LE “Parole dal cuore” DI GIULIANA SILVESTRI
di Raffaele Polo______
Da ragazzi, prima alle scuole medie e poi al liceo, ci faceva ridere la fine della poesia ‘Il passero solitario’ di Giacomo Leopardi. Già quel protagonista, il passero, ci pareva buffo. Ma poi, leggere i versi che testualmente dicono: Ahi! Pentirommi, e spesso,/ ma sconsolato, volgerommi indietro, ci è sempre sembrato il non plus ultra della pesantezza dell’Ottocento, quel modo di parlare e scrivere lontano, lontanissimo dalla tumultuosa realtà che stava attorno a noi e che vivevamo senza sosta, ansiosi di correre, vivere, amare, capire.
Poi…
Poi gli anni ci hanno portato quel disincanto, quelle disillusioni che sono prassi di tutti gli uomini e le donne di questa terra che, arrivati ad un certo punto fanno proprio come l’Autore della poesia: si voltano a contemplare il passato, con tanta malinconia e qualche rimpianto.
È la vita, insomma, nel bene e nel male. Ed è quello che mi è capitato, leggendo questo ‘Parole dal cuore’ di Giuliana Silvestri (nella foto), una edizione fatta in proprio, molto accuratamente, senza indicazione di prezzo, perché destinata ad un circuito prettamente familiare, come ci dice l’Autrice che mi scrive questa dedica: A Raffaele, mio compagno del liceo, per ricordare gli anni più belli della nostra vita ricca di sogni e di speranza.
E lo scritto, in bella e larga calligrafia, è scansionato in cinque righi accennati con il righello e la matita, a fare da guida ordinata per il susseguirsi delle parole, dimostrazione evidente di ordine, precisione, voglia di far bella figura e, tutto sommato, gioia di vivere…
Perché Giuliana la ricordo proprio così, pronta al riso e al pianto, vivace e maliziosa, ti scoccava certe occhiate che ti mettevano in subbuglio, poi con una frase spegneva tutte le illusioni che avresti potuto immaginare. E adesso, solo adesso, scopriamo attraverso questo suo delizioso scritto, che in realtà lei era una ragazzina timida e romantica, alle prese con un mondo difficile da gestire per chi era adolescente negli anni Sessanta…
Sì, anche io ho accompagnato una volta Giuliana a casa, era tra le più avvenenti delle nostre compagne, ricordo benissimo che capii subito che, con lei, non c’era niente da fare, ‘potevamo restare amici’, come dicevano allora le ragazze per liquidarti senza offenderti.
E ho rivissuto quei momenti proprio leggendo nel libro la parte dedicata agli anni del liceo, ho proseguito fino al termine della narrazione, ma poi sono tornato indietro, a rileggere le parole che mi riportavano indietro all’ex Collegio Argento, al Liceo Palmieri, ai volti di chi, ancora, mi appare nei confusi sogni di leopardiano vecchio e stanco.
Eh sì, perché adesso sono io che ho acquisito perfettamente quei versi che mi facevano sorridere, sono io che dico ‘Ahi’ e che, sconsolato, mi volgo indietro, a ricercare i momenti magici di quando, con timidezza, accompagnai Giuliana fino a casa, ma solo ‘per rimanere amici’.
Ringraziamo Giuliana: il suo libro, scritto molto bene e ricco di sentimento e scaturito veramente dal cuore, ci aiuta a vivere meglio, con i nostri ricordi.
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