo il 17%, nonostante la percentuale di ricercatrici sia molto elevata.
Eventi di questa portata, perciò, mirano a superare la contrapposizione tra il maschile e il femminile portando uomini e donne, in modo collaborativo, a leggere criticamente la società con lo scopo di migliorarla ed aiutarla a superare la rigidità dei ruoli uomo/donna che spesso caratterizza i rapporti familiari e non.
“Questa giornata di incontro – dice la professoressa Micolani in fase di chiusura- ha cercato di ricostruire, attraverso i numerosi interventi degli studiosi, una memoria della storia della donna dando voce ad alcune esperienze femminili ed affrontando una tematica che continua ad essere ancora di forte attualità e con numerose sfaccettature”.
Interessante. Complimenti per l’iniziativa