DA CASARANO, FINO IN CINA. CON ELEGANZA. A leccecronaca.it LA STILISTA SALENTINA JENNY MONSELLATO SI RACCONTA, E AFFIDA UN MESSAGGIO DI SPERANZA: “la moda rinascerà più forte di prima. Ci sarà tantissima richiesta dettata dalla voglia di tornare a vivere”

| 8 Gennaio 2021 | 0 Comments

di Mariangela Rosato______

Il mio concetto di abito spazia oltre il confine delle forme e delle cuciture, rievoca epoche passate con uno sguardo rivolto sempre verso la contemporaneità… Un costante gioco di equilibrio tra semplicità e complessità”.

Così Jenny Monsellato (nella foto di copertina e nelle foto qui sotto), 39 anni, di Casarano, Fashion Designer salentina e docente di Made in Italy, descrive la sua passione per la moda e definisce le sue creazioni sartoriali, che spaziano fra sperimentazione, tradizione e tessuti naturali.

I richiami alle tecniche di cucitura salentina, infatti, riecheggiano nei suoi modelli che sembrano rispondere ad una richiesta di ibridazione creativa tipica del nostro tempo. Gli abiti della Monsellato (nella foto qui sotto un esempio) utilizzano il bianco, il nero e le rispettive sfumature in modo singolare aggiungendo, al contempo, dettagli che rendono il risultato intrigante ed innovativo.

 

 

Discutendo della sua esperienza personale dice: “Traggo sempre ispirazione dalla mia terra. Il mio desiderio, infatti, era quello di ritornare in Puglia e di progettare proprio da qui i miei abiti. Riuscire rimanendo nel mio territorio è per me una grande soddisfazione”.

Un talento salentino la cui creatività non poteva che sfociare in una collezione autonoma. Dopo, infatti, l’esperienza formativa presso lo IED di Milano e di lavoro presso la sede di Armani, la stilista ha sentito la necessità, spinta dal creativo italiano Livio Graziotin, di dare una svolta decisiva alla sua carriera creando una sua linea di abiti che, scelta dal Gruppo cinese YMYX, le permetterà di debuttare nei prossimi mesi sul mercato asiatico.

 

Dietro i suoi disegni non c’è soltanto creatività, ma anche una lunga ricerca di tessuti particolari sui quali ha sviluppato delle lavorazioni tipiche del territorio tra cui l’uncinetto e la maglia.

“Mi piace molto sperimentare e questo mi ha portata a sviluppare degli abiti soprattutto lunghi. Ho voluto, poi, aggiungere degli elementi estranei alla moda in sé. Emblematico è, ad esempio, il capo per il quale ho pensato di inserire piccoli  pezzi di piastrelle in modo tale da dare un tocco di originalità in più”.

 

Parlando di recupero della tradizione a livello sartoriale, ritorna alla mente un recente evento che ha avuto luogo nel centro storico della città di Lecce la quale, l’estate scorsa, ha ospitato una delle sfilate senza dubbio più attese e, al contempo, discusse del 2020 per le ripercussioni e il dibattito critico che la stessa ha suscitato: “Non ho potuto partecipare all’evento, ma per me è stata una forte emozione vedere una grande casa di moda come Dior scegliere il nostro territorio per presentare una delle sue collezioni”.  

 

Rispetto, invece, alle perplessità che ruotano intorno all’importanza concreta della moda nella singola esperienza individuale, già presenti in tempi passati e acuitesi nell’ultimo anno, la stilista salentina risponde: “Sono convinta che la moda rinascerà ancora più forte di prima. Ci sarà tantissima richiesta dettata dalla voglia di tornare a vivere. La moda non è un ‘di più’, ma fa parte della nostra vita”.

 

Quel che è certo è che il mondo della moda non può sottrarsi ad una serie di riflessioni che toccano problematiche, come quella ambientale, di cui la pandemia ci rende sempre più consapevoli. Che la moda sia, infatti, uno dei settori maggiormente inquinanti è una certezza comprovata dal modello economico della “moda veloce”, il cosiddetto “fast fashion” il quale si basa sul desiderio dei consumatori di indossare capi sempre nuovi e di tendenza.

Una richiesta che finisce spesso per sfiorare l’ossessione e tramutarsi in consumo eccessivo della cui messa a punto le grandi case di moda hanno un ruolo determinante.

La continua creazione di nuove tendenze, infatti, non fa altro che incrementare la voglia di sostituire repentinamente i capi acquistati sottoponendo il concetto stesso di moda alle dinamiche dei click e dei mi piace. “Il problema esiste e da tempo ci sono, infatti, tante aziende che lavorano ad un’idea di moda sostenibile che va alla ricerca di nuovi tessuti.

Ci sono, per esempio, tessuti che nascono dalle pale dei fichi d’india come le ‘pelli vegetali’, tessuti che si fanno con il latte. C’è attualmente uno studio, ad esempio, che punta a creare il nuovo filo di seta partendo dalla ragnatela.

Le sperimentazioni, quindi, verso una maggiore sostenibilità della moda sono tante”.

 

Anche la Monsellato ha pensato di porre al centro, sin dai primi bozzetti, l’ambiente attraverso l’utilizzo di tessuti naturali: “Ho sempre utilizzato materiali come seta, cotone, lino e tralasciato tessuti sintetici, perciò non escludo la possibilità che mi possa dedicare maggiormente a questo tema in un futuro”.

L’originalità e la voglia di sperimentare, nonché l’utilizzo di prodotti naturali e il richiamo alla tradizione sono,  quindi, elementi portanti della produzione stilistica della fashion designer salentina il cui talento le consentirà di esplorare sempre nuove creazioni artistiche e di arrivare lontano.

 

 

Category: Costume e società, Cultura

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