INDIVIDUALISTI E INTEGRATI
A leccecronaca.it GIORGIA MEO, EDITOR DE “I LIBRI DI ICARO”, PARLA DEI NUOVI AUTORI E DEI LORO LIBRI, FRA REALTA’ E PROSPETTIVE
di Mariangela Rosato_______
“Un’opera coraggiosa che parte principalmente nel 2011 e che continua tuttora grazie all’amore e alla passione per questo settore nonostante le difficoltà degli ultimi mesi”.
La conversazione con Giorgia Meo, 33 anni, di Lecce, editor della casa editrice “I libri di Icaro”, si incentra, fin dalle prime battute, sulle motivazioni che spingono a creare una casa editrice, in un contesto, quello dell’editoria attuale, sempre più complesso e con un futuro in bilico tra il cartaceo e l’immaterialità.
Un’inevitabile conclusione che, nonostante diventi spesso dissacrante e palpabile, non ferma la casa editrice “I libri di Icaro” la quale ha deciso, per il nuovo anno, di incrementare il suo collettivo con l’inclusione di nuove figure professionali specifiche per ognuna delle collane del catalogo definendo maggiormente l’identità del marchio. L’inserimento di unità giovanili permetterà, pertanto, di garantire una qualità sempre maggiore alla valutazione dei manoscritti, all’editing e a tutti i processi che accompagnano la pubblicazione.
Conclusasi la fase d’obbligo incentrata sull’introduzione della casa editrice, non posso non porre domande più specifiche rispetto al mondo editoriale approfittando del fatto di avere dall’altra parte della cornetta la rappresentante di una casa editrice emergente che ben potrà darmi delucidazioni sulle peculiarità contemporanee dell’editoria.
Un contesto la cui complessità e le cui anomalie sono note agli onori della cronaca, prima fra tutte quella che vede il numero degli scrittori sproporzionato a quello dei lettori.
Il seguente stereotipo espressivo, oscillante tra la verità e la polemica, trova fondamento in percentuali sempre più elevate di autori difficilmente collocabili e che durano il tempo di un caffè.
“C’è un bisogno di scrittura dettato da un vuoto presente nella società. Dal punto di vista sociologico, infatti, si è diventati più individualisti e tale individualismo ci ha spinto a cercare una forma di comunicazione letteraria attraverso la quale esprimere sé stessi.
Allo stesso tempo, in Italia prende piede un fenomeno secondo cui la scrittura è diventata quasi una moda e un trend. Non c’è però una verità assoluta in quanto la scelta di pubblicare un libro è dettata da motivazioni differenti”.
Quanto questo “trend” faccia bene alla letteratura è, senz’altro, una perplessità non trascurabile.
“Sicuramente questa moda è una cosa da non sottovalutare e, per questo, il compito di noi case editrici è quello di mantenere una qualità dei contenuti tramite una stretta selezione. Una selezione che deve coinvolgere l’autore sia in merito agli obiettivi che questo vuole raggiungere con la pubblicazione di un’opera, sia rispetto alla revisione e al perfezionamento della stessa nel momento in cui non dovesse rispettare i nostri criteri”.
A questa problematica si aggiungono la difficoltà per il giovane esordiente di trovare terreno fertile nel ciclopico oceano senza segnali delle case editrici italiane di media o grande portata, nonché gli ostacoli nel far risaltare il proprio libro tra tutti i titoli che vengono pubblicati in un anno.
Un ago in un enorme pagliaio in cui si trova di tutto: spighe verdi ben visibili e altrettante spighe di giallo sbiadite destinate ad essere coperte dal resto.
“Nell’editoria vale la legge dei grossi numeri che spesso e volentieri è molto lenta. Purtroppo per velocizzare questo meccanismo c’è bisogno del carburante ‘denaro’ a nostro servizio. Ovviamente più è grande una casa editrice, più ha la possibilità economica di puntare su un autore in particolare”.
Sulla possibilità, poi, di avviare una vera ricerca artistica letteraria in un contesto contemporaneo in cui il marketing e gli interessi economici prendono un enorme spazio, la Meo ha le idee chiare: “Il mondo cambia, cambiano le cose. Ecco perché uno degli aspetti più rappresentativi della casa editrice è proprio l’innovazione insieme alla territorialità, le sensibilità ambientali e le sensazioni della natura”.
La letteratura, quindi, sta prendendo nuove direzioni in cui da una parte persistono l’innovazione artistica e il desiderio, nonché la necessità di generare nuovo serbatoio culturale, dall’altra, invece, si presentano nuove prospettive che rendono la pubblicazione di un libro il frutto di mode contemporanee destinate, con ogni probabilità, ad ingrandirsi e a generare nuove dinamiche editoriali.
Un incremento questo, che non può non essere messo in relazione con il funzionamento della rete sociale nella quale i freni inibitori vengono meno e lasciano spazio a voglie continue di espressioni. Quali saranno le conseguenze per il futuro della letteratura e cosa rimarrà della produzione letteraria della nostra società iperconnessa? Ai posteri l’ardua sentenza.