NOVITA’ EDITORIALI / E’ APPENA USCITA LA RACCOLTA DI VERSI IN VERNACOLO “Quandu autru nu tteni…Cu lla puesia te squari ” DI CARLO VINCENZO GRECO
di Raffaele Polo______
Carlo Vincenzo Greco (nella foto), ovvero Vi cerco largo (come si ottiene anagrammando in parte il suo nome e cognome e costringendo un risultato che prevede solo l’utilizzo di una parte delle lettere…) è un poeta innamorato del dialetto salentino. E, da buon leccese, ama svisceratamente tutto quello che riguarda le tradizioni della sua terra, tuffandosi a capofitto nel difficile ruolo di ‘poeta vernacolare’ che gli piace e non gli lesina soddisfazioni.
Da sempre presente in tante, tantissime occasioni legate alla versificazione ed alla proclamazione delle rime dialettali, Carlo ha dalla sua anche la realizzazione del calendario ‘l’Addhuzzu te Santu Ronzu’ che è diventato una sorta di almanacco che comprende un po’ di tutto: non solo poesie, quindi, ma anche aneddoti, curiosità storiche, ricordi di personaggi salentini e i tradizionali ‘culacchi’, ovvero fatti e misfatti sospesi tra realtà e fantasia ma conditi dalla verve squisitamente salentina. E questa simpatica pubblicazione è un po’ lo specchio dell’animo del nostro poeta: che con la sua specchiata semplicità, è sempre pronto a percorrere le conosciute strade del dialetto popolare e dei ‘topoi’ ad esso collegato.
Greco, in realtà, è un divulgatore, un appassionato cantastorie, un infaticabile ricercatore di storie e sensazioni legate alle tradizioni più conosciute, nel tentativo lodevolissimo di non farle morire o dimenticare.
Non è un poeta colto o introspettivo. È, al contrario, la quintessenza della schiettezza che viene dal popolino che c’è ancora ed è sempre più dimenticato o trascurato perché il suo tessuto, fatto di uomini e donne che hanno superato agevolmente il mezzo secolo d’età, è ineluttabilmente in progressivo disfacimento.
Potremmo dire che Carlo è il cantore del dialetto e degli argomenti che sono all’ordine del giorno quando si fa la fila alla Posta oppure si cerca, al mercato rionale, di acquistare rape e cicorie ad un prezzo inferiore a quello del fornitissimo supermercato…
Ecco, anche la scelta poetica, il procedere in versi di Greco è scevro di barocchismi o meditate circonlocuzioni. Per Carlo, come osservava argutamente Donato Valli, ‘la rima è dentro il verso, nella ripetizione del suo ritmo affabile, orecchiabile’.
Poeta prettamente e semplicisticamente legato alla realtà di tutti i giorni, non disdegna una punta di umorismo e, soprattutto, s’incanta davanti ai grandi temi del Creato, raffrontandoli con la nostra quotidianità grigia e senza sapore. Echi dei grandi poeti salentini (Bozzi, De Dominicis ma anche don Franco Lupo e soprattutto Niny Rucco) si risentono piacevolmente nelle sue composizioni e ci piace segnalare la recente pubblicazione edita e dedicata al periodo infausto della Pandemia, dal titolo Quandu autru nu tteni…Cu lla puesia te squari (Puesei a ritmu te…’Curona virus’ tra Marzo, Aprile, Maggiu, Giugnu 2020. Stampagrafica, euro 5)
La scelta dell’autore è quella di pubblicare, per ogni poesia in dialetto, la traduzione in italiano e, a conclusione delle circa 80 pagine, preannunciare una prossima pubblicazione; perchè, nonostante quello che afferma nella sua composizione ‘Lu estru miu’, lo vediamo sempre ricco di verve e brillanti intuizioni.
Lu estru miu sta scantuna/ e nu mbole cchiu cu canta/ te l’aceddhu ca mmasuna/ te la fimmena ca ‘ncanta./ Stae a reposu e nu lu sentu,/ nu respunde a llu cumandu;/ puru ca lu bba cimentu,/ nu me sente cchiui de tantu./ E la malesciana sale;/ sale e scinde comu ole/ e nu riescu cu lla fermu./ Intru e fore me sta mmore./ Aggiu perse le palore/ e cu iddhe…puru l’ale.