UN ANNO DOPO LA STRAGE DEGLI ALBERI DAVANTI AL VIA DEL MARE. HANNO FATTO UN DESERTO E LO HANNO CHIAMATO ‘PARCHEGGI IN SICUREZZA’. MA ADESSO C’E’ CHI VUOL SAPERE INTANTO CHI LO DECISE, E PERCHE’. E POI RECLAMA UNA RIPIANTUMAZIONE DELL’INTERA ZONA
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Il Coordinamento per il Verde urbano e gli alberi, a nome di una dozzina di associazioni ambientaliste, sotto firmatarie congiuntamente, ci manda per conoscenza la seguente lettera aperta inviata al sindaco della Città di Lecce e a tutte le altre autorità competenti______
Espianto Parco Arboreo area Stadio, Lecce. Richiesta chiarimenti e proposte dal Coordinamento per il Verde urbano e gli alberi di Lecce.
In occasione dell’anniversario dell’espianto dell’intero parco arboreo (un centinaio di maestose conifere e diverse decine di altre essenze vegetali) che ha caratterizzato per più di 50 anni il paesaggio del parcheggio antistante lo stadio di Lecce
le sottoscritte associazioni e i cittadini riuniti nel Coordinamento per il Verde urbano e gli alberi di Lecce
preso atto che:
· ad oggi non sono stati ancora realizzati nell’area antistante lo stadio gli interventi di riqualificazione (sollecitati da riunioni in Prefettura nel 2019), ritenuti a suo tempo indispensabili e pertanto considerati da codesta amministrazione motivo valido per giustificare l’espianto massivo, solerte e generalizzato di circa cento pini e altrettante essenze arboree e di cespugli;
· le motivazioni relative alle condizioni di sicurezza dell’area adiacente lo stadio in parte sono legate alla pregressa militanza nel massimo campionato della squadra di calcio cittadina: quindi per esigenze in parte solo contingenti (la sorte di una squadra è volubile, come dimostra la recente retrocessione) si è prodotto un danno ambientale ed economico pesante e irreversibile;
rimarcano
le diverse criticità prodotte dall’ azione demolitiva di uno dei principali polmoni verdi della città , che doveva essere legittimata dal perseguimento di alcuni obiettivi di sicurezza.
Gli elementi in possesso sollevano, inoltre, molti dubbi sullo scenario dell’abbattimento: pertanto si rendono necessari chiarimenti per stabilire se l’espianto generalizzato sia stato la conseguenza di una prescrizione inderogabile, o di una mera scelta opzionale e univoca del Comune.
È sostanziale capire chi abbia deciso l’abbattimento di un Bene Pubblico, di cui è titolare non l’amministrazione ma l’intera comunità cittadina , e in base a quali responsabilità e competenze; le decisioni prese hanno aggravato il contesto arboreo già critico dei nostri spazi cittadini .
Va chiarito se: si sia tenuto conto di un piano di programmazione del verde (e quale è il bilancio comunale arboreo contemplato dalla normativa) : se sono stati previsti, contestualmente all’abbattimento , interventi di ripiantumazione-riqualificazione dell’area; se l’abbattimento sia stato accompagnato da una valutazione di alternative praticabili, allo scopo di preservare almeno in parte e non distruggere completamente un bene ambientale ed economico della città e della comunità tutta. In altre parole ci si chiede quale l’ iter seguito nella scelta e nell’affidamento dell’incarico di abbattimento, con quali atti a supporto e con il coinvolgimento di quali enti e associazioni di cittadini.
Pertanto
Considerate le norme sul diritto di accesso dei cittadini agli atti della Pubblica amministrazione – in modo specifico per atti e documentazione di carattere ambientale (legge 319-86, 241-90, d. lgs. 195-05-Convenzione AARHUS, ecc.) –
si chiede
che entro il termine previsto dalla normativa siano forniti ai sottoscritti, in qualità di portatori di interessi collettivi afferenti le tematiche ambientali, gli atti completi relativi all’ iter amministrativo e all’espianto finale, al fine di comprendere esaustivamente le modalità relative all’intero procedimento e lo scenario completo.
La trasparenza, finalizzata alla comprensione dei fatti puntualmente documentati, è necessaria per favorire un rapporto fiduciario tra cittadini e istituzioni. Il Coordinamento per il Verde urbano di Lecce ha più volte sollecitato un ampio coinvolgimento -finora sostanzialmente disatteso- relativamente agli interventi e alle decisioni dell’amministrazione impattanti il verde pubblico.
A tal proposito si ribadisce la necessità che la Città di Lecce si doti con urgenza (con l’assunzione di un impegno formale in tempi brevi) del Regolamento del Verde pubblico e urbano, da molti anni promesso e rivendicato, attualmente adottato da gran parte dei capoluoghi di provincia italiani. È indubbio che tale indispensabile strumento favorirà una gestione rigorosa, partecipata, coerente e trasparente del settore, evitando o prevenendo incomprensioni , contrapposizioni ed eventuali scelte discrezionali.
Auspichiamo che la ristrutturazione dell’area adiacente lo stadio, incluso l’intero parcheggio, preveda doverosamente la realizzazione di un nuovo parco arboreo e naturale dotato di infrastrutture sostenibili, compatibile con il mantenimento dei servizi ad uso dello stadio comunale, realizzando una vera riqualificazione paesaggistica ed ecologica dell’area – da un anno resa un deserto di cemento ancor più squallido di prima- recuperando il bene naturale e risarcendo la città per l’espianto di un suo importante polmone verde.
Rimarchiamo che la nostra denuncia del danno ambientale prodotto è supportata dallo scenario assai critico del nostro territorio:
Lecce svetta nella classifica nazionale per il consumo del suolo naturale (ISPRA 2019) ma non per il verde urbano (93 posto , Ecosistema urbano 2020 Legambiente);
il processo di desertificazione del territorio connesso al disseccamento di milioni di ulivi aggrava pesantemente il paesaggio rurale del capoluogo (e della provincia), già caratterizzato dal pregresso abbandono e degrado di immense aree della campagna periurbana;
il Report Ambiente e salute (Rete REPOL 2020, Studio Protos 2019) stigmatizza la criticità sanitaria della provincia di Lecce, legata in modo significativo all’inquinamento atmosferico, che va contrastato con la riduzione delle emissioni e insieme con il ruolo positivo svolto dalla vegetazione arborea;
l’UE intende invertire i processi climalteranti sostenendo interventi di forestazione e di tutela del verde urbano (vedi anche la disattesa legge 10/2013) per perseguire l’impatto climatico zero.
Pertanto interventi non solo simbolici di piantumazione , rinaturalizzazione, forestazione urbana (es. Taranto),sono strategie inderogabili e prioritarie, per tutelare il diritto all’ambiente vivibile, alla qualità dell’aria e quindi alla salute sancito dalla Costituzione.
Invece eliminare sbrigativamente e ingiustificatamente anche un solo albero lede tale diritto.
In attesa di un riscontro positivo si porgono distinti saluti
Antonio Costantini, Italia Nostra; Vittorio De Vitis, WWF; Raffaella Gismondi e Sergio Mangia, ISDE Medici per l’Ambiente; Maria Ingrosso e Giovanni Seclì, Forum Ambiente e Salute; Maria Cucurachi, Comitato Verde Santa Rosa; Alessandro Presicce, Adoc; Enrico Melissano, MO-BICI; Mario Fiorella; senatore Maurizio Buccarella; Gaetano Bucci, docente UniSalento; Antonio Greco; Chino Salento; Anna Siviero; Mauro Pascariello; Bruno Vaglio.
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Condivido in pieno. È ora che si muovano. E basta con le declamazioni a favore di telecamere e di penna giornalistica servile.