LA RASSEGNA FILOSOFICA DELL’UNISALENTO / LA PROFESSORESSA GLORIA SAMUELA PAGANI HA PARLATO DEL RAPPORTO FRA UMANESIMO E ISLAM. DA CONOSCERE
di Mariangela Rosato______
Continua la rassegna itinerante dal titolo “Filosofica-mente, Riflessioni sul Pensare e sull’Agire”, un ciclo di incontri on line inerenti il tema “Uomo e Civiltà”, organizzato dal Dipartimento di Filosofia dell’Università del Salento.
L’incontro di ieri, lunedì 14 dicembre, ha visto protagonista Gloria Samuela Pagani, professoressa di lingua e letteratura araba presso l’Università del Salento, e si è concentrato sull’umanesimo e la religione islamica con particolare riguardo al rapporto tra il pensiero dei mistici dell’Islam e la teoria politica.
Un aspetto della storia intellettuale dell’Islam questo, che è stato molto trascurato a partire dalla modernizzazione in quanto le correnti del misticismo islamico sono state dimenticate dal panorama dell’opinione pubblica e dal sapere ufficiale.
La professoressa si concentra su un caso, quello del teologo Mahmud Muhammad Taha, di particolare interesse alla luce del fatto che rappresenta un esempio controcorrente di quanto il pensiero islamico liberale contemporaneo, in un paese come il Sudan, “possa essersi ispirato ad una visione umanistica che ha le sue radici in una tradizione mistica in dialogo, esplicitamente o implicitamente, con la tradizione filosofica”.
Si tratta di una figura non particolarmente conosciuta ai più che, nonostante la sua posizione periferica, si lega a questioni di attualità come i diritti umani e la loro crisi nel contesto contemporaneo. Un personaggio la cui azione ha mirato ad una totale approvazione della dichiarazione dei diritti dell’uomo del ’48 e alla separazione tra lo Stato e la religione: “quella di Taha, infatti, era una posizione non rara, ma sicuramente controcorrente rispetto alle politiche ufficiali della maggior parte dei paesi musulmani. Del resto le sue idee negli anni Cinquanta non erano così incomprensibili. Le cose, invece, sono cambiate progressivamente quando, a partire degli anni Sessanta, si è imposta, anche in Sudan, la tendenza all’islamizzazione delle leggi dello Stato.”
Procedendo su questa linea, la professoressa ha chiarito che “interessarsi a queste tematiche e studiare autori di questo tipo ci permette di riflettere sulle nostre categorie occidentali. Noi, infatti, in modo automatico dividiamo il mondo secondo lo schema Oriente/Occidente oppure Islam/Cristianesimo senza guardare veramente dentro queste categorie che sono soprattutto storiche ed ideologiche”.
Rileggere, pertanto, le categorie del mondo occidentale, sviluppare studi trasversali tra mondi apparentemente distanti e studiare autori lontani ci permette di “leggere diversamente la storia” e allo stesso tempo di capire che suddivisioni drastiche sono spesso lungi dall’essere corrispondenti alla realtà la quale risulta, invece, molto più complessa e, alle volte, soggetta ad ibridazioni ed a scambi vicendevoli tra culture.-_____
LA RICERCA nel nostro articolo del 10 dicembre scorso
LA RASSEGNA FILOSOFICA DELL’UNISALENTO / “L’Uomo è un animale sociale”, IPSE DIXIT