STORIA DELLA COLONNA “Sannà” DI VEGLIE

| 11 Dicembre 2020 | 0 Comments

di Fabio Coppola______

Osanna è il termine ebraico usato dalla folla per acclamare Gesù quando entrò a Gerusalemme: “Salva!”, secondo il dizionario Treccani.

Osanna è chiamata anche la colonna in pietra sormontata da croce, “Sannà” in dialetto salentino che si trova a Veglie.

Tuttora il rito della benedizione dei rami d’ulivo nella Domenica delle Palme è legato alla colonna, dove in cima viene posto un ramoscello come segno beneaugurante.

Solo in alcuni casi le colonne dell’Osanna sono la cristianizzazione, mediante apposizione della croce all’apice, dei menhir, i monumenti megalitici di età preistorica che si possono ancora ammirare anche nel Salento.

Nel 1576 un’epidemia di peste colpì Milano. L’arcivescovo Carlo Borromeo, divenuto poi santo, fece costruire una ventina di colonne con la croce distribuite nei vari quartieri milanesi. Lì si recitavano preghiere o si celebrava la messa, affinché la popolazione in quarantena potesse ascoltare affacciata dalle finestre senza uscire da casa.

Nel 1630 durante un’altra epidemia di peste, Federico Borromeo, vescovo di Milano e cugino di Carlo, raddoppiò il numero di colonne nella città.

Note storiche pubblicate dalla Proloco di Veglie circa un decennio fa, senza autore né data, riportano che la costruzione delle colonne sormontate da croce fu promossa dalla Confraternita della Croce, fondata da San Carlo Borromeo nel 1579.

Il fine fu celebrare la vittoria della Santa Alleanza contro i Turchi nella battaglia di Lepanto del 1571.

La colonna di Veglie fu realizzata agli inizi del XVII secolo vicino al sagrato della chiesa di San Rocco. Nel 1894 il consiglio comunale di Veglie, su proposta del sindaco Salvatore Quarta, per motivi urbanistici deliberò di spostare la colonna al crocevia tra le vie Dante, Vittorio Veneto e Madonna dei Greci, dove si può ammirare tuttora.

Da circa un anno sulla parte nord del basamento si nota un concio scheggiato e lesionato, probabilmente a causa dell’impatto di automezzi. I paracarri divelti. Il lato est presenta invece uno dei paracarri inclinato, si presume sempre a causa di impatto di veicoli.

Visto il valore storico e religioso dell’Osanna, e visto il frequente traffico veicolare nell’area, sarebbe opportuno la posa in opera di nuovi paracarri, per tutelare il monumento da eventuali sinistri stradali.

Nei pressi del largo sarebbe indicata anche l’installazione di una tabella illustrativa in lingua italiana e inglese.

 

Category: Cultura

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